Probiotico significa “per la vita”: si tratta di batteri benefici per la vita umana e animale. Lo affermava già il premio Nobel Eli Metchnikoff, vissuto a cavallo tra il 1800 e il 1900. Sulla base dei suoi studi, si accorse che i batteri ingeriti con gli alimenti agivano sulla flora batterica intestinale: in questa sede batteri utili all’individuo sostituivano altri che erano dannosi per l’organismo. Che cosa avviene nell’intestino? Esiste un ecosistema complesso, nel quale vivono microrganismi detti microbiota. Questi ultimi sono numerosissimi, dieci volte circa rispetto alle cellule che costituiscono il nostro corpo. Hanno un numero di geni pari a 150 volte quelli umani. Osservando ciò, secondo gli studiosi potremmo affermare di essere umani soltanto per il 10%. A questo livello può crearsi uno squilibrio e possono essere prevalenti alcuni batteri, mentre altri sono carenti. Parliamo di “disbiosi intestinale”: i sintomi sono dolori addominali, diarrea e/o stipsi, infiammazione, problematiche digestive funzionali, dermatiti e infezioni delle vie urinare. Il disturbo classico dato dalla disbiosi è la sindrome dell’intestino irritabile, che riguarda il 7-10% della popolazione. Che cosa potremmo fare? Ingerire probiotici come Lactobacilli e Bifidobatteri che sulla base di studi in argomento sono adattissimi a ripristinare l’equilibrio intestinale. Detto equilibrio può essere minato anche da una cura antibiotica ma anche, semplicemente, da una dieta ricca di additivi e povera di fitonutrienti, vitamine e micronutrienti. Attenzione, però, perché non tutti i ceppi sono uguali e intercambiabili, perché la loro azione sulle alterazioni gastrointestinali dipendono dalle cause delle stesse. Bisogna essere certi della qualità dei ceppi probiotici, più che della quantità.
