I luoghi del piacere di Henry Hitchings

I luoghi del piacere di Henry Hitchings

Esistono i luoghi del piacere, quelli in cui le ombre della vita si eclissano e resta viva solo una sensazione di intensa soddisfazione?

Henry Hitchings, celebre collaboratore del Financial Times, del Wall Street Journal e del Times Literary Supplement, pensa di sì e li identifica con le librerie, contesti magici e affascinanti della cui esistenza, ormai, le nuove generazioni cominciano addirittura a dubitare, abituate come sono ad acquistare on line i prodotti desiderati senza neppure visionarli: se può funzionare per un paio di scarpe, figuriamoci per un libro…

Eppure “una libreria può fare da calamita per i cani sciolti e i nomadi. Può essere un punto di ritrovo, un riparo, una piattaforma per eventi culturali. Un centro di dissenso e radicalismo. Un luogo per far cominciare a girare idee troppo strane o esplosive per una diffusione di massa. Un mezzo per creare e alimentare una cricca di lettori.” (H. Hitchings)

Pienamente convinto del suo pensiero, Henry Hitchings ha affidato a quindici scrittori provenienti da ogni parte del globo il compito di raccontare la relazione che hanno costruito nel corso della loro esistenza con la loro libreria preferita, quella che ha condizionato positivamente la loro storia di uomini di scrittura, ma prima di tutto di uomini di lettura.

E’ nato in questo modo “Andar per libri. Il mondo in 15 librerie” in cui Hitchings si è ritagliato la parte del collante, introducendo ed amalgamando le quindici voci che animano questo saggio.

Si sgombri subito la mente dall’equazione saggio = lettura noiosa e pedante, perché in questo caso ogni capitolo, relativo all’esperienza di ciascuno dei diversi scrittori, è un racconto amabile e a volte anche divertente del rapporto di ognuno di loro con il luogo, la libreria, e il suo contenuto, i libri ma anche i venditori di libri, elemento di non trascurabile importanza.

Le 15 librerie di Henry Hitchings

Altro errore da non commettere è confondere il saggio in questione come una sorta di guida turistica da infilare in valigia prima di un viaggio: l’unico viaggio per cui può servire è quello della memoria e della nostalgia, nel ricordo vivissimo di luoghi geograficamente ben localizzabili ma in alcuni casi neppure più esistenti al giorno d’oggi, soppiantati da imprese commerciali ben più lucrose o redditizie, o caduti sotto i colpi implacabili di una ristrutturazione edilizia della città.

I quindici scrittori scelti da Hitchings , Alaa Al Aswany, Stefano Benni, Michael Dirda, Daniel Kehlmann, Andrey Kurkov, Yiyun Li, Pankaj Mishra, Dorthe Nors, Yvonne Adhiambo Owuor, Elif Shafak, Ian Sansom, Iain Sinclair, Ali Smith, Saša Stanišić, Juan Gabriel Vásquez, hanno recuperato memorie e aneddoti di quando erano ragazzini anomali, troppo amanti dei libri per non essere guardati con sospetto dai loro coetanei, studenti squattrinati impossibilitati a possedere tutte le pubblicazioni che avrebbero desiderato avere per sé, oppure anche scrittori già affermati, desiderosi di presentare i loro scritti e incontrare i loro lettori al di fuori dei circuiti commerciali tradizionali, preferendo luoghi angusti, polverosi e odoranti di carta stampata, come i clichè del genere impongono.

Lo sa bene lo stesso autore, il quale nella sua introduzione ci offre l’immagine di un’esistenza, la sua, scandita anno dopo anno dalla scoperta di un nuovo piacere sottile legato alla ricerca di un libro in una libreria, dopo che tutto ebbe inizio da un regalo che gli venne fatto all’età di nove anni, un buono da spendere in una libreria.

Di lì in poi la strada fu tutta in discesa: a quindici anni è talmente affascinato dal libro che ha preso tra le mani che neanche si accorge di portarlo via senza averlo pagato (la restituzione fu certo più rocambolesca della sottrazione!), a ventinove  non riesce a far credere a un vecchio libraio di edizioni rare di essere un acquirente credibile, a trentun anni a Buenos Aires passa, agli occhi degli altri avventori, come uno straniero un po’ snob da erudire, come già gli era successo alcuni anni prima a Rouen con una copia di “Madame Bovary”di Flaubert.

Tanto Hitchings quanto gli autori che si sono avventurati in questo piacevolissimo andar per librerie considerano i commessi una specie a sé, in positivo e /o in negativo.

Difficile  incontrare personaggi anonimi ed indifferenti al prodotto venduto, molto più sovente essi tendono a leggere tra le righe non dei libri ma dell’anima di chi ha li ha scelti, certi di aver acquisito nel tempo un diritto al giudizio insindacabile su chi ha compiuto una determinata scelta anziché un’altra.

Si racconta di come lo stesso George Orwell, che in un periodo della sua vita fu anche commesso di libreria, fosse assai inquietante e bisbetico e non facesse nulla per nascondere la sua antipatia e insofferenza nei confronti dei clienti.

Quanto il mondo della libreria sia unico ma allo stesso tempo universale lo dimostrano i racconti dei quindi scrittori, le cui librerie del cuore, pur nella loro specificità, hanno una sostanza comune che le lega e ce le fa amare, indipendentemente dal fatto che si trovino a Bologna o a Londra.

Henry Hitchings: le librerie come luoghi del cuore

Nelle librerie si ruba, ma si è disposti a perdonare con più indulgenza chi lo fa per fame di sapere contrapposta all’indigenza, ci si rifugia per ritemprare le membra e lo spirito, si dorme se si è una senzatetto londinese che cerca tra carta e cartoni un po’ di calore; in libreria si intrecciano relazioni ( quale miglior esempio di quello che ci ha regalato Italo Calvino con “Se una notte d’inverno un viaggiatore”?) o ci si intrufola di nascosto sebbene non si abbia denaro da spendere e si incontrano straordinari benefattori.

Oggi, nel tentativo che ci auguriamo non vano di riportare i lettori nella loro sede naturale che profuma di carta e di inchiostro, di nuovo e di buono, ci si inventa la libreria caffè, dove si sovrappongono i piaceri del cuore e del palato, o le librerie per gli amanti dei gatti, dove tra gli scaffali ci osservano accattivanti felini, o ancora veri paradisi del gioco a misura di bambino, dove scegliere e poi acquistare un libro è davvero farsi un regalo.

Gli scrittori che raccontano la loro storia nel libro di Henry Hitchings contribuiscono a rafforzare l’idea della libreria come luogo del cuore, dove si vendono libri e felicità, una cura efficace per il corpo e per lo spirito.

Una libreria, secondo l’autore, è una farmacia, un giardino segreto, una caverna che è anche un faro, un barilotto di polvere da sparo ideologica.

Una meraviglia creata dall’uomo, insomma.

I luoghi del piacere di Henry Hitchings

 

AUTORE : Henry Hitchings

TITOLO : Andar per libri. Il mondo in 15 librerie

EDITORE : Bompiani Overlook

PAGG. 186, EURO 17,00

 

 

 

About Luisa Perlo

Luisa Perlo, Critico Letterario dopo una vita spesa tra i banchi di scuola. Amante dei libri, dei gatti e dei viaggi, considera la lettura lo strumento più efficace per crescere, migliorarsi e trovare il proprio posto nel mondo.

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