Fecondazione eterologa: gli esperti sono le Società scientifiche
Salute

Fecondazione eterologa: gli esperti sono le Società scientifiche

14/04/2014
497 Visite

La Corte Costituzionale ha giudicato illegittimo il divieto alle pratiche di fecondazione eterologa stabilito dalla legge 40/2004.  La fecondazione eterologa è la procedura che per la formazione dell’ embrione si avvale dell’impiego di spermatozoi o di ovociti ottenuti da donatori estranei alla coppia. Il bambino nato da fecondazione eterologa quindi ha dei genitori biologici diversi dai genitori sociali.

“La Consulta ha ribadito quello che sosteniamo da anni: la legge 40 del 2004 deve essere rivista e modificata con il contributo delle Società Scientifiche”. E’ quanto sostengono la Società Italiana Ospedaliera Sterilità (SIOS) e l’Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri (AOGOI).

“Le Società Scientifiche, con il loro spirito laico e scientifico, pur nel rispetto di ogni altra valutazione, legata a legittime opinioni di natura etica o religiosa, si offrono per emendarla di quegli aspetti contrari allo scopo principale che essa avrebbe dovuto avere, quello cioè di tutelare la salute riproduttiva delle coppie infertili e aiutarle ad ottenere un concepimento”, affermano AOGOI e SIOS. “L’abolizione, benvenuta, di una serie di norme anacronistiche ed antiscientifiche ad opera di molteplici sentenze, non risolve, però il problema del vuoto che si determina, dal momento che rimuovendo steccati e divieti, non sono chiare le modalità attraverso le quali i pazienti potranno fruire in Italia delle pratiche “riammesse” modificando l’impianto originario della legge. Non è definito in quale tipo di strutture dovranno essere eseguite le procedure di diagnosi pre-impianto o le pratiche di PMA con utilizzo di gameti donati, se quella che è definita “donazione” debba effettivamente caratterizzarsi come un atto oblativo e quindi gratuito o possa prevedere dei rimborsi o qualche forma di vantaggio, come avviene ad esempio con la donazione di sangue. Quale ruolo avrà il Sistema Sanitario Nazionale e le sue strutture non è noto a nessuno, perché una volta ribadita la legittimità del diritto delle coppie ad utilizzare una pratica medica, non si potrà, ipocritamente, tornare ai tempi della Circolare Degan, con la quale negli anni ’80 si stabilì che le pratiche di donazione erano proscritte nelle strutture pubbliche e quindi attuabili solo in centri privati”.

“Queste considerazioni ci spingono a chiedere subito al Ministero della Salute,  di poter avviare una giusta azione per la realizzazione di un Regolamento attuativo e di nuove e aggiornate linee guida, che, tenendo conto delle modifiche introdotte in punta di diritto, sulla base di considerazioni di carattere scientifico e clinico consentano ai cittadini italiani di avere a disposizione un quadro normativo chiaro e ai Ginecologi e agli altri professionisti della Medicina e Biologia della Riproduzione di potere esercitare la loro professione con serenità e competenza, come in questi anni difficili hanno dimostrato di saper fare”, dicono Aogoi e Sios

La SIOS e l’AOGOI, si faranno promotrici di un’iniziativa per riunire tutte le Società Scientifiche affiliate alla Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) per formulare una proposta da sottoporre al Ministero della Salute ed alle Regioni per dare piena realizzazione ai diritti delle coppie come ribadito dalle sentenze della Consulta.

Immagine copertina di Artem Podrez https://www.pexels.com/it-it/foto/persona-donna-lavorando-tecnologia-5726794/

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *