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Occhiali e microchip, torna la vista ai non vedenti
Attualità

Occhiali e microchip, torna la vista ai non vedenti

27/08/2015

La ricchezza del mondo, in termini di forme, luci e di colori, non è aperta a tutti. I non vedenti, alla nascita o con cecità sopravvenuta, sono esclusi da questo spettacolo. Per sempre? Forse no. L’università americana di Stanford ha sviluppato in collaborazione con Google un paio si occhiali che si associa a un microchip impiantato nella retina, che funziona autonomamente: non sono necessari cavi di connessione. Grazie a tali strumenti coloro che non vedono potranno vedere i contorni degli oggetti e delle persone. C’è di più: la tecnica potrebbe migliorare, permettendo loro di captare anche altri dettagli. In tal modo i non vedenti potranno, per esempio, nuotare in autonomia.

Un sistema perché i non vedenti tornino a vedere, pronto tra qualche anno

Andrea Cusumano, docente di oftalmologia dell’Università Tor Vergata, presidente della Macula & genoma foundation onlus, afferma che il sistema è in fase avanzata di sperimentazione. Per avviare i test sugli esseri umani, si attende l’approvazione dell’Fda.

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Una chance per i non vedenti: ma come si alimenta il dispositivo?

La problematica più difficile da risolvere era quella dell’alimentazione del dispositivo, che deve funzionare per un periodo lungo. Il microchip è stato dotato di un arco voltaico: con esso, può ricaricarsi “grazie all’interscambio continuo di dati con gli occhiali”.

Non vedenti: ecco a che cosa servono i nuovi occhiali

A che servono gli occhiali? Ad acquisire le immagini, come una videocamera. Una volta ottenute, le immagini vengono trasmesse al microchip, che invia tutto al nervo ottico. Gli impianti retinici attuali non hanno le stesse peculiarità: sono più invasivi, posto che è necessario connettere il microchip con un cavo a un dispositivo, che bisogna portare con sé quando ci si sposta. In questo modo, i movimenti sono, di fatto, impediti e non si può condurre una vita normale. Qualche anno sarà necessario perché il nuovo dispositivo abbia le prime applicazioni pratiche. Aspettiamo con ansia.

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

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