Sono stati posti in essere diciotto trapianti di cellule staminali cerebrali su malati di sclerosi laterale amiotrofica (Sla): i risultati sono positivi. E’ Angelo Vescovi, professore di biologia cellulare all’università Bicocca di Milano e direttore scientifico dell’Irccs casa sollievo della sofferenza di San Pio, a condurre la sperimentazione. E’ stato acclarato che il trattamento è sicuro e un beneficio neurologico è stato riscontrato in tre pazienti. Affermato ciò, è possibile passare alla seconda fase.
Trapianto di staminali per la Sla, seconda fase dello studio
La seconda fase dello studio inizierà nel 2016 e si baserà sull’analisi di 70 pazienti. Le cellule staminali cerebrali utilizzate nella prima fase, attuata su pazienti italiani, erano state prelevate da feti abortiti spontaneamente. Eventi avversi importanti legati al trapianto di cellule e alla metodologia chirurgica non sono stati riscontrati.
Cellule staminali, rispettare le regole
Tutto si è svolto nel rispetto de la normativa internazionale vigente e in accordo con le regole Ema (European medicine agency). Le cellule sono state prodotte secondo le pratiche Gmp (Good manufacturing practice), che l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) ha certificato. Sebbene i risultati siano eccellenti, come ricorda Vescovi, parlare di cura è prematuro.
Martedì 29 settembre, a Palazzo San Calisto, in occasione di un incontro a Roma, si presenteranno i risultati. Parliamo di una malattia con mille nuove diagnosi ogni anno, per un totale di circa 3500 malati italiani.
Cellule staminali, ecco che cosa sono
Parliamo di cellule primitive, non specializzate. Sono capaci di evolvere in molti altri tipi di cellule: il processo si chiama differenziamento cellulare. I ricercatori ne sfruttano la duttilità.
Possono essere prelevate da cordone ombelicale, sacco amniotico, sangue, midollo osseo, placenta, tessuti adiposi. Nelle “banche di conservazione delle cellule staminali”, dotate di elevati standard di sicurezza, le unità di cellule prelevate vengono stoccate in contenitori di azoto criogenico fino al momento del loro utilizzo.