In Italia, l’alcol uccide 20.000 persone all’anno. Si stima circa 1 milione di alcoldipendenti e, di questi, secondo i dati del Ministero della Salute, solo 58.000 circa si rivolgono ai Servizi deputati alla cura e riabilitazione dell’alcoldipendenza. L’abuso di alcol tra i giovanissimi è un’emergenza. I dati europei confermano purtroppo che l’abuso e la dipendenza da alcol risultano essere il disturbo meno trattato se confrontato con altre patologie mentali come l’ansia, gli attacchi di panico, la depressione, la schizofrenia e il disturbo ossessivo compulsivo.
Le ragioni per cui una persona dipendente dall’alcol non chiede aiuto al medico sono molte”, dice Luigi Janiri, professore di Psichiatria, all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. “Il principale ostacolo è rappresentato dall’incapacità della persona di ammettere di aver bisogno di aiuto o di riconoscere la sua condizione come rischiosa o dannosa”. In più bisogna fare i conti con i meccanismi spesso complicati del sistema di assistenza sanitario, con una formazione medica non sempre appropriata e con la scarsità di stumenti terapeutici.
In quest’ottica, però, le cose stanno cambiando. Anche in Italia, infatti, dal 1 ottobre, sarà disponibile un farmaco efficace contro la dipendenza da alcol. Si tratta del Nalmefene il primo ed unico farmaco autorizzato in Europa (25 febbraio 2013) ed in Italia (14 giugno 2013, classe C (nn)) per la riduzione del consumo di alcol in pazienti con alcoldipendenza.
Il farmaco, testato su duemila pazienti per un periodo di due anni, agisce sui recettori degli oppioidi, in altre parole interrompe il circolo biochimico che spinge le persone a continuare a consumare alcol.
Non si tratta di una molecola miracolosa: infatti riesce solo a diminuire il consumo e non a interromperlo del tutto, ma secondo gli esperti, proprio per questo potrebbe essere un compromesso più accettabile da parte degli alcolisti. Ma i medici tengono a sottolineare che l’uso del farmaco deve essere sempre accompagnato da un percorso psicologico, e da “supporto psicosociale continuativo”.
Il Nalmefene è indicato per la riduzione del consumo di alcol in pazienti adulti con dipendenza da alcol che hanno livelli di consumo ad elevato rischio (maggiori di 60g al giorno per gli uomini, maggiori di 40g al giorno per le donne) che non abbiano sintomi fisici da sospensione e che non richiedono interventi immediati di disintossicazione.
Mal d’alcol è anche il titolo del libro di Luigi Rainero Fassati, da sempre in prima linea nella battaglia contro la dipendenza da alcol (Salani Editore). In questo libro il professor Fassati, chirurgo di fama internazionale esperto nei trapianti di fegato, da anni impegnato nelle scuole nella lotta contro l’alcol, racconta due storie vere, da lui vissute in prima persona, esemplari e ricche di spunti di riflessione. Nella prima si parla di Alex, 18 anni, che vive il dramma della dipendenza dall’alcol. Nella seconda, invece, la protagonista Viola, per una bravata dimostrativa, va in coma per overdose. L’autore mette la sua vasta e straordinaria esperienza al servizio dei giovani, dando preziose indicazioni su come riconoscere, combattere ed evitare questa dipendenza.
Con l’alcol non si scherza. “La mia esperienza personale vissuta al fianco di tanti ragazzi ridotti male per aver bevuto troppo è stata in alcuni casi così traumatizzante che mi ha fatto capire l’importanza di trasmetterla ai giovani per farli partecipi dei rischi che si corrono quando si esagera con l’alcol. Così ho cominciato ad andare in giro per le scuole medie superiori di Milano e della provincia a raccontare quello che mi era capitato. Ora ho deciso di metterlo anche nero su bianco per raggiungere un numero maggiore di studenti”.
Immagine copertina di Tim Durand https://www.pexels.com/it-it/foto/uomo-alcol-barra-cocktail-17127754/