Quando c’è necessità di ricordare le informazioni raccolte nella memoria a breve termine, gli occhi dell’essere umano si comportano come puntatori laser. Che cosa fa il nostro cervello? Mette in memoria le informazioni, sistemandole in seguenza, da sinistra verso destra, in maniera ordinata. Gli occhi si muovono nella medesima direzione, quando si tratta di reperire di nuovo queste informazioni nella memoria: esplorano la mente per captare quel che ci serve.
Una nuova ricerca
Muove in questo senso uno studio dell’Università di Milano-Bicocca, che in questo caso ha avuto modo di collaborare con l’Universita’ di Zurigo. Pubblica la ricerca la rivista Cognition.
Dieci partecipanti all’esperimento hanno dovuto mandare a memoria cinque numeri in sequenza, che si sono resi visibili uno alla volta, su uno schermo sistemato di fronte a loro. Di altri numeri, mostrati in seguito, i soggetti esaminati dovevano dire se fossero già stati mostrati nella sequenza mostrata in precedenza e memorizzata. Alla fine è stato chiesto ai partecipanti di dire a parole i numeri, nell’ordine nel quale li avevano memorizzati.
Entra ora in scena il sistema EyeSeeCam: si tratta di un sistema a infrarossi, tale da registrare i movimenti oculari spontanei. Capta, in un’espressione, la posizione degli occhi. In tal modo, è stato possibile registrare le strategie di visualizzazione interna dei singoli partecipanti alle prese con il compito a loro affidato.
Si è stati in grado di capire che gli occhi si muovevano da sinistra a destra in base alla posizione del numero da ricordare: quindi muoviamo gli occhi per determinare l’esplorazione dello spazio mentale e le sequenze ordinate sono organizzate in modo spaziale nella nostra memoria. Anche un’informazione verbale ha un proprio spazio, una propria dimensione spaziale, nel nostro cervello. Gli occhi orientano l’attenzione lungo questa rappresentazione, come affermano gli autori della ricerca, Luisa Girelli e Luca Rinaldi.