Il tarassaco è una pianta della famiglia delle Asteracee universalmente conosciuta; è infatti il cosiddetto “dente di leone” o anche “piscialetto”, quella che fa i famosi “soffioni“, che ne costituiscono i semi, il cui fiore giallo cresce ovunque nei prati, nei terreni incolti e sui bordi delle strade.
Cresce spontaneamente nelle zone di pianura fino a circa 2000 metri di altitudine; è una pianta tipica del clima temperato e, anche se per crescere non ha bisogno di terreni e di esposizioni particolari, predilige maggiormente un terreno sciolto e gli spazi aperti, soleggiati o a mezz’ombra.
Il tarassaco in cucina
La pianta viene utilizzata in cucina utilizzandone tutte le parti, foglie, fiori e radici, ma anche in medicina, per i suoi effetti tonici e depurativi.
In cucina, con le foglie ed i fiori, spesso mescolati al crescione e altre erbe, si fa da sempre un’insalata primaverile che ha gradevole sapore amaro aromatico; in Piemonte ad esempio lo si prepara con uova sode; i fiori si possono preparare in pastella e quindi friggere mentre le tenere rosette della base si possono lessare e condire con olio extravergine di oliva, oppure saltate in padella con aglio; nelle zone mitteleuropee coi fiori di tarassaco si prepara anche la marmellata.
Con le sue radici tostate si può preparare un caffè simile a quello d’orzo, un surrogato che ne mantiene in certa misura il gusto e le proprietà digestive.
I fiori di tarassaco sono perfetti per un risotto, hanno un grande impatto visivo donando al piatto un gusto dolce e delicato, che ben si sposa con i classici ingredienti del risotto.
Il tarassaco per la salute
Nella farmacopea, invece, considerando che la pianta contiene diverse vitamine, sostanze ad azione enzimatica che stimolano l’attività delle grandi ghiandole, soprattutto fegato e reni ed altre capaci di stimolare il metabolismo cellulare, è molto usato da tempo immemore.
E’ infatti in grado di influire non tanto sui calcoli biliari già formati, bensì sulla predisposizione alla formazione di calcoli; considerando poi che il tarassaco è atossico anche se somministrato a lungo, la sua azione tonificante generale perdura per molto tempo.
La radice, un fittone che penetra profondamente nel terreno, è la parte che s’impiega maggiormente nella farmacopea; possiede infatti proprietà depurative, in quanto stimola la funzionalità biliare, epatica e renale, cioè attiva fegato, reni e pelle adibiti alla trasformazione delle tossine attraverso feci, urina o sudore.
I suoi principi attivi sono gli alcoli triterpenici, cioè il tarasserolo; steroli; vitamine A,B,C,D; inulina, principi amari come la tarassacina e sali minerali che conferiscono alla pianta proprietà amaro-toniche e digestive; è anche una della piante più ricche in natura di vitamina K, molto utile per rafforzare le ossa e prevenire il declino cognitivo.
Queste sostanze hanno anche proprietà purificanti, antinfiammatorie e disintossicanti nei confronti del fegato: favoriscono l’eliminazione delle scorie come zuccheri, trigliceridi, colesterolo e acidi urici; è anche un regolatore dell’indice glicemico e dell’insulina, perfetto quindi per chi soffre di obesità e diabete.
Tra le tante proprietà del tarassaco c’è anche lo stimolo delle secrezioni di tutte le ghiandole dell’apparato gastroenterico cioè saliva, succhi gastrici, pancreatici, intestinali e la muscolatura dell’apparato digerente producendo un’azione lassativa secondaria ed è indicata in caso di ritenzione idrica, cellulite e ipertensione; l’ossido nitrico contenuto nella radice del tarassaco inoltre incide nei processi di regolazione e difesa del sistema immunitario.
Secondo il sistema dei chakra il tarassaco rafforza il primo chakra e quindi è in grado di farci sentire energici, radicati e centrati, rafforzando l’autostima ed allontanando depressione e conflitti psicologici.
Generalmente viene somministrato attraverso una tisana, lasciandolo in infusione in acqua bollente per circa un quarto d’ora; è in commercio anche un succo già pronto, da prendere mattina e sera per un mese circa.
È una pianta molto apprezzata anche dalle api, cui fornisce polline e nettare, per produrre un miele dal sapore caratteristico e particolare.