Si chiama Ambrosia (nettere degli dei), è una pianta erbacea originaria degli Stati Uniti, dove addirittura il 40% della popolazione ne è allergica. Inizia a fiorire nel mese di maggio e ha il suo periodo di massima fioritura nei mesi di luglio e agosto, ha una eccezionale capacità di produrre pollini ed è cresciuta a dismisura nel tempo, a causa dell’aumento dell’anidride carbonica emessa nell’aria. Le persone affette da allergia all’ambrosia devono affrontare diverse problematiche che possono degenerare anche in tolleranze a cibi quali melone, anguria e banana. L’allergia, di solito, si manifesta con asma, rinite o raffreddore, fastidi al naso, occhi rossi, prurito.
“Studi recenti realizzati negli Stati Uniti hanno confermato la validità dell’Immunoterapia per l’Ambrosia”, dice il professor Giorgio Walter Canonica, Direttore della Clinica di Malattie dell’Apparato Respiratorio e Allergologia Di.M.I. IRCCS San Martino Genova e Presidente Società Italiana Allergologia Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC) – Il problema dell’allergia all’ambrosia è iniziato dalle regioni del Nord, come Lombardia, Piemonte, Veneto ma presenta due problemi che lo rendono preoccupante per il futuro. Il primo è la continua e progressiva espansione di quest’allergia a nuovi territori, con difficoltà a contenere la diffusione della pianta; il secondo è la particolare gravità dei disturbi collegati a quest’allergia, che in oltre il 50% dei casi consistono in asma bronchiale. La terapia sublinguale è quindi una preziosa risorsa di prevenzione e di cura per affrontare questo problema”.
L’immunoterapia specifica consiste nella somministrazione controllata al paziente dell’allergene che causa la sua patologia, con lo scopo di desensibilizzarlo. Naturalmente è fondamentale una diagnosi corretta per poter scegliere l’allergene specifico: solo così la terapia avrà successo. Per una corretta diagnosi la medicina moderna si può avvalere di numerosi strumenti, che vanno dal semplice, ma comunque valido skin test (test cutaneo) sino alla diagnostica molecolare.
Lombardia e Milano maglia nera per l’allergia all’ambrosia. Secondo gli esperti sono addirittura 300 mila i lombardi che tra luglio ed agosto soffrono per questa allergia. A Milano sono 3.250 le persone a cui viene diagnosticata l’allergia causata dalla pianta di ambrosia, pari al 54% delle pollinosi e al 38% di tutte le allergie respiratorie manifestate. Uno studio condotto dall’Asl Milano 1, in collaborazione con l’ambulatorio di allergologia dell’ospedale di Magenta, ha evidenziato che il territorio dell’Asl Milano 1 è una delle aree più infestate da ambrosia in Europa e quella più infestata in Italia.
Roma: numeri in crescita e colpiti i bimbi. L’arrivo dell’ambrosia nella Capitale era stato segnalato dai botanici già da qualche anno. Qualche anno dopo essere entrata nel teleobiettivo dei pollinologi, quest’erba comincia ora a colpire i bambini di Roma e del Centro Italia, dove si registra la prima incidenza sensibile della presenza dell’allergia all’ambrosia. A rilevare la diffusione dei sintomi allergici provocati dal suo polline, sono gli esperti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, che hanno segnalato che nei primi 6 mesi del 2014, ben il 3% dei bambini sottoposti ai test per le allergie e risultati allergici ai pollini, è sensibile all’ambrosia.
Alcuni semplici consigli salva-ambrosia:
- Non dormire con le finestre aperte ma, in caso di grande caldo, utilizzare un condizionatore (a cui siano stati puliti i filtri) o un ventilatore.
- Non viaggiare con i finestrini dell’auto aperta.
- Indossare la mascherina quando si viaggia in bicicletta.
- Preferire alle vacanze o ai weekend in campagna, i soggiorni in alta montagna (l’ambrosia, infatti, non fiorisce oltre i 500 metri).
- Evitare di praticare sport nelle ore del tramonto o di prima mattina, quando l’attività di impollinazione raggiunge il suo picco.
- Cambiarsi spesso d’abito e stendere il bucato in casa e non all’aperto.