Gli amanti dei gatti, i veri gattofili, sono in costante aumento e per sincerarsene è sufficiente sfogliare le pagine dei social network come Facebook, dai cui post i felini ammiccano accompagnati da massime esistenzialiste o filosofiche.
Gatto batte cane in un confronto senza storia, dal quale i tre o quattro chili del felino avvolto in morbido e variegato pelo escono vincenti contro uno storico nemico ben più forte e robusto.
Saranno il suo spirito libero, la sua indomita volontà, la sua perspicacia o la sua capacità di trasformarsi nella quintessenza della tenerezza a fare del gatto il compagno più amato dall’uomo?
Lasciamo agli etologi il compito di rispondere a siffatte domande e ci affacciamo invece sull’universo librario alla ricerca di un dono da fare agli amici gattofili, o da farsi da sé in quanto amanti dei gatti, in occasione del Natale che incombe.
Sguardi felini e una filosofia di vita per gli amanti dei gatti
Chi pensa che agli animali manchi soltanto la parola per essere completi, troverà nel libro di Patrizia Traverso, “La parola ai gatti”, uno stimolo per mutare opinione.
L’autrice ha raccolto nel libro edito da TEA una serie di scatti che ritraggono i felini in atteggiamenti consueti, con la particolarità di uno sguardo intenso rivolto ai loro amici umani.
Forte del presupposto da lei stessa annunciato che sia un errore pensare che ai gatti manchi la parola, dal momento che “i gatti sono completi così, nella loro gattità perfetta, e soprattutto perchè i gatti la parola ce l’hanno eccome. Sta scritta nel loro sguardo, basta saperla leggere”, ha provato ad interpretare con ironia le diverse situazioni immortale, dando agli animali la voce che molto spesso si vorrebbe sentire.
Ne è derivata una galleria ironica e divertente, dal momento che la Traverso ha attribuito al gatto, e dunque al suo pensiero, quel tanto di aristocratico e di snob bastante a farlo apparire come colui che tollera l’umano e la sua stupidità, non viceversa.
È un libro destinato agli amanti dei gatti di ogni tipo, in particolare a quelli che non sanno resistere di fronte ad un qualsiasi oggetto che ne rechi l’immagine, e hanno la casa caratterizzata da tazze, calendari, agende, lenzuola addirittura popolati da teneri felini.
Di diverso tenore è “Il gatto in noi”, una raccolta di pensieri e riflessioni di William S. Burroughs sui felini.
Aspro e a volte persino irritante nel suo scrivere, l’autore considera il gatto un compagno psichico, indipendente e misterioso, un animale che racchiude in sé qualcosa di felino, qualcosa di umano e un qualcosa di “ancora inimmaginabile”, frutto di incroci e mutazioni genetiche durate millenni.
Il legame tra l’autore e i suoi gatti, simbolo di questo popolo intrigante e fascinoso, appare palese in ognuna delle circa cento pagine del libro e affascina il lettore, che in esso si ritrova e condivide il pensiero di Burroughs : “Il gatto non offre servigi. Il gatto offre se stesso. Naturalmente vuole cura e un tetto. Non si compra l’amore con niente. Come tutte le creature, pure i gatti sono pratici.”
Storie di felini per veri amanti dei gatti
Per chi voglia leggere invece storie che abbiano per protagonisti i gatti, una scelta obbligata è “A spasso con Bob”, di James Bowen, da cui è stato tratto un film attualmente nelle sale italiane ( particolare curioso: Bob, il gatto rosso protagonista della storia, è interpretato dal vero Bob, in quanto la vicenda si basa su una storia realmente accaduta).
James Bowen, ragazzo non ancora trentenne ma già deluso dalla vita, senza lavoro e apparentemente senza futuro, racimola ogni giorno qualche quattrino suonando la sua chitarra per le strade di Londra: una vita che conduce in solitaria rassegnazione sino a quando, casualmente, un gatto rosso, altrettanto malconcio, gli si avvicina quasi a chiedere aiuto e protezione.
James si ripromette di risolvere in un breve lasso di tempo la questione gatto, ma non sarà così facile, perché nel momento in cui riterrà conclusa questa adozione temporanea, si verificherà l’azione contraria e sarà Bob ad adottare lui, a non lasciarlo più solo.
Tenera e delicata, la storia di James e di Bob, che il giovane protagonista ha arricchito di un sequel, “Il mondo secondo Bob”, in cui aggiunge altri dettagli che meglio permettono di capire come lui sia giunto ad identificare nel gatto una sorta di angelo custode che lo ha indotto a ricostruirsi un’esistenza da uomo e non da sbandato, è in fondo la concretizzazione di ciò che tutti speriamo di avere, un’altra occasione nella vita.
Anche Rachel Wells, amante dei gatti e della scrittura, ha dedicato loro due romanzi, che ruotano intorno allo stesso protagonista, Alfie, attraverso i cui occhi viene raccontato il mondo degli umani, che a volte appaiono davvero incomprensibili agli animali.
Un giorno sei coccolato, nutrito e riscaldato, il giorno dopo ti ritrovi in strada, senza camino, senza divano e senza ciotola, alla disperata ricerca di qualcuno che ti aiuti a sopravvivere.
Alfie racconta in prima persona la sua storia diventando “Il gatto che aggiustava i cuori” quando trova finalmente qualcuno disposto ad accoglierlo in un nuovo quartiere: ma al contrario di quanto possano pensare i detrattori della specie, il gatto non è un animale egoista e insensibile, tutt’altro, è capace di dare tanto amore quanto ne riceve e di proporsi come un amico sincero, di quelli che ti aiutano a credere ancora nella possibilità di essere felice.
La Wells, a fronte dello straordinario successo del suo primo romanzo, ne ha costruito un secondo lasciando sempre a lui, ad Alfie, il punto di vista e il ruolo del narratore: e così ne “Il gatto che insegnava ad essere felici” si ritrova a dover riproporre questo suo ruolo di portatore di amore con i nuovi abitanti di quello che ormai è diventato il suo quartiere.
Continuerà così a distribuire amore e sorrisi felini, cercando di conquistare anche la fiducia di Snowball, gatta diffidente e dispettosa come i suoi padroni: il finale della storia lo consacrerà ancora una volta come vincente.
Sarà che “il gatto non fa nulla, semplicemente è, come un re” (Claudio Magris), o che “forse i gatti sono qui per insegnarci questo: a vivere l’attimo in modo così completo, con un totale coinvolgimento, che lo faccia durare in eterno”(Jeffrey Moussaieff Masson), in ogni caso una cosa è certa, cari lettori: niente rende bella la lettura di un libro come un gatto acciambellato in grembo…