Nonni baby sitter. Perfetti con qualche limite

Nonni baby sitter. Perfetti con qualche limite

Sembrerebbe una frase fatta, in fondo un po’ banale, ma questa affermazione viene dalla SIPPS, Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale. Una indagine Eurispes, infatti, ci rende la figura del nonno nel modo esatto in cui viene rappresentato dai bambini tra i 7 e gli 11 anni: una figura che comunica affetto, che comprende le necessità dei nipoti e che trasmette loro esperienze.

I nonni che viziano i nipoti e che mettono a rischio i punti fermi stabiliti dall’organizzazione familiare dove sono finiti?

In realtà, la stessa indagine dice che i nipoti che si sentono viziati dai nonni sono molto meno di quanto si possa credere, un 27% del campione; anzi, quelli che si sentono trattati in modo autoritario sono addirittura oltre il 30% degli intervistati.

Nonni che non viziano… nonni autoritari. Crolla un mito?

Non proprio. Diciamo che si abbatte un luogo comune poiché il loro ruolo si è andato via via definendo come quello di figure autorevoli di riferimento. I nipoti li amano molto. Anche perché i nonni trascorrono con loro quasi la metà del loro tempo.

E i nonni italiani come sono rispetto ai loro “colleghi” europei?

I nonni italiani sono degli autentici fuoriclasse. Basti pensare che secondo uno studio europeo del 2011 (SHARE: The Survey of Health, Ageing and Retirement in Europe-2011) in Italia il 33% dei nonni accudisce personalmente i nipoti. Per capire le proporzioni, basti pensare che in Danimarca sono l’1,6%; e in Svezia il 2,9%.

Una situazione veramente incoraggiante e perfino… poetica?

No. I dati devono essere interpretati. E se questo risultato è sicuramente ottimo dal punto di vista umano e affettivo, dobbiamo tenere presente che in Italia, per motivi che è superfluo anche solo elencare, i nonni sono dei veri e propri ammortizzatori sociali e che suppliscono alle carenze (e agli alti costi) dei servizi sociali. Probabilmente, se un domani (ma quando?) sarà data maggiore attenzione al welfare della famiglia e saranno fatti significativi investimenti a sostegno delle famiglie, i nonni saranno più liberi di dedicarsi ad altro che portare a spasso i nipoti.

Portarli a spasso e dare una mano “economica” alle famiglie…

Una grossa mano. I dati (2012) della Federanziani parlano di oltre 12 milioni di nonni che accudiscono 7 milioni di nipoti, e che impoveriscono di 3 miliardi e mezzo le loro pensioni per sostenere alle loro famiglie di discendenza.

Ma come abbiamo detto all’inizio, i nonni non sono solo dei salvadanaio.

Assolutamente no. Il sostegno economico è importante, ma Federanziani dice che, tanto per citare un esempio, sono proprio i nonni (ben il 63%) a portare i nipoti dal pediatra, oltre a farli giocare e a limitare, grazie alla loro compagnia “attiva”, il loro parcheggio selvaggio davanti alla televisione.

Anche perché i nonni di oggi sono abbastanza lontani dalla figura classica del nonno molto anziano e di cultura medio-bassa.

Sicuramente, i nonni di oggi sono fisicamente più attivi, con una cultura più elevata, con molti interessi, grande dinamismo, sanno usare un computer, possono porsi in modo pressoché paritario con i nipoti. Anche perché sanno usare il computer e frequentano i social network. E poi… sempre più spesso ci sono situazioni di separazione di coppia o di famiglie monoparentali che vedono i nonni come punti di riferimento fondamentali per l’equilibrio psicologico dei loro nipoti.

Un quadro splendido. Forse troppo.

Se parliamo dell’assistenza che i nonni danno ai nipoti, non è proprio tutto perfetto. Una ricerca presentata al Congresso Annuale Americano di Pediatria (Alabama 2012) ha esposto i risultati di un questionario che era stato posto ad un campione significativo di nonni. Diciamo che riguardo a questo aspetto del rapporto nonno-nipote, i nonni hanno ancora delle idee abbastanza antiquate. Stiamo parlando di cose in fondo abbastanza banali, ma molto importanti, invece, per la sicurezza dei bambini, come la posizione nel sonno, sul trasporto in auto, e anche in tema di alimentazione.

Nonni da bocciare?

No, solo da rimandare a settembre. Basterà aggiornarli, o in qualche caso istruirli, sulle moderne norme della sicurezza, sulle novità in tema di alimentazione, di puericultura, di pedagogia e anche qualche infarinatura sugli aspetti socio-educativi. Per aiutarli, ci sono dei manuali e molte pagine su internet. E qualche società scientifica e anche qualche istituzione (ancora troppo poche, in verità) cominciano a muoversi in questo senso. Questo, più l’affetto che per natura lega ogni nonno al proprio nipote, e viceversa, faranno di ogni nonno qualcosa di speciale.

 

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