Sono usciti i risultati dell’Osservatorio Europeo dell’Infedeltà.
La ricerca, è stata condotta su 6 paesi europei, Belgio, Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito, su un panel di oltre 6000 persone.
L’obiettivo è stato quello di fotografare l’Italia e gli altri Paesi presi a campione circa i rapporti di coppia con focus su sesso e infedeltà.
Osservatorio Europeo dell’Infedeltà: i dati sull’insoddisfazione di coppia
A livello europeo, ma soprattutto italiano, quello che emerge è come le coppie di lungo corso abbiano pagato cari questi ultimi due anni di pandemia.
Più del 30% degli europei rivela, infatti, di sentirsi sessualmente insoddisfatto all’interno della propria coppia.
I più frustrati risultano gli spagnoli (41%), seguiti dagli italiani (37%) che sono anche quelli che ammettono di sentirsi, più in generale, poco felici nelle loro relazioni (27%) contro una media europea del 79% di soddisfazione di coppia.
In generale, la maggior parte degli intervistati si è dichiarata abbastanza felice della propria relazione di coppia: i più contenti sono britannici e spagnoli (85%), mentre i meno soddisfatti sono francesi (75%) e italiani (73%).
Secondo i nostri connazionali, infatti, la pandemia ha avuto un impatto significativo sulla vita di coppia:
- rovinando relazioni (31%)
- accentuando crisi e discordie (22%)
- influendo negativamente sulla vita sessuale (19%).
Il 42% degli intervistati sostiene che il Covid abbia in generale peggiorato la situazione delle coppie e in particolare:
- ha ridotto l’attività sessuale per il 19%
- ha amplificato la necessità di passare anche del tempo da soli (15%).
I dati sull’infedeltà
Se lockdown e restrizioni hanno finito per indebolire le coppie più fragili, hanno tuttavia fortificato la voglia di lasciarsi andare alle tentazioni: secondo la ricerca, negli ultimi 3 anni il tasso di infedeltà in Europa è cresciuto del +19%, passando dal 34.5% del 2019 al 41% del 2022.
Soprattutto per quanto riguarda le donne.
Se nel 2019 “solo” il 36% ammetteva di aver tradito il partner, quest’anno le intervistate infedeli salgono al 39% (+8%), in particolare in Italia e nel Regno Unito dove la percentuale passa dal 33% del 2019 al 41% del 2022 (+20%).
L’unico Paese dove il fenomeno è in calo è, invece, la Germania che perde 2 punti percentuali rispetto a quanto rilevato nel 2019 (41% 2022 VS 43% 2019).
In generale, l’infedeltà femminile risulta ancora meno praticata rispetto a quella maschile (48%, la media europea), ma quello che lo studio rileva è come il fenomeno sia decisamente aumentato negli ultimi 3 anni arrivando a convergere con l’infedeltà maschile un po’ ovunque (in particolare nel Regno Unito, dove le due percentuali quasi si equivalgono – 39% uomini, 41% donne).
Osservatorio Infedeltà: il tradimento in Italia
Ancora una volta, l’Italia porta a casa il trofeo europeo dell’infedeltà con un tasso di traditori del 45%, che si mantiene stabile sin dal 2014.
Anche da noi, cresce l’infedeltà femminile, che passa dal 33% del 2019 al 41% del 2022 (+20%); cala, invece, quella maschile che scende dal 55% al 49% (-12%), andando ad appianare, almeno quando si parla di ‘corna’, il gap tra i due sessi.
Motivo del primato, lo si deve anche al fatto che gli italiani sono tra tutti i meno soddisfatti della propria vita sessuale, rispetto a quella sentimentale.
Tanto che la principale spinta che porta a tradire è legata proprio all’attrazione fisica, soprattutto tra gli uomini.
Anche le donne, tuttavia, oggi tradiscono per voglia di sesso (34%), anche se la voglia di sentirsi di nuovo al centro dell’attenzione di un uomo rimane il drive per eccellenza (40%).
Il legame tra tradimento e crescente insoddisfazione di coppia è testimoniato anche dalle altre ragioni indicate come alla base delle infedeltà commesse:
- mancanza di appagamento sessuale con il partner (26%)
- necessità di provare nuovamente sensazioni forti (29%)
- voglia di mettersi di nuovo in gioco per appagare la propria autostima (21%)
“Dall’Osservatorio Europeo dell’Infedeltà emerge come l’incidenza del tradimento sia in crescita per via della componente femminile della popolazione in quasi tutti i Paesi analizzati, tra cui in particolare l’Italia.
Anche in termini di fasce di età, infatti, si evidenzia che nel nostro Paese l’infedeltà tra le donne è un fenomeno più giovane rispetto a quanto avviene per la controparte maschile.
Questo sembra indicare un’evoluzione culturale in corso”, spiegano gli esperti di YouGov, società globale specializzata in ricerche di mercato e analisi dei dati.
Osservatorio Infedeltà: i limiti della monogamia
Coppie più insoddisfatte non diventano necessariamente coppie infedeli.
In generale, in Europa, sempre più coppie hanno iniziato a sperimentare nuove forme di relazione non monogame, come:
- coppia aperta
- scambismo
- poliamore.
Gli italiani mostrano un interesse leggermente maggiore nel provare o aver provato almeno una volta ad avere una relazione non monogama (34%), mentre i britannici sono i meno interessati (18%).
Tra i vantaggi individuati nelle relazioni non monogame al primo posto risulta come queste consentirebbero ai partner di provare cose diverse e soddisfare fantasie sessuali.
I principali svantaggi si individuano soprattutto per quanto riguarda le relazioni poliamorose che non godono di riconoscimento legale, mentre le coppie aperte e gli scambisti corrono il rischio di far innamorare il partner di qualcun altro o di provocare gelosia.
Le principali motivazioni per un’esperienza non monogama si trovano nella ricerca di una nuova forma di coppia, oltre che in un aumento dell’autostima.
In generale si vorrebbe avere una relazione più flessibile per evitare di lasciare il proprio partner, ma c’è anche chi sostiene di voler provare una pratica sessuale che il/la partner non vuole provare.
Le basi di una relazione aperta: chiarezza e consenso
“Quando incontro le coppie in terapia, coppie che si sono giurate fedeltà eterna, o anche un impegno a lungo termine, ciò che spesso mi viene riportato è il tema della ‘monotonia’.
Le persone tendono ad annoiarsi facilmente: l’essere umano è in costante ricerca della bellezza, del piacere, di sensualità e fantasia.
Tuttavia, immaginare o sentire di provare attrazione per qualcuno che non sia nella coppia ufficiale viene colpevolizzato, e quindi negato”, spiega la dottoressa Eleonora Sellitto, psicologa, psicoterapeuta e sessuologa esperta in terapia di coppia.
“Quando succede questo non accettiamo la nostra natura più profonda e il nostro istinto primordiale, e il nostro caro inconscio le farà riemergere in tutti i suoi aspetti.
Il bisogno centrale è evolversi e lavorare sulle condizioni imposte, sulle regole condivise.
In questi anni, possiamo affermare che la monogamia esclusiva e il pene o la vagina esclusiva sono entrati in crisi, aprendo l’orizzonte, in particolare modo per le coppie di lunga data (spesso formate da over 50), alle coppie aperte o al poliamore.
Aldilà di quello che si immagina i capi saldi di queste nuove forme relazionali sono CHIAREZZA e CONSENSO, due valori che possono consentire una durata maggiore alla relazione.
Non intendo dire che una sia migliore dell’altra o che la monogamia non sia valida, personalmente credo che il principio di esclusività sia strutturato su preconcetti che poi ne sono causa del fallimento.
Queste nuove forme di amore potrebbero insegnarci che la gelosia è un sentimento che si può gestire e che la paura dell’abbandono non debba più essere il caposaldo delle relazioni”.
Da Nord a Sud: il profilo del traditore
Se analizziamo lo Stivale, notiamo che gli italiani più interessati a relazioni non monogame si concentrano nel Sud e Isole (34%), mentre sembra che si tradisca meno nel Nord- Est (19%).
Gli uomini tendono a essere (stati) infedeli soprattutto tra i senior (>50 anni), essendo più interessati alle relazioni non monogame e i più sperimentatori in questo campo.
D’altro lato, stupisce che i giovani siano i meno interessati a tradire (nella fascia 18-34 anni i traditori uomini sono rappresentati dal 14%, le donne dal 19%).
Anche nella fascia di età 35-44 anni, sono sempre le donne a tradire maggiormente per il 20%, contro il 14% degli uomini.
Isolando il profilo delle donne che hanno tradito o tradiscono, rispetto al totale rispondenti donne, emerge che sono per la maggior parte divorziate o separate e che sono sempre meno convinte che si possa rimanere fedeli tutta la vita.
«L’Osservatorio Europeo dell’Infedeltà, anche nella sua versione 2022, continua a confermare quanto il fenomeno dell’infedeltà sia sempre più trasversale a livello di genere, con donne e uomini che tradiscono in egual misura.
Confermando quanto il gentil sesso abbia gli stessi identici desideri, bisogni e voglie della loro controparte maschile”, spiega Sybil Shiddell, Country Manager Italia di Gleeden, sito di incontri extraconiugali pensato dalle donne.
“Due anni di pandemia, restrizioni e lavoro da remoto, che hanno visto molte coppie costrette a condividere sempre più dei loro spazi e del loro tempo, ci hanno lasciato con il dubbio che forse la monogamia non è così percorribile sul lungo periodo come ci hanno insegnato.
E che per sopravvivere la coppia abbia bisogno di aprirsi ad altro, sessualmente o sentimentalmente”.