Giovanni Cravero, Gianni per tutti gli amici, teneva chiuso nel cassetto della sua scrivania di informatico un desiderio, quello di concretizzare un’idea che da tempo gli frullava in testa a proposito di un romanzo che avrebbe potuto scrivere, reminiscenza forse inconscia dei suoi giovanili studi umanistici.
La casualità della vita lo aveva portato sì a scrivere, ma in un altro contesto, quello teatrale: anni orsono, infatti, aveva iniziato a collaborare con una compagnia teatrale dialettale, cimentandosi ben presto, e con indubbio successo, con il ruolo di commediografo.
Piemontese di origine e di lingua, Gianni si è divertito per più di un decennio a calcare il palcoscenico anche come attore, interpretando i suoi personaggi spesso comici, nel senso puro del termine.

Ma il sogno era prepotente e così ecco la decisione di trascrivere la storia che già era compiuta in astratto e mancava solo di una concretizzazione.
Cravero avrebbe potuto scegliere la strada battuta da molti neofiti, quella del pellegrinaggio presso le piccole case editrici per trovarne una interessata al suo lavoro, oppure scegliere il percorso più veloce, quello di autoprodursi.
Così è stato e il suo romanzo, “Carlo Arduino. Investigatore Privato”, un giallo di impianto ma non di sviluppo molto classico, si trova oggi nelle librerie e il suo personaggio vive al di fuori del cassetto.

E’ uno strano investigatore, quest’ultimo, che sta stretto nelle pagine di un libro e tende sovente ad interagire coi suoi lettori, dialogando con loro, immaginando e commentando i loro giudizi, abbattendo dunque tutte le regole previste dai patti narrativi.
L’humus teatrale è qui assai evidente, Cravero abbatte costantemente la “quarta parete” del palcoscenico anche nel contesto narratologico, col risultato di un’interazione costante tra protagonista e lettore.
Ex carabiniere, ora investigatore privato squattrinato per i rari incarichi affidatigli, Arduino si trova a sbrogliare nella sua Torino una matassa assai intricata, tale da mettere a repentaglio la sua stessa vita.
In una decina di giorni, partendo dal banale pedinamento di un marito fedifrago, si trova invischiato in una questione che mai avrebbe immaginato, muovendosi tra droga, attentati, piccoli delinquenti, strane infermiere, schizofrenici intelligentissimi, commissari, capitani, segretarie tanto affascinanti quanto indifferenti ai suoi sentimenti di innamorato.
A questi ingredienti si aggiungano un ex ospedale psichiatrico, quello di Racconigi, la cittadina di Giovanni Cravero, una misteriosa villa sulla collina di Torino, un coprotagonista che si crede Nero Wolf, una serie di lividi e ferite di svariate fogge e sfumature sul volto di Arduino e il gioco è fatto.
Come in ogni giallo che si rispetti, si rendono noti gli ingredienti, ma si lascia al lettore il piacere di miscelarli e scoprire il risultato.
Attraversando con una lettura scorrevole questi giorni di maggio del 2012, in cui si svolgono i fatti, passando costantemente dalla narrazione interna a quella esterna, con repentini salti di prospettiva, si ritrova il piacere di riscoprire una città, Torino, e il carattere dei suoi abitanti, un po’ burberi, poco cerimoniosi, molto diretti (a volte fin troppo..) e così legati alle loro radici da non riuscire a slegarsi dall’espressione dialettale, sempre incisiva e prontamente tradotta dall’autore.
Alla fine del racconto, quando tutti i tasselli sono andati al loro posto, si ha però l’impressione che manchi qualcosa, una risposta ad alcune domande che sono nate nel corso della lettura: ma non è una svista, è una precisa scelta di Cravero, visto che nel suo cassetto sono già pronte altre vicende che vedranno impegnato Carlo Arduino e che in quel contesto, ma solo in quello, ci daranno le risposte che non abbiamo avuto.
E noi, da lettori affezionati, le aspettiamo.
AUTORE : Giovanni Cravero
TITOLO : Carlo Arduino. Investigatore Privato
PAGG 270, EURO 18