Nella rubrica di gnatologia posturale ci occupiamo del problema dei denti storti.
La maggior parte dei pazienti che si rivolge all’ortodontista (il dottore che “raddrizza” i denti) lo fa sostanzialmente per esigenze estetiche.
Viviamo in una società dove impera il culto del bello ad ogni costo e sicuramente avere denti bianchi e perfettamente allineati con un sorriso smagliante è un ottimo biglietto di presentazione per chiunque.
Il nostro paziente tipico è il bambino accompagnato dalla mamma che vede i “denti davanti” troppo in fuori, o in dentro, o storti ed è giustamente preoccupata per il futuro sorriso del proprio figliolo.
In verità i problemi di crescita e di allineamento dei denti anteriori, che si chiamano incisivi, è sempre la spia di un problema che sta dietro, per alterata funzione e sviluppo dell’intera bocca.
Non solo, oggi sappiamo che potrebbero essere l’espressione di alterazioni dell’intero organismo.
Balters, uno dei pionieri dell’ortodonzia funzionale, osservava già agli inizi del ‘900, come alle malocclusioni dentali si associassero sintomi vari quali: respirazione orale, otite, spalle cascanti, piede valgo, rachitismo, lassità legamentosa, gastroenterite, incubi.
Perché questa, e altra, sintomatologia si associa costantemente alla malocclusione?
La risposta a questa ed altre domande ci viene oggi fornita dallo studio delle correlazioni occlusoposturali, i cui risultati evidenziano che l’occlusione dentale non può più essere valutata e trattata a prescindere dalle grandi sinergie funzionali del contesto corporeo globale.
La malocclusione entra a far parte di un quadro sindromico generale di cui spesso rappresenta la manifestazione oggettiva più evidente.
Questo è il motivo per cui la semplice “ortodonzia” che, ripeto, significa semplice allineamento dei denti, deve diventare “Ortognatodonzia Sistemica”.
Un’approccio “sistemico” necessita di uno sforzo interpretativo non indifferente in quanto, per qualunque medico e per l’odontoiatra in particolare, pensare in maniera sistemica significa uscire dal proprio orticello, rispolverare concetti dimenticati e scoprirne di nuovi.
Diventa necessario confrontarsi con il “paziente” e non semplicemente con la “malocclusione”.
Ci vuole coraggio, perché farlo può portare a mettere in discussione o addirittura a modificare radicalmente il nostro lavoro.
I vantaggi, per noi operatori, sono molti: potremo sapere se i nostri trattamenti hanno effettivamente giovato ai pazienti, e non solo dal punto di vista estetico, ma anche valutare le diverse tecniche ortodontiche in modo obiettivo, in base ai risultati ottenuti sul piano globale.
La recidiva o il fallimento del trattamento non sarà più una sgradevole sorpresa ma un fenomeno prevedibile e prevenibile.
I vantaggi per i nostri pazienti sono intuibili: non solo raddrizzare i denti “storti” ma prevenire e mantenere lo stato di salute globale dell’individuo. Vi pare poco?
Dott. Giuseppe Stefanelli. Odontoiatria sistemica
info@osstefanelli.com
Immagine copertina di Karolina Grabowska https://www.pexels.com/it-it/foto/persona-mani-donna-alla-ricerca-6627536/
2 comments
Pingback: Gli occhi, alleati della postura
Pingback: Consigli per stare bene