Dal cotone per l’abbigliamento al cotone per il pane
Del cotone si conoscono bene le caratteristiche che lo legano all’utilizzo in ambito tessile e abbigliamento; molto meno, invece, per ciò che riguarda il suo uso in ambito alimentare.
Il cotone, di cui si producono circa 44 milioni di metri cubi di semi l’anno, è una delle piante più coltivate sul pianeta; i semi vengono quasi sempre buttati o utilizzati come mangime per i bovini ed è sempre stato scarso il suo uso nell’alimentazione umana nell’epoca preindustriale.
È in particolare l’olio di semi di cotone che viene usato negli alimenti, perché è più economico di molte altre forme di olio vegetale e non necessita di idrogenazione.
Olio di cotone, ricco di grassi e vitamina E
Lo si ottiene per spremitura a freddo dei semi e necessita di un complesso e lungo processo di raffinazione, che porta ad un olio di color giallo chiaro, il 50% del quale costituito di acidi grassi polinsaturi, come l’acido linoleico e la restante parte di acidi grassi saturi e monoinsaturi; ha effetti cardioprotettivi e combatte i radicali liberi, grazie all’alto contenuto di tocoferoli e vitamina E, sostanze con proprietà antiossidanti; è inoltre un olio molto stabile, che conferisce ai prodotti che lo contengono una lunga durata.
L’olio di semi di cotone è tradizionalmente usato negli alimenti industriali, come salse, preparati per condimenti, patatine fritte. Essendo più economico rispetto ad altri oli, molte aziende lo usano anche per confezionare alimenti trasformati, tra cui i cereali, pane e snack di vario tipo.
Lo si trova anche in molti prodotti cosmetici per la pelle e per i capelli, come creme, shampoo, maschere, essendo un ottimo nutriente, idratante ed elasticizzante.
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In agricoltura viene infatti utilizzato grezzo come insetticida, in quanto contiene il gossipolo, una tossina, appartenente alla classe dei terpenoidi, molto pericolosa perchè incide anche sulla fertilità delle persone e che in genere viene eliminata mediante la raffinazione; alcuni ricercatori americani sono riusciti a neutralizzare la tossina rendendone minimo e praticamente innocuo il livello di tossicità, mantenendo la sua ricchezza proteica.
I semi della pianta del cotone, essendo ricchi di oli e proteine, sono impiegati come integratori per mangimi; l’inclusione dei semi di cotone nella razione delle bovine alla dose di 2-3 kg al giorno migliora la digestione e stimola la produzione del latte.
I semi di cotone per fare il pane
In provincia di Arezzo ed anche nella provincia lombarda di Sondrio, vi sono alcuni panificatori che producono una qualità di pane che per il nostro Paese è un’autentica rarità; si tratta del “pane di cotone”, che si fa con la farina di semi di cotone, acqua, lievito di birra e sale; la farina proviene dall’estero, per lo più da Israele.
La farina di semi di cotone viene mescolata con lievito di birra sciolto in acqua salata; dopo averla impastata bene la si lascia lievitare e si formano dei pani di forma allungata, di circa due chili di peso con un’incisione centrale; le pagnotte, dopo la cottura nel forno, sono scure dentro ed hanno una mollica molto morbida.