Si tratta di infarto? Lo accerta un test del sangue
Un dolore toracico può avere molte cause. La persona che ne è colpita è spesso allarmata perché pensa immediatamente a un infarto. Che cosa si può fare per fugare ogni dubbio? Chi raggiunge il pronto soccorso con un sospetto dolore al torace può essere sottoposto a un nuovo test del sangue ultrasensibile. Grazie a esso il medico potrà dimettere senza ulteriori scrupoli di coscienza il paziente, perché ha escluso il rischio di attacco cardiaco.
Test del sangue contro l’infarto: come si è svolto lo studio
Lo studio in questo senso ha posto sotto analisi 6300 persone: l’esame del sangue può considerarsi valido. Se ne è occupato Anoop Shah dell’Università di Edimburgo (Scozia). Pubblica un articolo in questo senso la rivista Lancet.
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Con il test si misura la concentrazione della troponina cardiaca, già utilizzata per la diagnosi di infarto. Il nuovo test, però, può rilevarla anche a concentrazioni molto basse. E’ stato definito un valore soglia, al di sotto del quale ci sono scarse possibilità di infarto: 5 nanogrammi per litro di sangue.
Test del sangue contro l’infarto: che cos’è la troponina
Le troponine, al plurale, sono un gruppo di proteine dei muscoli, naturalmente presenti nel cuore. Le troviamo nel sangue, perché vengono rilasciate, in caso di danno cardiaco. Il livello registrato è maggiore quando il danno è più grande. Che cosa avviene al pronto soccorso quando il paziente lamenta sintomi riconducibili a un infarto? L’esame viene svolto di routine e ripetuto ogni 4-6 ore nell’arco delle 12-16 ore successive all’accesso.
Grazie al nuovo test il paziente potrà essere subito dimesso e l’ipotesi di infarto eliminata, perché il valore di troponina è al di sotto di una determinata soglia, piccolissima, ma non impercettibile. L’esame riconosce due soggetti su tre tra coloro che non hanno in atto un infarto, né lo avranno nel corso dei successivi trenta giorni. Queste le parole di Shah: “Fino ad ora, non c’erano modi veloci per escludere un attacco di cuore al pronto soccorso. Durante gli ultimi due decenni, il numero di accessi in ospedale dovuti a dolore al petto è triplicato. La schiacciante maggioranza di questi pazienti non ha un attacco di cuore”. Dati che si riscontrano in Scozia, ma anche nel resto del mondo.