Molti hanno sentito parlare di angina pectoris. Pochi, però, sanno esattamente di che cosa si tratti. In effetti, attorno a questa problematica esiste molta confusione. Uno dei falsi miti più comuni è che sia simile all’infarto. Invece, si tratta di una malattia a sé stante. Ecco perché.
Che cos’è l’angina pectoris
L’angina pectoris è una sindrome caratterizzata da una riduzione transitoria dell’apporto di sangue ossigenato al cuore, riduzione che in termini medici è definita ischemia miocardica. Essa non va confusa con l’infarto cardiaco. Sebbene le due malattie condividano un’origine simile, infatti, sono ben distinte. Entrambe dipendono da un restringimento delle coronarie, le arterie che circondano il cuore, quasi sempre a causa della formazione di una placca aterosclerotica (formata essenzialmente da colesterolo). Tuttavia, quando l’ostruzione è parziale subentra l’angina, mentre quando l’occlusione è totale insorge l’infarto. Derivando dalla stessa condizione, le due patologie presentano fattori di rischio uguali: fumo, alimentazione squilibrata, alti livelli di colesterolo nel sangue, obesità, diabete. In una minoranza di casi, il restringimento delle coronarie è improvviso e deriva da un trombo o da uno spasmo del vaso.
È una condizione temporanea
Nel caso dell’angina pectoris, il flusso sanguigno diretto al cuore, trasportato dalle arterie coronarie, è insufficiente rispetto alle necessità che il cuore stesso presenta in quel determinato momento. Si tratta di una condizione temporanea, destinata a risolversi. Nell’infarto, invece, si verifica la necrosi, ossia la morte, di una parte del miocardio, a causa di una mancanza di ossigeno protratta nel tempo.
Esistono varie forme
L’angina pectoris, che è più comune nelle persone di età superiore ai 40-50 anni, può essere stabile o instabile. Si parla di angina stabile quando le crisi hanno sempre le stesse caratteristiche e migliorano con il riposo. Questa forma, in genere, è innescata da un fattore che ha aumentato l’attività del cuore e la velocità del flusso sanguigno all’interno delle coronarie, come uno sforzo fisico, il freddo o un’emozione. L’angina instabile, invece, è caratterizzata da sintomi variabili. Si tratta della forma più pericolosa.
Si manifesta con un dolore al petto
In tutti i casi, in genere, l’angina pectoris causa un dolore al centro del petto, di intensità variabile e altalenante: può essere solo un lieve fastidio oppure identificarsi con un senso diffuso di oppressione toracica. Anche per questo, è facilmente confusa con l’infarto. Spesso, compaiono anche una sensazione di angoscia e di affanno. In genere, l’attacco di angina pectoris inizia lentamente, giunge all’apice e poi sparisce nell’arco totale di massimo 15-20 minuti.
L’angina pectoris si cura con i farmaci e uno stile di vita più corretto
Il trattamento dell’angina pectoris si basa principalmente sull’utilizzo di farmaci che sono in grado di prevenire gli episodi di ischemia miocardica, come betabloccanti, calcioantagonisti, nitrati, e/o di farmaci che evitano la progressione della malattia aterosclerotica coronarica e aiutano a prevenirne le complicanze, tipo antiaggreganti, statine, anticoagulanti. Nei casi più seri può essere necessario intervenire chirurgicamente. Per evitare nuovi episodi è essenziale controllare i fattori di rischio cardiovascolari, quindi: correggere le abitudini alimentari, praticare attività fisica, smettere di fumare, combattere i chili in eccesso, ridurre al minimo lo stress e, se necessario, utilizzare farmaci specifici (per esempio, gli antipertensivi per la pressione alta).