Si chiama sinergologia (da ‘sun’ – insieme – ‘ergo’ – attivi – e ‘logos’ – nel discorso) è una disciplina che studia il linguaggio non verbale delle persone, tutto ciò che esse esprimono (emozioni, pensieri e desideri) al di là delle parole.
E’ una disciplina nata quasi vent’anni fa – a partire dalle ricerche di uno studioso canadese – e che via via si è sviluppata nell’analisi completa della gestualità degli esseri umani: il suo obiettivo è capire meglio il funzionamento della mente a partire dal linguaggio del corpo, da ciò che non viene espresso verbalmente. Ecco più in dettaglio di che cosa si tratta e a che cosa può essere utile.
Che cosa è la sinergologia
La sinergologia analizza e interpreta la gestualità delle persone, sulla base del principio che “il corpo non mente”.
Essa studia quell’insieme di gesti, piccoli movimenti involontari, espressioni del corpo attraverso cui – quasi sempre inconsapevolmente – una persona esprime parte delle proprie emozioni e dei desideri.
Emozioni e desideri che spesso non vengono espressi con le parole: anzi, a volte vengono contraddetti dal linguaggio razionale.
La sinergologia dunque – basandosi sullo studio sistematico di migliaia e migliaia di espressioni del corpo – è arrivata a “catalogare” oltre 2200 gesti. Li ha interpretati, codificati e gli ha attribuito un significato.
E’ come se questa disciplina fornisse dunque un “vocabolario” dei gesti umani, per capire tutto ciò che la persona non esprime a parole.
Gesto e parola
Il discorso e la parola obbediscono a regole razionali di comunicazione, di cui di norma si è consapevoli.
E’ uno dei modi con cui l’uomo interagisce con il mondo esterno e con chi gli sta intorno. E questa comunicazione verbale è accompagnata da tanti gesti intenzionali: annuire o dire di no; stringere la mano alla persona che si ha di fronte; sorridere; scegliere l’espressione giusta per rispondere a una domanda, sostenere un esame oppure un colloquio.
Questa è una parte di gestualità filtrata dalla volontà e dalla razionalità. Ma non è tutto ciò che il corpo esprime.
Esiste un’altra parte dell’espressione corporea che rimane inconscia o quasi. Tutti quei gesti, movimenti e impulsi che si compiono senza neanche accorgersene o senza attribuirgli alcun significato o intenzione.
Secondo il fondatore della sinergologia – lo studioso franco-canadese Philippe Turchet – e i ricercatori che continuano i suoi studi, questa seconda parte di gestualità è molto consistente e molto significativa di ogni persona.
Proprio perché non è consapevole, essa fornisce una quantità di informazioni importanti su ciò che una persona è realmente, sia in termini di quantità sia di qualità.
Non essendo consapevoli ma istintivi, non essendo filtrati dalla ragione o dal senso della convenienza sociale, quei gesti sono anche i più sinceri.
La sinergologia non è la PNL
La sinergologia non è PNL, cioè la Programmazione Neuro Linguistica. Se ne differenzia per un aspetto fondamentale: l’obiettivo.
La PNL infatti mira ad analizzare i gesti dell’altro, per poter modificare di conseguenza il proprio comportamento, per migliorare la propria “performance” e adattarla alle circostanze. L’obiettivo finale è dunque migliorare l’immagine di se stessi.
Nella sinergologia, invece, l’obiettivo è imparare a conoscere meglio l’altro e non cambiare il proprio comportamento. Solamente conoscere la persona che si ha di fronte, imparare a capirla anche attraverso quello che non dice a parole: questo è l’approccio della sinergologia.
Concentrarsi sull’altra persona e non su se stessi – secondo la sinergologia – aiuta a migliorare la qualità dei rapporti umani in tanti ambiti quotidiani.
Come si interpretano i segnali del corpo
Studio del linguaggio non verbale non significa, però, interpretare una situazione attraverso un unico gesto. Non si capisce una persona solo osservando banalmente come muove una mano o come tiene la testa.
La sinergologia, insomma, non suggerisce schemi preconfezionati per interpretare gli altri attraverso dei “luoghi comuni”.
I gesti dell’interlocutore non vengono interpretati a se stanti, ma analizzati nel loro contesto e nell’insieme dei movimenti. E’ tutto il corpo che esprime un certo pensiero, emozione o intenzionalità e non il semplice movimento o posizione della mano, del viso o degli occhi.
Nel corso degli anni, questa disciplina è arrivata a interpretare e codificare oltre 2200 gesti del corpo umano.
Tre livelli
La sinergologia prende dunque in esame tutto il corpo. E secondo il suo fondatore, nel modo di essere di ciascuna persona, si possono individuare 3 livelli:
– pulsione
– emozione
– sentimento.
Ogni livello viene considerato. E ad ognuno di essi corrisponde, secondo la sinergologia, un punto diverso di osservazione del corpo. Per esempio:
– per capire una pulsione, è necessario osservare soprattutto i micro-movimenti della persona;
– per cogliere l’emozione, bisogna concentrarsi maggiormente sulla gestualità;
– per capire un sentimento, si deve invece prendere in esame l’intera figura.
Quando è utile la Sinergologia
Imparare a capire le persone attraverso il “non detto” può essere utile in tante situazioni e contesti diversi: per esempio in famiglia, nel rapporto con i figli, sul lavoro. Vediamo qualche esempio.
Nel rapporto con i bambini
I bambini non sempre sanno o vogliono esprimere quello che provano. E già nella prima infanzia imparano a dissimulare certe emozioni: a volte dicono bugie, altre volte semplicemente non dicono tutto quello che gli accade o che pensano, oppure non riescono a capire le emozioni che provano e dunque non ne parlano.
Già a 7-8 anni un bambino ha sviluppato questa sorta di “filtro”. Ma se le parole possono ingannare, il corpo parla da se.
Attraverso la sinergologia i genitori possono imparare a vedere oltre questo filtro. Possono capire se un figlio vive un conflitto represso, se ha un malessere di cui non riesce a parlare…
Si prenda l’esempio dei micro-pruriti, che per la sinergologia rappresentano sempre un tentativo inconsapevole di risolvere un conflitto: il gesto di grattarsi la testa indica (generalizzando, perché un gesto da solo non basta) che la persona è in difficoltà, che ha un problema. E quel gesto ha un significato diverso a seconda che si tratti del lato destro oppure sinistro del capo che – come indicano le neuroscienze – corrispondono in maniera opposta ai due diversi emisferi del cervello:
– il lato destro corrisponde prevalentemente all’emisfero sinistro (cioè logica, controllo e anche tutto ciò che si sente estraneo a se stessi);
– il lato sinistro del capo corrisponde all’emisfero destro (emozioni, affettività, sentimento e anche ciò che si sente vicino, che ci appartiene).
Il micro-prurito alla destra del capo può dunque indicare che il bambino è alle prese con un problema che non riesce a risolvere da solo, che non gli appartiene, che non sente suo.
Al contrario, il microprurito alla parte sinistra della testa indica che il bambino ha sì un problema, ma di un genere conosciuto, che è in grado di risolvere con le proprie forse.
Nel rapporto tra adulti
Capire i gesti dell’altro aiuta anche a rafforzare il rapporto di fiducia tra adulti, per esempio all’interno di una coppia: da come si esprime il corpo, si può capire meglio il grado di affidabilità di un partner, ma anche di un amico.
Ovviamente non si tratta di fare gli “indovini”: non si scopre la bugia di un coniuge attraverso un semplice gesto o omissione. Ci vogliono sempre una serie di segnali e di gesti.
Saper mettere insieme quei segnali, saperli ascoltare, aggiunge un canale di comprensione tra due persone, sia in un rapporto di coppia sia nell’amicizia.
Al lavoro
Stesso discorso per i rapporti con i colleghi. Capire meglio gli altri aiuta a organizzare meglio la collaborazione sul luogo di lavoro. Ci possono essere tanti piccoli esempi: nel caso di una assunzione (da entrambe le parti), nel rapporto con il capoufficio (o con il subalterno), in caso di lavoro in team.
Conoscere meglio l’altro consente anche di motivare una persona, se necessario: soprattutto in caso di un collega o di un socio a cui si vuole far assumere un certo grado di responsabilità e coinvolgimento nel lavoro comune.
Nel presentarsi al pubblico
La sinergologia viene applicata anche a situazioni in cui si ha un rapporto diretto con il pubblico: per esempio, nel caso dei personaggi politici.
Questa disciplina, come spiegato, aiuta a capire meglio gli altri ma non induce a cambiare il proprio comportamento per compiacerli. Anzi – proprio perché dice che i gesti istintivi sono importanti – stimola la completa spontaneità. E si è visto (per esempio nell’ambito delle elezioni in Francia, dove la sinergologia è ben conosciuta) che i candidati più spontanei e più naturali – anche nelle proprie debolezze – raccolgono maggiore fiducia ed empatia dall’opinione pubblica.
Esempi di applicazione
Lezioni di sinergologia possono essere fatte negli ambiti più diversi. In Italia, per esempio, è accaduto:
- in alcune Questure (alla sezione Formazione);
- tra gli avvocati;
- ai corsi di Scienze forensi e criminologia dell’Università;
- all’Osservatorio nazionale sullo stalking in ambito familiare.
Dove è diffusa la Sinergologia
La sinergologia è ancora quasi sconosciuta in Italia, dove c’è un Centro di insegnamento riconosciuto dall’Associazione Internazionale di Sinergologia.
E’ invece diffusa nel Canada francese – dove è nata in Francia, Belgio, Cantoni svizzeri francesi, Olanda e Spagna.
Questa disciplina viene insegnata, di solito, attraverso 3 stadi o “step” progressivi. E le lezioni organizzate in vari fine-settimana intensivi.
Per chi non ha bisogno di applicare la sinergologia a un ambito specifico (come quello giudiziario o di polizia per esempio) ma solo per migliorare la qualità dei rapporti nella propria vita quotidiana, il primo stadio è più che sufficiente.