Mariapia Veldiano: se la vita ti sfiora soltanto
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Mariapia Veladiano: Se la vita ti sfiora soltanto

06/06/2015
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Mariapia Veladiano è scrittrice vicentina, solida formazione classica alle spalle, una laurea in Filosofia e Teologia che traspare qua e là nei suoi romanzi.

Nel 2010  riceve un regalo prestigioso in occasione del suo cinquantesimo compleanno ( è nata infatti nel 1960): vince il Premio Calvino per la prosa con il suo primo romanzo, “La vita accanto”.

Destino o traguardo volutamente ricercato nel momento in cui molte donne sentono la necessità di dare una nuova impronta alla propria vita, una svolta di soddisfazione e gratificazione?

La storia racconta che negli anni successivi la scrittrice ha proseguito sulla strada intrapresa, ha continuato a scrivere per prestigiose case editrici, tra cui l’Einaudi, continuando a svolgere la sua attività di Dirigente Scolastico che ha sostituito quella di docente.

Mariapia Veladiano, la forza dell’antitesi

In questo suo primo romanzo Mariapia Veladiano ha scelto di raccontare una storia scomoda, ai limiti della credibilità per quanto concerne la protagonista, la cui esistenza può però essere letta non in termini di realismo oggettivo, ma di metafora esistenziale sulla condizione dell’individuo contemporaneo.

In una quotidianità dominata dalla ossessiva ricerca della bellezza, l’autrice ha cercato di sottrarsi al fascino di questa Sirena incantatrice optando per la sua antitesi assoluta, la bruttezza.

La storia della protagonista, Rebecca, dalla nascita all’ingresso doloroso e traumatico nell’età adulta, è la vicenda di una creatura che non è soltanto non bella, bensì è davvero irrimediabilmente brutta, di quella bruttezza che infastidisce, perché turba l’equilibrio dell’universo, i cui scarti non piacciono a nessuno.

Cavalcare questa tematica al momento attuale è un po’ come cavalcare l’onda, tutti si sentono pronti a discuterne, a disquisirne con sottigliezza, ma pochi, davvero pochi, sono pronti e disposti a viverla, sia in forma attiva che passiva.

Essere brutti è doloroso, ma ineludibile, quando si nasce così; diventa però un peso difficile da portare quando ci si sente uno sbaglio generato da un padre e una madre di non comune bellezza, come nel caso di Rebecca.

Questa bambina, rifiutata dal mondo, dalla società, dai coetanei, dall’ambiente in cui deve comunque vivere, rifiutata persino dalla propria madre che cade vittima di una irreversibile depressione dopo la sua nascita, non può far altro che cercare di diventare invisibile, se vuole sopravvivere.

Situazione assai poco letteraria e molto reale, nel nostro patinato quotidiano.

A prendersi cura di lei una tata semplice e generosa, Maddalena, che riversa su questa infelice creatura l’amore che non può più offrire al marito e ai figli, morti in un incidente stradale, insieme a una zia enigmatica e divertente, almeno in apparenza, gemella del papà.

Il resto del mondo per Rebecca è solo dolore.

Immagine di copertina
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Mariapia Veladiano in equilibrio tra mondo reale e mondo di finzione

In questo contesto di male di vivere Mariapia Veladiano concentra molto della sua filosofia di vita di profonda conoscitrice di un mondo cattolico che cerca di fare spazio agli emarginati, a quelli che, nati brutto anatroccolo, cigno non diventeranno mai e subiranno rifiuti e abusi per una vita intera.

Il mondo che ruota attorno a questa bambina è popolato di varia umanità, con personaggi più macchiettistici ed altri più credibili, ma di certo lo spessore maggiore è proprio il suo, unito a quella della vera co-protagonista, la musica.

mariapia Veladiano: se la vita ti sfiora soltanto

Per una sorta di compensazione, la bruttezza esteriore di Rebecca ha come controparte  una dote sublime, la sensibilità musicale, che trasforma un materiale informe costituito di note e spartiti in una specie di suono dell’anima, straordinariamente armonico.

E mentre gli altri vivono intensamente, la vita passa solo accanto a Rebecca, che suona e suona, sino a fare della  la sua ragione di esistere e un’arma di affermazione, mai esibita, anzi ostentatamente celata.

Tutto scivola via lentamente, vita e morte si rincorrono, il dolore pessimistico muove i tasselli di questa storia ambientata a Vicenza, una città raccontata come simbolo di una provincia gretta e cinica, incapace di amare e di capire.

mariapia Veladiano: se la vita ti sfiora soltanto

Ci sono momenti, attimi o eternità, in cui ognuno di noi si sente un po’ Rebecca, si vede schiacciato da una bruttezza esteriore o interiore che sembra incancellabile, prova il desiderio di scomparire agli occhi del mondo sino a quando non volge lo sguardo intorno a sé e comprende che la sua vita in realtà è meglio di tante altre, meglio di quella che vive chi non capisce, chi deride, chi si compiace mostrando la sua coda di pavone.

Forse per questo il personaggio di Mariapia Veladiano ci prende nell’animo, perché ci aiuta a realizzare che la vita sfiora soltanto tutti, passa accanto a tutti allo stesso modo, senza volontà di nuocere, come ci ha insegnato Giacomo Leopardi.

Viverla o lasciarci vivere, nella bellezza o nella bruttezza, è solo una nostra scelta.

Mariapia Veladiano: se la vita ti sfiora soltantoAUTORE : Mariapia Veladiano

TITOLO : La vita accanto

EDITORE: Einaudi

PAGG. 163, EURO 16,oo

Luisa Perlo, Critico Letterario dopo una vita spesa tra i banchi di scuola. Amante dei libri, dei gatti e dei viaggi, considera la lettura lo strumento più efficace per crescere, migliorarsi e trovare il proprio posto nel mondo.

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