Clara Sanchez e l'imperfezione del male

Clara Sanchez e l’imperfezione del male

Sono trascorsi cinque anni da quando la scrittrice spagnola Clara Sanchez approdò quasi in sordina nelle librerie italiane con il suo romanzo “Il profumo delle foglie di limone”.

Nel volgere di poco tempo l’autrice acquistò una fama e una fiducia inaspettate, che le permisero di ambire all’ottenimento di prestigiosi premi letterari in patria, ma che le provocarono anche conseguenze sgradite, come velate minacce, in relazione alle tematiche affrontate.

La storia narrata, infatti, aveva come protagonisti una giovane donna in attesa di un figlio e alla ricerca di risposte esistenziali, Sandra, e un anziano sopravvissuto all’orrore dei campi di sterminio, Julian, i cui destini venivano ad incrociarsi.

Accolta e poi irretita da una coppia di anziani nazisti nascostisi sotto falsa identità in una cittadina di mare spagnola, Sandra era riuscita a smascherare la loro finzione e a salvarsi proprio grazie all’aiuto di Julian, venuto dall’Argentina in Europa al fine di rivelare al mondo l’esistenza di simili carnefici.

Il libro della Sanchez metteva e continua a mettere in luce i meccanismi perversi che stanno alla base del diffondersi di nuove ideologie ispirate al passato nell’Europa moderna, con un dilagare di richiami ad un tempo non così lontano da poter essere mistificato a piacere (ne è un triste esempio il negazionismo).

Nella sua conclusione, il romanzo sembrava però lasciare le vicende libere di continuare su altre strade, come se ancora non fosse possibile mettere la parola FINE a simili brutture.

La ciclicità del male è alla base del nuovo romanzo di Clara Sanchez

A distanza di cinque anni Sandra e Julian sono così tornati a riempire della loro vita le pagine di un nuovo romanzo, “Lo stupore di una notte di luce”, costruito immaginando che il tempo narrativo intercorrente tra i due momenti sia stato di un anno e mezzo.

Sandra è ora madre di un bimbo a cui ha dato il nome di Julian, il suo salvatore, e che ha deciso di crescere da sola, pur appoggiandosi in caso di necessità pratica al padre del piccolo, Santi, che di certo non rappresenta per lei il compagno di vita ideale.

Dal canto suo Julian vive nella residenza per anziani Tre Ulivi, dove controlla i movimenti degli ultimi esponenti della Confraternita, l’associazione di ex nazisti che sta raccogliendo adepti tra le nuove leve in Europa.

Il male perpetrato nei primi decenni del Novecento viene costantemente ricordato, come monito per chi ha il compito di non ripetere in questo secolo le infamie del passato, ma purtroppo ciò non basta a frenare gli impulsi violenti di chi vorrebbe ripercorrere una strada simile, nel nome di razzismi e di nazionalismi mai debellati.

Clara Sanchez lo sostiene apertamente in un’intervista rilasciata in Italia, dal momento che il romanzo è stato edito prima da noi che in Spagna: Sandra e Julian sono tornati a causa di ciò che l’Europa ha dovuto affrontare e piangere in questi ultimi anni, per testimoniare con la loro vita di finzione che il mondo reale può e deve coalizzarsi contro la ciclicità del male.

Sin dalle pagine d’esordio Clara Sanchez ci riporta là dove ci aveva lasciati col primo romanzo: torniamo ad accompagnare Sandra nella sua quotidianità di madre, con uno scorrere solo apparentemente pacifico dei suoi giorni.

Nel contempo seguiamo anche Julian, grazie alla scelta della narrazione condotta da punti di vista alternati, ripiombando nel ricordo della malvagità grazie alla inquietante figura del macellaio di Mauthausen, suo aguzzino ed ora vittima predestinata delle sue persecuzioni, volte a destabilizzare totalmente la sua memoria e la sua identità all’interno della residenza per anziani.

Distruggere la rete del male è obbligo morale per Clara Sanchez

Trovare un pretesto per ricongiungere Sandra e Julian non è stato difficile, per Clara Sanchez: la vicenda riprende a scorrere nel momento in cui Sandra trova un biglietto, infilato da mani sconosciute nella zainetto del suo bambino all’asilo, che le fa intuire come il pericolo sia di nuovo incombente e possa coinvolgere anche il suo piccolo Julian, detto Janin.

E così infatti è: il bambino viene rapito e a lei non resta che cercare ancora Julian, grazie al quale si è già salvata una volta. Il male non tace mai del tutto, può essere silente ma mai risulta sconfitto: è questo il principio da cui l’ottuagenario Julian si muove per andare alla ricerca di una soluzione che soddisfi la sete di giustizia.

La Confraternita neonazista che pensavano di aver annientato si sta ricomponendo grazie al supporto di membri più giovani, fatto questo che rischia di vanificare tutti i risultati precedentemente raggiunti.

In questo presupposto Clara Sanchez ha racchiuso tutto il suo timore per un presente non di finzione ma tragicamente reale, in cui i movimenti della Destra estrema e i gruppi neonazisti hanno ricominciato a far sentire la loro voce.

I protagonisti del romanzo hanno un cammino arduo da percorrere, con uno scopo immediato, quello di restituire un bambino alle braccia della propria madre, ed uno più elevato ed universale, quello di fermare i rigurgiti della malvagità del passato e rimettere a posto i tasselli delle responsabilità, affinchè nessuno debba più soffrire per colpe ataviche.

La luce della Costa Blanca in cui Clara Sanchez ha ambientato la sua storia stride col buio profondo della perfidia umana, ma ci serve a ricordare che a volte basta una sola lama di luce per aprire uno spiraglio e condurre senza esclusione di colpi una lotta per la vittoria del bene e della giustizia.

Il passato non muore mai definitivamente, il male si nasconde insidiosamente ammantato di bene e il senso di protezione nei confronti di chi amiamo a volte vacilla, ma Clara Sanchez ci insegna che non dobbiamo demordere mai, né cadere nello sconforto, perché anche a noi toccherà lo stupore di una notte di luce.

 

Clara Sanchez e l'imperfezione del maleAUTORE : Clara Sanchez

TITOLO : Lo stupore di una notte di luce
EDITORE : Garzanti
PAGG. 400, EURO 18,60
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

About Luisa Perlo

Luisa Perlo, Critico Letterario dopo una vita spesa tra i banchi di scuola. Amante dei libri, dei gatti e dei viaggi, considera la lettura lo strumento più efficace per crescere, migliorarsi e trovare il proprio posto nel mondo.

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