I livelli delle vaccinazioni sono al minimo: hanno raggiunto il minor livello negli ultimi dieci anni. La poliomielite e la difterite sono scomparse in Italia, ma ancora minacciose intorno al mondo e in assenza di vaccinazioni potrebbero tornare sullo Stivale. Qui le coperture a 24 mesi di età sono, appena appena, superiori al valore minimo previsto dal piano nazionale. Il Censis documenta che nel 72% dei casi i genitori hanno dubbi su operazioni che si compiono su bambini sani. E’ il pediatra, in questo caso, a dover agire. Il genitore si aspetta di essere guidato, informato, protetto a sua volta nella protezione della sua prole. Ma quali sono in tal senso le opinioni dei pediatri italiani? La Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale ha posto in essere un’indagine a mezzo posta elettronica. 488 pediatri da ogni regione d’Italia hanno risposto dal primo marzo al 30 aprile. Tra loro 325 erano pediatri di famiglia e 107 ospedalieri o universitari. Quasi tutti hanno una corretta visione dei vaccini. Tra coloro che hanno partecipato, il 22% propone il vaccino soltanto per le patologie di maggior gravità, il 13% ridurrebbe al minimo i vaccini, il 17% non si affida volentieri a quelli di nuova creazione e l’8% si fida di più degli anticorpi prodotti dalle malattie, piuttosto che di quelli da vaccino. Quanto al legame tra vaccino e autismo, il 2,5% ha espresso un dubbio. L’antidoto alle perplessità? Formazione continua in merito alle vaccinazioni. Vitali sono poi le anagrafi vaccinali e il potenziamento della sorveglianza in caso di reazioni avverse. Anche i social network dovrebbero essere utilizzati per dare un’idea chiara della problematica ed informare genitori e addetti ai lavori. Sipps ha proposto un vademecum pratico dedicato alle vaccinazioni, che segue alla pubblicazione di una guida pratica.
