Regioni italiane, differenza nel consumo di sale
Le diseguaglianze socioeconomiche che interessano le diverse zone della nostra Penisola si ripropongono anche se si prende in considerazione l’utilizzo di sale. Un problema per coloro che, nei luoghi a maggior consumo, soffrono di ipertensione.
L’11 settembre, il British journal of medicine ha pubblicato uno studio in questo senso, posto in essere in un programma chiamato Minisal-Gircs.
Si è visto che il consumo di sale tra gli adulti italiani è maggiore nel Meridione, rispetto a quanto avviene nel Centro e nel Settentrione.
Sicilia, Calabria, Puglia e Basilicata superano il consumo medio, pari a 11 grammi al giorno; in tutte le altre regioni, invece, si registrano valori inferiori ai 10 grammi.
Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto superiore di sanità, pensa che gli indicatori forniti allo studio siano rilevanti al fine di costruire “strategie mirate di informazione e prevenzione delle malattie cardiovascolari”. Secondo il Who, uno degli obiettivi prioritari di queste strategie è proprio la riduzione del consumo di sale.
Nell’équipe che ha stilato lo studio ci sono anche i ricercatori dell’Osservatorio epidemiologico cardiovascolare dell’Iss. Se ne evince che coloro che svolgono attività manuali mangiano cibi più salati rispetto a coloro che hanno ruoli amministrativi e manageriali. Il sale compare poi, in misura maggiore, sulla tavola di coloro che hanno al proprio attivo soltanto il diploma di scuola primaria, rispetto ai diplomati di scuola secondaria o ai laureati.
Nessuna incidenza sul quadro riguarda età, sesso e altri fattori che potrebbero confondere.
Consumo di sale: come si è svolta la ricerca
Il consumo di sodio e potassio nella dieta è stato valutato in un campione di adulti, a livello nazionale. Si trattava di 3857 uomini e donne, di età compresa fra 39 e 79 anni, campionati a caso in 20 regioni. (Tutto ciò si è svolto a partire da un’indagine nazionale di più ampio respiro, che è stata attuata tra il 2008 ed il 2012. Se ne occupavano l’Osservatorio epidemiologico cardiovascolare/Health examination survey dell’Istituto superiore di sanità, in collaborazione con l’Anmco-Hcf, Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri-Fondazione per il tuo cuore).