Lipopenoscultura: voglio un pene più grande. Vado dal dentista?
La tecnica non è nuovissima ma è certamente molto richiesta dagli uomini di tutte le età. Si chiama lipopenoscultura, promette e probabilmente mantiene, un pene più grande. Roba da ragazzini insicuri e in cerca di una maggior autostima? Non è detto, anzi.
“Mi capita di avere a che fare soprattutto con persone mature, con una relazione stabile, quasi sempre al secondo matrimonio con una donna più giovane“, dice Pietro Martinelli, medico estetico con studi a Parma e Brescia che ha registrato negli ultimi 2 anni un notevole aumento di richieste di lipopenoscultura.
La compagna di solito è presente all’appuntamento, questo significa che la decisione di rivolgersi al medico per una regolata alle “misure” è una scelta della coppia: discussa e condivisa, anche se l’aumento delle dimensioni del pene non è direttamente proporzionale con l’aumento dell’attività sessuale.
In effetti: “La lipopenoscultura di fatto non ha particolari ripercussioni sull’attività sessuale”, spiega il dottor Martinelli. “Perché semplicemente consiste nell’utilizzare il grasso del paziente per aumentare, tramite iniezioni, il volume del pene. Niente sala operatoria o degenza e in un’ora ci si ritrova con un “attributo” di dimensioni maggiori”.
Lipopenoscultura, per chi è adatta?
“È la soluzione ideale per quelli che soffrono della cosiddetta sindrome da spogliatoio, una sorta di complesso di inferiorità che colpisce alcuni uomini quando si trovano occasionalmente nudi di fronte ad altri”, risponde Martinelli. “L’intervento infatti non modifica le prestazioni sessuali e l’erezione non viene disturbata dall’aumento di dimensione del pene. Questo tipo di intervento ha soppiantato quello che veniva eseguito fino a qualche anno fa e consisteva in iniezioni di acido ialuronico che però avevano una durata limitata nel tempo e potevano causare fastidiosi granulomi“.
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L’intervento si articola in due fasi:
- L’intervento, che dura circa un’ora, viene eseguito in anestesia locale.
- Prima si preleva del grasso dal paziente, di solito dall’addome, dalla zona sovra pubica,
- Quindi lo si inietta nel pene per aumentare il diametro utilizzando cannule smusse (senza punta) di piccolissime dimensioni (max. 1,5 mm).
L’iniezione di grasso aumenta il diametro del pene e, virtualmente, anche la lunghezza, in quanto aspirando il grasso presente nella zona sopra il pube, si riduce il pannicolo adiposo che ingloba almeno in parte, la radice del pene. Si ha quindi l’illusione di un pene cresciuto in lunghezza.
Che cosa succede dopo la lipopenoscultura?
Una parte del grasso di solito viene riassorbita dall’organismo (circa il 30%), ma la maggioranza attecchisce con risultati duraturi. Per contrastare il naturale riassorbimento, si effettua un’ipercorrezione della zona, cioè si inietta più grasso del necessario. È comunque sempre possibile eseguire interventi in un secondo tempo anche per raggiungere dimensioni maggiori, ma che non devono superare un aumento volumetrico del 30 – 40%.
Il decorso post-operatorio non è particolarmente gravoso: il dolore di solito è sopportabile e si cura con dei normali analgesici.
E’ necessario invece astenersi dall’attività sessuale per 3/4 settimane e rispettare un’accurata igiene personale. Le funzioni fisiologiche non sono per nulla ostacolate.
Lipopenoscultura: qualche considerazione
“Per ottenere dei buoni risultati e un buon attecchimento del grasso con la lipostruttura è necessario che l’operatore abbia una preparazione tecnica specifica: il maneggiamento del grasso è molto delicato e in mani non esperte i risultati sono spesso quasi nulli” sostiene Martinelli.
Ed è proprio su questo punto che viene spontaneo fare qualche considerazione. Nulla a ridire sulla tecnica ormai più che collaudata, né sull’esigenza maschile (anche se discutibile) di aumentare le dimensioni del pene, ma è corretto rivolgersi al medico estetico per questo tipo di intervento? La legge in Italia consente a qualsiasi medico chirurgo di operare nel campo della medicina estetica.
Negli ultimi anni sono soprattutto i dentisti ad aver affinato le tecniche della medicina estetica e rigenerativa proprio come nel caso del dottor Pietro Martinelli, medico chirurgo, specializzato in odontoiatria seppur con un master quadriennale dell’International Academy of Esthetic Medicine (IAEM) eun master universitario di II livello in Medicina Estetica (Parma).
E’ vero che i buoni risultati dipendono in gran parte dai numeri, vale a dire dalla manualità pratica sviluppata dal medico grazie al numero dei casi seguiti, e che questi sono interventi esclusivamente estetici e non funzionali, ma il dubbio rimane.