Gli spermatozoi sono il perno della riproduzione dell’uomo. Fino a oggi, si trattava di un’equazione: uomo senza spermatozoi=uomo sterile. Non è più così: per la prima volta, su questo pianeta, secondo dati non ancora pubblicati, è stato possibile ottenere in vitro spermatozoi umani, a partire dal tessuto di un uomo che non ne aveva. La scoperta appartiene al Centro nazionale di ricerche, in Francia. Nel corso di una conferenza stampa lo ha reso noto la Kallistem, start up del centro.
La compagnia è nata dalle ricerche dell’Istituto di genomica funzionale di Lione. Il tessuto che ha permesso di ottenere spermatozoi era stato prelevato dai testicoli. Oltre al trattamento di casi di infertilità che non si possono risolvere in altro modo, la tecnica preserva la fertilità di bambini che devono sottoporsi a terapie pericolose, come la chemioterapia, prima della pubertà.
I primi centri in grado di mettere a disposizione la tecnica compariranno entro cinque anni: così si esprime Isabelle Cuoc, presidente della compagnia.
Spermatozoi in vitro: una ricerca controversa
La compagnia aveva già presentato questi risultati il 5 maggio: il dato, tuttavia, non aveva convinto la comunità scientifica. Si attendono pubblicazioni su riviste scientifiche, come convalida della scoperta. Se ciò avverrà, si tratterà di un successo straordinario: lo afferma Carlo Foresta, docente di Endocrinologia e Andrologia dell’università di Padova.
Per quanto riguarda i gameti “si era arrivati soltanto allo spermatide, cioè il passaggio prima che la cellula diventi spermatozoo”.
Come si formano gli spermatozoi
Cellule tonde, con una serie di divisioni cellulari, diventano “la cellula lanceolata con la testa, la coda e l’apparato di motilità”, per questo si tratta di un risultato “molto difficile da raggiungere”. Inoltre “lo spermatozoo modifica profondamente il suo Dna durante i vari passaggi”.
Sono ben 120.000 gli uomini che intorno al mondo sono colpiti da forme di sterilità: al momento, non esiste cura.
Spermatozoi in provetta, mancano i dettagli del lavoro svolto
Isabelle Rives, presidente della Federazione francese sullo studio e la conservazione di ovuli e sperma umano, intervistata da Le Monde, afferma che è stata fornita da Kallistem “qualche notizia sul lavoro svolto, ma nessuna statistica, nessun dettaglio sul numero di tentativi portati avanti”. Nessuno ha ancora stampato nulla in merito al metodo, che è stato brevettato dalla Kallistem. Studi pre-clinici in argomento dovrebbero partire il prossimo anno. Se avessero esito positivo, nel 2017, secondo Kallistem, potremmo veder nascere il primo bambino da spermatozoo ottenuto in vitro.