Le feste di fine anno segnano tradizionalmente l’inizio della stagione sciistica. Per tutti: atletici e sedentari, giovanissimi e più adulti, ma anche poco prudenti, anche poco allenati.. e dunque più a rischio degli altri di andare incontro a un trauma o una lesione. Stiamo parlando degli uomini over 40. Gli esperti di medicina riabilitativa lanciano un avvertimento: è in questa particolare categoria di sciatori – non si parla di chi lo pratica regolarmente, ma degli sciatori occasionali – che avviene il maggior numero di incidenti, con conseguenze a volte pesanti su articolazioni, tendini e ossa. Ma perché proprio gli uomini? E perché soprattutto dopo i 40 anni?
A sciare per Natale? No se non si è preparati
Gli uomini dai 40 anni in su sono considerati più a rischio di incidenti e lesioni nello sci per vari motivi.
Insufficiente preparazione
Di solito si avvicinano alle piste da sci senza avere buona preparazione atletica. Gli uomini che superano i 40 anni, spesso, non frequentano regolarmente una palestra o non svolgono in modo assiduo altre attività sportive. Sono meno allenati sia rispetto agli uomini più giovani, sia alle donne coetanee.
Tra una donna e un uomo di circa 40 anni (o più), è la donna spesso ad avere una miglior condizione generale e a seguire uno stile di vita più corretto, con una regolare attività fisica. E se si guarda alle palestre e centri sportivi si vedrà che sono, sì, pieni di uomini… ma di età compresa tra i 20 e i 35 soprattutto. Per questa ragione i maschi 40enni e ultra 40enni sono considerati più a rischio.
Senza una adeguata preparazione atletica, questi uomini richiedono al proprio fisico uno sforzo complessivo superiore alle loro possibilità: le strutture del corpo (muscoli, articolazioni, legamenti, ossa) non sono “pronte” a reggere il carico di lavoro richiesto da un’attività veloce, agile e altamente atletica come quella dello sci.
Scarso senso del limite
Gli uomini sono anche più imprudenti rispetto alle donne, dunque più a rischio di manovre o passaggi azzardati. E sono molto meno “elastici” dei bambini o adolescenti, che invece possono essere altrettanto imprudenti ma anche più resistenti a traumi e lesioni.
I bambini hanno un baricentro molto basso e dunque una capacità di equilibrio sugli sci molto maggiore degli adulti, in generale. Quanto ai ragazzini, tutte le strutture del loro corpo sono più elastiche rispetto a quelle di un uomo adulto; ed essi possono contare su riflessi più pronti.
L’imprudenza degli uomini maturi, 40enni o over 40, nasce da uno scarso senso del limite.
Fisicamente si sentono bene, pronti, forti e con lo stesso entusiasmo di sempre. Si sentono “giovani” e lo sono sicuramente, sotto certi aspetti. Ma il loro organismo, le strutture del fisico, non sono rimaste le stesse di quando avevano 30 anni.
A meno di una costante e attenta preparazione fisica, i muscoli sono meno potenti, i tendini e le articolazioni meno elastici. Questi cambiamenti dovuti all’età sono del tutto naturali e non sono visibili, non provocano alcun problema (né disturbo) nella normale vita quotidiana. E difatti un uomo 40enne può essere davvero “giovane” sotto certi aspetti.
Ma lo sci non è un’attività quotidiana: non lo è per il fisico, che non è in grado di rispondere con la stessa prontezza di 10 anni prima.
I rischi specifici per gli sciatori improvvisati
Quali sono i rischi specifici a cui vanno incontro gli sciatori di questo tipo? Sciare è un’attività sportiva che sollecita, in particolare, due articolazioni del corpo: quelle del ginocchio e della spalla.
Gli scarponi bloccano la parte inferiore della gamba in una posizione innaturale, cioè in flessione anteriore. L’articolazione e i legamenti del ginocchio hanno dunque “libertà” di rotazione ridotta. Nel caso di una caduta in questa posizione, la gamba rimane ferma e a ruotare – in dentro o in fuori – è la parte superiore dell’arto, quella del femore, che naturalmente grava sul ginocchio stesso.
L’altra articolazione a rischio è quella della spalla: in caso di caduta, infatti, viene istintivo atterrare di lato. Questo protegge da eventuali traumi al volto, ma aumenta il rischio di impatto o di torsione innaturale della spalla.
Secondo i dati dell’Istituto superiore di Sanità, oltre la metà degli infortuni nello sci riguarda gli arti inferiori (il 53,4 per cento) e un misura minore gli arti superiori (16,3 per cento).
C’è infine il rischio che la caduta provochi un trauma a livello del cranio, del tratto spinale superiore e della faccia. Si tratta però di una minoranza di casi, secondo i dati non più del 13,4 per cento.
I traumi più frequenti
Lussazione
Si tratta della perdita dei rapporti di contatto tra i capi articolari di una articolazione. Può essere una perdita di contatto completa (quando le due superfici articolari si separano nettamente) o parziale (quando rimangono in parziale contatto; in questo secondo caso si parla di sub-lussazione).
Lo slittamento a livello delle cartilagini delle due estremità ossee è dovuta alla rottura, a volte parziale, dei legamenti e della capsula che mantengono stabile l’articolazione in condizioni normali.
La più frequente è la lussazione della spalla: avviene quando la testa dell’omero fuoriesce dalla sua normale sede e non ci ritorna spontaneamente. Nella maggior parte dei casi, l’omero viene deviato in avanti e in basso (lussazione anteriore).
Frattura
Naturalmente le cadute sugli sci possono causare una frattura. I moderni attacchi e scarponi – che si sganciano automaticamente in caso di anomala sollecitazione – hanno ridotto la percentuale di fratture della tibia e del femore (che comunque avvengono).
Le fratture più frequenti riguardano oggi le strutture del ginocchio (soprattutto menischi, legamento crociato anteriore e legamento collaterale mediale), della spalla (omero e della clavicola) e del polso (lo scafoide, cioè di una delle piccole ossa del carpo).
Trauma cranico
Può essere provocato sia da una caduta che avviene in particolari condizioni di velocità e ripidità della pista, sia per urto contro degli ostacoli naturali (un albero, una roccia) facendo del “fuori-pista”.
Il trauma cranico è un trauma molto serio e, fortunatamente, abbastanza raro, soprattutto se si ha l’accortezza di indossare sempre il casco di protezione.
Trauma alla cervicale
Una caduta in velocità e/o la posizione in cui si cade possono provocare anche un trauma a livello del tratto cervicale della spina dorsale. L’urto provoca una rotazione anomala o una compressione delle 7 vertebre del primo e il secondo tratto cervicale possono provocare lesioni di lieve entità ma anche molto serie e invalidanti.
Stiramento e contrattura
E’ tra le lesioni meno serie e anche una delle più frequenti. Sottoponendo la muscolatura a uno sforzo intenso e superiore alla norma, è facile che il tessuto ne risenta.
Lo stiramento altera il normale tono muscolare: più dannoso di una semplice contrattura (l’irrigidimento involontario e permanente del muscolo) e meno serio dello strappo (cioè la rottura delle fibre del muscolo).
Lesione dei legamenti
Oltre alla frattura, i legamenti del ginocchio (i crociati anteriore e posteriore, il legamento collaterale mediale e quello collaterale laterale) sono sottoposti al rischio di lesione a causa della “iperestensione” del ginocchio in un movimento brusco e involontario oppure per rotazione interna del ginocchio stesso.
A sciare per Natale? Sì, se segui questi consigli
Cosa consigliano gli esperti a questa categoria di sciatori particolarmente a rischio traumi? Tre parole: allenamento, saggezza e cautela
Una buona forma fisica
La prima regola è arrivare sui campi da sci in buona forma fisica.
E’ necessaria una preparazione di almeno 20 giorni, prima di affrontare una settimana bianca, un week end dedicato allo sci o anche solo – anzi a maggior ragione – una giornata sporadica sulle piste.
Una buona preparazione fisica si ottiene iniziando dalle piccole cose:
– frequenti camminate, non solo nelle scampagnate ma anche in città;
– esercizi di stretching quotidiani, su tutta la muscolatura e in particolare sugli arti inferiori
– esercizi di tonificazione muscolare, in particolare per i muscoli quadricipiti.
Tutto questo si può raggiungere in vari modi: sia frequentando una palestra, sia svolgendo una diversa attività sportiva (per esempio la piscina, per chi ama il nuoto o la corsa) associata a qualche specifico esercizio di potenziamento da fare anche a casa.
Non è necessario (e anzi dannoso) sottoporsi a un “tour de force”: non ci si sta allenando per le olimpiadi, soprattutto se fino a quel momento non si è fatto molto movimento…
L’obiettivo è migliorare la condizione generale, la tonicità dei muscoli e l’elasticità delle articolazioni, aumentare la capacità dei riflessi.
L’attività fisica migliora inoltre la micro-circolazione, che ha un ruolo fondamentale nel proteggere l’organismo dal rischio traumi sportivi. Qual è il legame? Facile da comprendere: quando si svolge un’attività fisica alla quale non si è preparati a dovere, c’è una richiesta velocissima di accumulo di sangue nei distretti del corpo impegnati nello sforzo (per esempio, i muscoli e i tendini delle gambe); se questa richiesta non viene soddisfatta – perché il microcircolo di sangue periferico non è sufficiente – la mancata irrorazione provoca una minor forza nei muscoli: il tessuto muscolare, tendineo e le articolazioni, non ben ossigenati, funzionano meno prontamente.
Andare a sciare per Natale è divertimento e prudenza
L’uso del casco per sciare è obbligatorio, oggi, solo per i minori di 14 anni. Ma anche per gli adulti è consigliabile usarlo, soprattutto se le uscite sui campi da sci non sono così frequenti. La protezione del casco riduce molto il rischio di traumi al cranio e al tratto cervicale.
Ultimo, ma importante, suggerimento: andare sugli sci con saggezza. Gli uomini over 40 devono avventurarsi per gradi sulle piste da sci. Tenere un po’ a bada l’entusiasmo e il senso istintivo di competizione – soprattutto se ci si trova in una compagnia maschile con i più giovai – e sottoporsi a sforzi progressivi, un giorno dopo l’altro.
Non devono rinunciare a nulla: solo non scegliere sempre e per forza il percorso più veloce, la pista più nera o il fuoripista più azzardato. E tener presente che il proprio organismo non è quello di un 20enne e potrebbe dunque non rispondere con la stessa prontezza e capacità in caso di pericolo.