Bambini e tumori, un binomio che non vorremmo mai vedere realizzato. Quando il paziente colpito da tumore è un bambino bisogna usare riguardo, poiché questi si cimenta con una patologia più grande di lui. Per questa ragione si lavora a terapie personalizzate, realizzate sulla base dell’identikit molecolare del singolo tumore. Cure mirate, efficaci, meno aggressive possibile limitano i danni secondari. E’ il cimento degli oncologi pediatri, attivi in tutto il Globo. Venerdì e sabato al Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma è previsto un simposio scientifico in argomento, dal titolo ‘Medicina di precisione in Oncologia pediatrica’: lo promuove la Fondazione Mia Neri.
Bambini, medicina tagliata su misura
Queste le parole del professor Giovanni Neri, presidente della Fondazione:”Medicina di precisione significa medicina ‘tagliata’ su misura del paziente, con somministrazione di cure personalizzate, che hanno come bersaglio non solo una specifica patologia, ma quella patologia in uno specifico paziente. Per il momento è ancora un obiettivo cui tendere, ma la sempre più accurata conoscenza del genoma umano è garanzia del suo prossimo raggiungimento. Questo traguardo è soprattutto urgente da tagliare in oncologia, dove il tumore ha una propria individualità genomica, che spesso si sottrae a cure genericamente antineoplastiche, e che viceversa deve essere studiata e aggredita con strumenti farmacologici di precisione”.
Secondo Riccardo Riccardi, direttore della uoc di Oncologia pediatrica del Policlinico A. Gemelli, “Siamo solo all’inizio. Va detto che al momento non ci sono dati certi sulla attuabilità della ‘precision medicine’ in oncologia pediatrica su larga scala. Occorre però sottolineare che gli studi di genomica dei tumori fin qui condotti hanno permesso un significativo passo avanti nella classificazione molecolare e stratificazione del rischio dei tumori; questo e’ accaduto in particolare per il medulloblastoma, un tumore cerebrale frequente nei bambini. Questa caratterizzazione può avere un impatto nel prevedere la probabilità di guarigione di un singolo paziente e ci permette di decidere la terapia più adeguata caso per caso. Per esempio, i medulloblastomi che esprimono una specifica proteina, la beta-catenina, hanno una prognosi migliore e possono essere guariti con trattamenti meno aggressivi”.