Supermercato: Si può vivere senza? Il metodo di Elena Tioli

Supermercato: Si può vivere senza? Il metodo di Elena Tioli

Supermercato: conquista o limitazione? Facciamo un passo indietro, dalle rassegne di alimenti e oggetti disposti sugli scaffali. Non frequentare il supermercato? Si può, come accadeva anche ai nostri nonni. L’intervista che segue non propone di rinunciare a nulla: per ottenere un’alimentazione qualitativamente migliore, dà invece nuove dritte e apre prospettive.

Anche se non si vuol prescindere dal supermercato, ma arricchire e migliorare le derrate alimentari che impreziosiscono la nostra tavola.

Addentriamoci, dunque, nella fitta teoria di piccoli produttori e incominciamo a nutrirci con i cibi a chilometro zero. Conosciamo meglio l’ambito proprio del biologico. Riscopriamo il sapore degli alimenti. “Vivere senza supermercato” è una chance, anche in una grande città.

Fuggendo da “code, imballaggi, prodotti inutili e dannosi per la salute e per l’ambiente”.

Supermercato: Si può vivere senza? Il metodo di Elena TioliElena Tioli ha scritto un libro in argomento: ci racconta la “storia felice di una ex consumatrice inconsapevole”.

E’ nata a Mirandola, classe ’82: una sermidese, trapiantata a Roma. Si autodefinisce “Ex consumista perfetta, dall’acquisto facile e impulsivo, esperta di superfluo; ex fumatrice incallita, ex insoddisfatta cronica, ex dipendente a tempo indeterminato”.

Prospettive si aprirono a Steve Jobs quando si trovò fuori dalla stessa Apple.

Dopo molti anni trascorsi in redazioni televisive, Elena Tioli si occupa ora di ufficio stampa, comunicazione politica e ambientale. Freelance per scelta, collabora con diverse realtà ecologiche, sostenibili e solidali. Per passione si interessa di alimentazione consapevole e cambiamenti negli stili di vita. Oggi è “ambientalista per favorevole congiuntura”, per leggere le sue parole. Da gennaio 2015 non entra in un supermercato. E’ felice.

Ma come fa la spesa Elena Tioli? La abbiamo raggiunta nel suo habitat e ci ha risposto: nelle sue parole, originalità e freschezza. Ecco quanto abbiamo appreso.

Fuori dal supermercato. Come si crea una rete di contatti per procurare provviste?

“Procurare provviste” mi fa un po’ sorridere, io faccio la spesa come tutti. Semplicemente invece di rivolgermi alla grande distribuzione preferisco i piccoli produttori, magari locali e solidali.

Acquisto quasi tutto tramite Gas, il Gruppo d’acquisto solidale attraverso il quale ogni settimana compro verdura e frutta naturale e a chilometro zero. Saltuariamente ordino i prodotti di più lunga conservazione come pasta, riso, farina e molto altro ancora. SE non faccio la spesa al Gas utilizzo piattaforme online che mettono in contatto diretto produttori e consumatori, come L’Alveare che dice sì. Per altre cose e per le emergenze mi rivolgo ai negozi dove si acquista sfuso. Questi negozi sono ricchissimi di materie prime, alimenti, prodotti per l’igiene, spezie et coetera, che, però, vengono venduti senza imballaggi: si porta da casa il contenitore che di volta in volta viene riempito così da ridurre tantissimo i rifiuti e l’impatto ambientale delle merci. Poi ho riscoperto i mercati contadini e i piccoli negozietti di zona, scelti sempre con molta cura e a seconda di cosa offrono.

Via dal supermercato. Quanto il prezzo scende?

Il risparmio è parecchio, essenzialmente per due motivi: compro meno, perché non avendo davanti agli occhi tutti quei prodotti e quelle pubblicità certi bisogni “indotti” mi sono proprio spariti e compro meglio anche se di qualità. Il minor prezzo deriva dalla filiera corta, dall’acquisto in gruppo, all’assenza di imballaggi e di intermediari. Insomma il risparmio è notevole!

Per esempio la cicoria che io pago 2.00 euro al chilogrammo, al supermercato costa 2,29 euro al chilo; le mele che io pago 2.10 euro al chilo, al supermercato mi costerebbero 2,59 euro al chilogrammo; i peperoni li pago 2.00 euro al chilogrammo, al supermercato il prezzo è di 2,35 euro al chilo; le pere le pago 2.00 euro al chilo, al supermercato 3,39 euro al chilogrammo; le carote le pago 1.60 euro al chilo contro i 2,64 euro al chilogrammo del supermercato. E la maggior parte di questo confronto è fatto tra il biologico (mio) e il convenzionale, del supermercato (prezzi di Roma, n. d. r.).

Certo non risparmio su tutto. Ma ho imparato che il sottocosto del supermercato non sempre significa risparmio, anzi: molto spesso significa semplicemente pagare con la salute o far pagare a qualcun altro ciò che manca (basti pensare a tutti quei lavoratori sfruttati o a quei produttori che a causa di questi prezzi non arrivano a fine mese). Ecco, in questo caso il risparmio non mi interessa!

Uscire dal supermercato. La qualità dei prodotti migliora di conseguenza?

Decisamente! Così come è migliorata la qualità della mia vita senza tutti quei prodotti che – ho scoperto – esser pieni di sostanze dannose per me e per l’ambiente. Utilizzare materie prime, prodotti naturali, biologici, artigianali ti fa capire davvero la differenza di ciò che ci propina l’industria e di ciò che invece ci farebbe vivere bene. E il discorso vale per la cucina, per la pulizia della casa, per l’igiene personale. Per tutto!

Il mio bagno, per esempio, prima straripava di tantissimi prodotti, di cui non sapevo nulla. Poi ho imparato a leggere l’etichetta… è stata una rivelazione! Per una vita ho speso tantissimi soldi per cospargermi di petrolati, parabeni e siliconi. Oggi faccio tutto con 4/5 prodotti naturali: un buon sapone vegetale per lavarmi, un olio di mandorle come struccante idratante, un deodorante autoprodotto e un dentifricio all’argilla bianca. E il mio corpo ringrazia!

Supermercato addio. Che cosa riesci a trovare in più rispetto al nostro carrello quotidiano?

Molto spesso trovo di meno. La scelta è limitata ai prodotti di stagione, per esempio, oppure a quelli locali… però c’è una cosa che questo tipo di spesa mi dà e che la grande distribuzione non potrà mai darmi: le relazioni con le persone. In questi anni senza supermercato ho conosciuto tantissime persone fantastiche che lavorano nel rispetto dei consumatori, dell’ambiente e dei lavoratori e che mettono amore in ciò che fanno. Grazie a loro ho scoperto tantissime cose, sono cresciuta e migliorata anche come persona. Oggi sono più consapevole e felice, anche di fare la spesa, che per me non significa più “oddio, è arrivato il giorno terribile di rinchiudermi in un centro commerciale per almeno due ore, cercare parcheggio, fare la fila et coetera” anzi. Oggi per me fare la spesa è uno dei momenti più divertenti della settimana!

Hai qualche consiglio da dare ai nostri lettori per vivere a prescindere dal supermercato?

In realtà non ho consigli, ricette o magiche soluzioni. Credo che dipenda solamente dalla voglia di mettersi in gioco e dalle motivazioni che ti spingono a farlo. All’inizio neanche per me è stato facile, ora non riesco a immaginare di vivere in maniera diversa. Non ho fatto altro che mettere in discussione le mie abitudini e guardarmi intorno: era già tutto lì, solo che nella frenesia della mia quotidianità non me ne ero accorta.

“Vivere senza supermercato” è un testo davvero ben scritto. Ci sono concetti che vorresti aggiungere al libro?

Forse quello di non sottovalutare la potenza dei piccoli gesti quotidiani. Io non avrei mai pensato che da una cosa così semplice come fare la spesa si potesse generare tutto questo, non avrei mai pensato che da questa stravagante idea potesse nascere in me un cambiamento così radicale. Essere consapevoli del potere che abbiamo tra le mani ogni volta che mettiamo mano al portafoglio credo sia davvero rivoluzionario. E devo dire che oggi l’agire con questa consapevolezza mi fa stare davvero bene.

About Isabella Lopardi

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

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