Figurativo o tribale, fantasioso o geometrico, più o meno variopinto, esibito con orgoglio o seminascosto nelle parti più delicate del corpo. Il tatuaggio è una moda che non conosce crisi. Si calcola che circa dieci milioni di persone, in Europa, portino un segno indelebile sulla propria pelle.
Ma accanto a questa tendenza in costante ascesa ce n’è un’altra, di segno inverso: quella dei “pentiti” del tatuaggio.
Secondo gli specialisti della chirurgia plastica circa il 40 per cento delle persone tatuate decide, dopo qualche tempo, di rimuovere il tatuaggio. Come? Oggi, grazie ai laser di ultima generazione, le tecniche di rimozione sono più raffinate e meno aggressive. E offrono buoni risultati. Ma l’operazione, avvertono gli specialisti, rimane complessa.
Sono stati i Vip a sdoganare il tatuaggio
Tra i personaggi famosi non si contano quelli con il corpo decorato da almeno un tatuaggio. Ma non si contano nemmeno quelli che lo hanno rimosso o trasformato. A volerli elencare, c’è solo l’imbarazzo della scelta:
- Angelina Jolie, che ne ha cancellato più d’uno, sostituendo tra l’altro quello con il nome dell’ex marito, Billy Bob Thorton, con le date e luoghi di nascita dei suoi figli.
- Johnny Deep, che al posto del romantico “Winona Forever” è passato a un prosaico “Wino forever” (per sempre ubriacone);
- Paris Hilton, che si è fatta rimuovere il nome dell’ex fidanzato tatuato sulla natica;
- Britney Spears, che ha fatto cancellare le lettere ebraiche tatuate sulla nuca;
- l’ attore e produttore cinematografico Russell Brand che per sancire il definito distacco dall’ex moglie Katy Perry ha rimosso la scritta in sanscrito che recitava “lasciati andare”.
Anche tra i personaggi italiani non mancano i pentiti. Due esempi su tutti:
- Federica Pellegrini, che si è discretamente liberata del nomignolo (balù) dell’ex fidanzato Luca Marin, inciso sulla caviglia;
- Asia Argento, che ha in qualche modo rinnegato quell’angelo tatuato sul basso ventre che tanto aveva contribuito, a suo tempo, a fare di lei un idolo ribelle. Decisione pragmatica e senza rimpianto, pare: “Cancello l’angelo – aveva comunicato ai fans – l’ho fatto a 16 anni e lo vedo da 20. Ormai mi ha stancata”.
Per togliere un tattuaggio c’è più di un metodo
La rimozione dei tatuaggi è stata fatta, negli anni, con diverse metodiche: dermoabrasione, escissione chirurgica, criochirurgia, elettrosalatura.
Oggi la tecnica più utilizzata è senz’altro quella dei laser di nuova generazione.
Con la chirurgia
Nel complesso le tecniche chirurgiche (dermoabrasione, escissione, criochirurgia) offrono risultati veloci e consentono di rimuovere completamente il disegno. Ma hanno il grande limite di lasciare cicatrici più o meno evidenti, segni oppure una alterazione della pigmentazione della pelle.
Con l’elettrosalatura
L’elettrosalatura (o salasabrasione) consiste nell’applicazione giornaliera di una miscela a base di cloruro di sodio sul tatuaggio in modo da provocare una abrasione cutanea profonda.
Per cancellare del tutto il tatuaggio sono necessarie diverse sedute (da 2 a 7 in media).
Alla fine del trattamento, è necessario continuare la medicazione della zona interessata per 3 settimane circa.
Si tratta di una tecnica che offre buoni risultati solo sui tatuaggi molto superficiali; negli altri casi, c’è il rischio che l’abrasione troppo profonda della pelle crei una zona di pelle più chiara oppure una cicatrice permanente.
Con il laser Q-switched
I laser Q-switched sono considerati attualmente lo strumento più efficace e sicuro per eliminare i tatuaggi in modo efficace, sicuro e senza rischio di cicatrici. I Q-Switched sono di fatto una evoluzione del trattamento laser per la rimozione dei tatoo (iniziata verso la fine degli anni ’70 con il laser CO2).
Si tratta di laser ad impulsi ultraveloci: la durata dell’impulso di luce è nell’ordine del nanosecondo, cioè un milionesimo di secondo.
Questo tipo di laser provoca una sorta di “micro-esplosione” dei pigmenti colorati che formano il tatuaggio; le particelle pigmentate dunque vengono via via vaporizzate e poi eliminate attraverso le cellule spazzine (i macrofagi). E non ci sono effetti termici del laser sui tessuti circostanti
Per ogni tonalità di colore ci sono specifiche lunghezze d’onda del laser: assorbendo l’energia luminosa, le particelle di colore vengono così fragmentate.
Anche se offre ottimi risultati, bisogna però tener conto che il trattamento con i laser Q-switched non garantisce la stessa risposta su tutti i tatuaggi: molto dipende dall’estensione e soprattutto dal colore del tatuaggio. Non tutti i colori, infatti, sono ugualmente sensibili all’azione del laser: i più facili da rimuovere sono il nero e il rosso, i più difficili il blu e verde; il giallo e il bianco possono anche non rispondere affatto al laser.
Un laser diverso a seconda del colore
Esistono diversi tipi di laser Q-switched. Quelli più usati per la rimozione dei tatuaggi sono:
– Q-S alexandrite (efficace per rimuovere blu, nero e verde);
– QS ruby (efficace sul nero, blu e viola, ha maggiore successo sui tatuaggi amatoriali);
– QS Nd:YAG (il più utilizzato oggi in generale; efficace per rimuovere i colori scuri e quelli della tonalità del rosso).
La scelta spetta allo specialista, in base alla valutazione del tatuaggio da rimuovere, delle sue caratteristiche e del tipo di pelle della persona.
Cosa bisogna considerare prima di togliere un tatuaggio
Oltre alle caratteristiche specifiche del tatuaggio, altri fattori determinano la qualità del risultato finale. In particolare:
- l’omogeneità e la profondità del tatuaggio;
- la fattura. Un tatuaggio professionale, per esempio, può essere più difficile da rimuovere di uno amatoriale, perché ha maggior profondità ed elevata densità di pigmento sulla cute. A volte però può accadere anche il contrario: a volte i tatuaggi amatoriali risultano più difficili dei professionali da rimuovere, perché sono eseguiti a mano libera con gli aghi e senza l’ausilio delle cosiddette macchinette. Il pigmento dunque si posiziona a profondità diverse e spesso supera il derma profondo fino al grasso sottocutaneo;
- l’età del tatuaggio, perché quelli più vecchi sono più facili da eliminare (il pigmento è già in parte scolorito) di quelli recenti;
- eventuali altri trattamenti di rimozione, che possono aver lasciato una cicatrice sottocutanea e cutanea su cui il laser è meno efficace;
- la qualità dell’inchiostro, perché alcune tinte (tipo il rosa pelle) possono ossidare al contatto con la luce del laser Nd:YAG e virare al marrone scuro;
- il tipo di pelle (le carnagioni più scure sono più problematiche, c’è un rischio maggiore di lasciare aree di ipo-pigmentazione).
Come si toglie un tatuaggio con il laser
La rimozione con il laser può essere fatto senza anestesia locale, perché non comporta alcun dolore particolare. Nelle zone più delicate o per le persone più sensibili, si può applicare una crema anestetica per eliminare il fastidio.
Durante la seduta il laser provoca uno sbiancamento immediato della zona di pelle trattata, che è causato dal distacco dei frammenti di epidermide dovuto alle microesplosioni del pigmento.
Dopo il trattamento compare un sanguinamento puntiforme e un certo gonfiore, che scompare nel giro di 24 ore.
Sulla zona trattata si applica una pomata antibiotica-cortisonica, che si dovrà usare per i 5 o 6 giorni successivi. Sulla pelle compaiono delle piccole crosticine, che cadono anch’esse nell’arco di qualche giorno.
Il giorno dopo il trattamento, la pelle può essere lavata normalmente con un sapone neutro.
Durata e costo
Per la rimozione dei tatuaggi con i laser Q-switched servono in media dalle 5 alle 10 sedute, a distanza di circa 30-45 giorni l’una dall’altra. Maggiore è il tempo tra una seduta e l’altra e migliore è il recupero dei danni cutanei (minore anche il rischio di eventuali complicanze, come discromie o variazioni della trama della cute).
La durata del trattamento dipende molto dalla reazione del pigmento colorato allo stimolo del laser, da quanti colori ci sono, dalla reazione della pelle, dalla densità del colore a livello cutaneo eccetera.
Il costo varia in funzione delle dimensioni del tatuaggio e della regione del corpo da trattare. In media, il prezzo di ciascuna seduta si aggira intorno ai 200 euro.