Perdonare fa bene

Perdonare è guarire

“Mio padre è stato ucciso che ero ancora una bambina. È bastata una banale discussione a strappargli la vita. Una freccia messa in ritardo e uno scambio di vedute che è degenerato. Era un uomo nel fiore degli anni e il suo assassino l’ha colpito a tradimento, con un pugno, appena lui gli ha voltato le spalle per andarsene. È caduto sbattendo la testa. L’altro è scappato, senza neppure prestargli soccorso. Non so che fine abbia fatto quell’uomo, certamente ha distrutto una famiglia, cancellato la mia infanzia. Dovrei odiarlo ma non ne sono capace, credo abbia pagato la sua colpa con il rimorso. Non vorrei mai trovarmi nei suoi panni. Mia sorella però non è dello stesso avviso. Quel trauma lontano ha segnato pesantemente la sua vita. Quando ne parliamo mi taccia di menefreghismo. <Se davvero avessi voluto bene a papà non avresti potuto perdonare> mi accusa, mettendomi in crisi. Davvero si può perdonare solo chi ci ha ferito in modo lieve? Oppure si dimentica, per non soffrire?”.
Fiorella

La risposta di Elvia Grazi

Bella domanda! Mette l’accento su uno dei temi più spinosi, oggi più che mai di grande attualità. Fiorella ha perdonato, ma certo non è riuscita a dimenticare. Non è facile cancellare un torto subito, rimettere il debito, ma la mancanza di perdono e l’immancabile bagaglio di rabbia, dolore, rancore che comporta finiscono per non farci vivere bene, minando la nostra serenità interiore. Diceva Voltaire: <Noi tutti siamo impastati di debolezze e di errori: perdonarci reciprocamente è la prima legge di natura>. Ma John Fitzgerald Kennedy non era dello stesso avviso: <Perdona i tuoi nemici, ma non dimenticare mai i loro nomi> questa era la sua tesi. Chi dei due ha ragione? Ci sono ricordi o emozioni che finiscono per ammanettare le nostre risorse interiori. E questo deriva spesso da un perdono non dato o non ricevuto. Perdonare guarisce? Senz’altro. Perdonando si digerisce un’esperienza spiacevole e dolorosa e ci si libera dall’oppressione che suscita il ricordo di quella situazione. Si stacca l’interruttore, impedendo a qualcosa che si agita dentro di noi di continuare a generare emozione anche quando tutto è ormai finito. Fino a che non perdoniamo, quell’episodio continua a produrre effetti spiacevoli dentro di noi. Ci rimuginiamo sopra e ogni volta il dolore si rinnova. Fiorella, lei fa bene a perdonare e andare oltre. Il risentimento non servirebbe a riportare in vita suo padre o a fare giustizia, rinnoverebbe solo infinite volte il dolore.

 

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Elvia Grazi, la nostra Ambasciatrice

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