Le piante hanno modificato il processo di fotosintesi: in tal modo, sono state in grado di assorbire un terzo dell’anidride carbonica prodotta dagli esseri umani. Come è noto, i vegetali assimilano anidride carbonica allo scopo di produrre sostanze nutrienti.
Una ricerca in questo senso è stata pubblicata sulla rivista dell’Accademia delle scienze degli Stati Uniti (Pnas). Se ne sono occupate le università svedesi di Umea e delle Scienze agricole. Per la prima volta, si determina una relazione diretta, che lega il comportamento delle piante e i cambiamenti climatici.
Piante e anidride carbonica, come si è svolta la ricerca
Ma come hanno reagito le piante all’aumento di CO2 nell’atmosfera? Per fare chiarezza su questo dato, sono stati presi in considerazione campioni conservati negli erbari del secolo scorso.
Con una tecnica avveniristica, la spettroscopia di risonanza magnetica nucleare (Nmr), essi sono stati esaminati. Questo sistema permette di determinare le proprietà fisiche e chimiche dei nuclei atomici o delle molecole: in tal modo sono individuabili le tracce che, a livello atomico, documentano i cambiamenti avvenuti nel metabolismo di molte delle specie di piante che crescono nella zona temperata. E’ la prima volta che si prescinde dalle simulazioni, basando l’analisi del metabolismo delle piante su dati storici.
Piante e anidride carbonica, la parola agli esperti
Jurgen Schleucher, docente di Biochimica e biofisica nell’università di Umea, ha coordinato la ricerca. Queste le sue parole: “Questa prima ricostruzione storica permette di individuare i cambiamenti nel metabolismo delle piante, dovuti ai cambiamenti climatici, e getta le basi per costruire nuovi modelli del comportamento delle piante”. Ha aggiunto Ina Ehlers, che è giunta al post-dottorato e ha attuato la maggior parte delle misurazioni per questo primo studio empirico: “Ora abbiamo dati che mostrano l’effetto del CO2 sul livello dei flussi metabolici nelle piante nel corso di decenni, indietro nel tempo”.