Art & Show – Arrivederci, Giorgio Faletti
Impossibile oggi non scrivere di lui, di quel Giorgio Faletti scrittore che insieme a tutta la poliedrica serie di altri personaggi che convivevano sotto il suo sguardo sornione, ci ha lasciati pochi giorni fa tra lo sconcerto generale.
Le parole e i ricordi su di lui in questi giorni si sono sprecati, ma su tutte per noi libromani spiccano quelle del vicedirettore della Stampa di Torino, Massimo Gramellini, il quale in un suo toccante editoriale sottolinea come lo scrittore sia sempre stato trattato con una certa sufficienza dalla critica letteraria, quella stessa che lasciò addirittura intendere che potesse servirsi di un ghost writer e che oggi ne piange la scomparsa, tributandogli tardivi riconoscimenti.
Giorgio Faletti scrittore è nato soltanto nel 2002, quando vide la luce il suo primo romanzo, “Io uccido”, una straordinario thriller diventato un caso editoriale con quattro milioni di copie vendute.
La storia di Nessuno, dei suoi atroci omicidi, del dj di Radio Montecarlo a cui vengono raccontati i delitti inchiodò alle quasi settecento pagine della storia i lettori entusiasmati da questo nuovo scrittore italiano, molto americano sia nello sviluppo del genere poliziesco sia nell’uso del linguaggio, rapido e incisivo come la storia, mai banale né scontata.
Questa calda accoglienza indusse Giorgio Faletti a proseguire il percorso di narratore e arrivò “Niente di vero tranne gli occhi”, una vicenda che si snoda tra Roma e New York a caccia di un assassino che si diverte ad associare i corpi delle sue vittime ai personaggi dei Peanuts.
Un titolo che adesso ci appare come il simbolo del destino di Faletti, per il quale tutto ciò che la sorte gli aveva benevolmente concesso si è dissolto in pochi mesi, sotto i colpi di una malattia implacabile.
La sua vena poetica si manifestò ulteriormente tra le pagine del successivo romanzo “Fuori da un evidente destino”, il cui eroe è per metà occidentale e per metà Navajo e si trova ad affrontare, dopo il suo ritorno in Arizona, una serie di morti misteriose sulle quali incombe una presenza sovrannaturale, vera protagonista della storia e del tormento del protagonista.
Ogni romanzo un successo, così Giorgio Faletti, sempre più amato dal pubblico sotto lo sguardo talora perplesso del mondo letterario, proseguì con “Io sono Dio”, intrecciando i destini di uomini reduci dal Vietnam con quelli di una giovane detective.
Vennero poi i racconti a metà tra il thriller e il surreale di “Pochi inutili nascondigli” e infine,nel 2010, gli “Appunti di un venditore di donne”, ambientato questa volta in Italia, nella Milano negli anni Ottanta, un contesto che lo scrittore conosceva molto bene in quanto era stato la palestra del suo futuro di comico e cabarettista.
Nel novembre del 2011 l’ultimo romanzo, “Tre atti e due tempi”, contestualizzato nel mondo della sport, visto come metafora del mondo presente e delle sue contraddizioni.
Il mondo dei lettori ha perso una “penna” singolare, capace di tratteggiare tanto personaggi simbolo del male quanto eroi positivi e risolutori, avviluppati in vicende che mai sfuggono ad un finale imprevisto ed imprevedibile, con una capacità quasi ariostesca di non perdere mai il filo narrativo.
Uno scrittore coinvolgente, un uomo coraggioso nel combattere contro un destino avverso,che scriveva “Il coraggio era anche quello. Era la consapevolezza che l’insuccesso fosse comunque il frutto di un tentativo. Che talvolta è meglio perdersi sulla strada di un viaggio impossibile che non partire mai.”
Per Giorgio Faletti nessun insuccesso ma certo un viaggio difficile, adesso, da portare a termine, in cui lo accompagneranno l’affetto dei suoi lettori di sempre e quello dei lettori futuri dei suoi straordinari thriller.
Bibliografia di Giorgio Faletti.