Ippoturismo, a cavallo dalle Valli di Comacchio alle saline di Cervia

Ippoturismo, a cavallo dalle Valli di Comacchio alle saline di Cervia

L’ Ippoturismo, il turismo a cavallo, è uno sport, o uno svago se si preferisce, ancora poco praticato nel nostro Paese, vuoi per i costi, vuoi per i problemi logistici che comporta, ma avrebbe grandi potenzialità di sviluppo e contribuire decisamente all’incremento del turismo.

Questo itinerario d’Ippoturimo si sviluppa lungo la fascia costiera della provincia di Ravenna, da Sant’Alberto a Cervia, attraversando il Parco del Delta e toccando diverse zone protette di alto interesse ambientale e naturalistico, ultimi tratti di territorio ancora non “valorizzati” dal cemento, che ci permettono di raffigurarci come appariva un tempo il paesaggio della bassa Pianura Padana. Queste importanti risorse naturalistiche sono costituite in particolare dalle pinete, sottoposte a vincolo idrogeologico, e soprattutto dalle zone umide (Valle Furlana, Punte Alberete, Valle della Canna, Piallassa della Baiona e Ortazzo), protette dalla convenzione internazionale di Ramsar. Punti interessanti sono anche le vestigia delle attività umane, un tempo importanti ed oggi spesso dimenticate o abbandonate ad un degrado totale.

Pensato per consentire una agevole percorrenza a cavallo, in tre giornate, è ugualmente valido per essere affrontato in bicicletta.

Ippoturismo: nelle Valli di Comacchio

Si parte dalle Valli di Comacchio, immediatamente a nord di Sant’Alberto, dall’Azienda Agrituristica “Prato Pozzo” e si percorre l’argine sinistro del Fiume Reno, con ampia veduta della Valle Furlana e dell’Oasi Faunistica di Boscoforte, nelle Valli di Comacchio: una volta attraversato il fiume, sulla chiusa, si arriva a Mandriole, piccolo paese della bassa noto per il passaggio di Garibaldi in fuga e per la morte di Anita.

Ci si dirige quindi verso il mare, passando accanto alla Valle della Canna e al biotopo di Punte Alberete, attraversando la pineta San Vitale fino a Casal Borsetti, poi lungo le valli dietro Marina Romea giungendo a Porto Corsini.

Ippoturismo, a cavallo dalle Valli di Comacchio alle saline di Cervia Qui si traghetta, avventura dal sapore antico, anche se effettuata con mezzi moderni, che riporta a quando i ponti non erano così frequenti e la figura del traghettatore, il “passatore“, era comune e fu dato come saprannome ad un feroce bandito, che la leggenda ha trasformato in un moderno Robin Hood, assurto poi a simbolo della Romagna.

Porto Corsini fino al 1930 indicava il paese allo sbocco del Canale Corsini, poi lo sviluppo turistico portò l’abitato alla destra del canale a prendere il nome di Marina di Ravenna.

Si prosegue sempre in direzione sud, lungo la pineta costiera passando a breve distanza dalla “Fabbrica Vecchia”, nome dato ad una costruzione che ospitava il posto di guardia del nuovo porto canale, nonché osteria e locanda; l’edificio costruito dall’architetto Camillo Morigia, è ora in stato di grave abbandono. Giunti a Punta Marina, località posta all’antica foce dei Fiumi Uniti, il nostro percorso d’Ippoturismo prosegue fino a Lido Adriano dove una deviazione ci conduce a Porto Fuori, borgo all’immediata periferia di Ravenna. Qui, presso, l’Azienda Agrituristica “Manara”, è la conclusione della prima giornata di viaggio; in un ambiente tipicamente romagnolo, con gente semplice, a volte brusca, ma schietta e molto ospitale si può gustare l’ottima cucina romagnola; un meritato riposo rinfrancherà i viaggiatori.

Ippoturismo: i Fiumi Uniti a sud di Ravenna

Il secondo giorno si ritorna al mare lungo l’argine dei Fiumi Uniti passando accanto alla chiesa di Santa Maria in Porto Fuori risalente all’anno mille e ricostruita dopo le distruzioni della guerra; il primo nucleo dell’abitato fu un insediamento di monaci, i quali costruirono il convento di cui resta solo un muro, e la chiesa, che fu detta “in Porto Fuori” perché sorgeva nelle vicinanze dell’antico porto, fuori Ravenna.

Gli attuali Fiumi Uniti riuniscono in un alveo artificiale i fiumi Ronco e Montone, deviati a sud di Ravenna nel 1733, che precedentemente, con il loro pericoloso abbraccio, erano causa di periodiche alluvioni con grandissimi danni alla città, come nel 1630 quando la furia delle acque distrusse addirittura un tratto delle mura.

Ippoturismo, a cavallo dalle Valli di Comacchio alle saline di Cervia Poco prima della foce il nostro percorso d’Ippoturismo attraversano i Fiumi Uniti e se ne risale per breve tratto il corso sull’argine opposto, per passare accanto al rudere, detto “Torrazza”, di un’antica torre posta a guardia del vecchio corso del canale del porto di Ravenna, si prosegue poi in direzione del mare e quindi della foce del Torrente Bevano.

Il tratto compreso tra Lido di Dante e Lido di Savio è l’ultimo lembo di costa ancora integro, non assediato dal turismo di massa e fortunatamente dichiarata area protetta.

Ippoturismo: nella pineta cara a Dante e Lord Byron

Si risale quindi il torrente e poi il Fosso Ghiaia, che in esso confluisce, per arrivare alla Pineta di Classe, cantata da Dante che vi veniva a meditare, cara a Byron e molto apprezzata anche da D’Annunzio che, in compagnia della sua “musa” Eleonora Duse, vi si recava per scopi che i pettegolezzi del tempo dicono tutt’altro che spirituali; pare che il poeta sia stato visto da un allibito guardiacaccia danzare nudo sull’erba, come un fauno.

Attraversato il Fosso Ghiaia il nostro percorso d’Ippoturismo s’infila nella pineta e, sbucando all’estremo margine meridionale, con una panoramica dell’Ortazzo (area protetta e zona umida importante per le numerose specie di uccelli che vi trovano rifugio, specie durante le migrazioni), si arriva al punto di sosta del secondo giorno, l‘Azienda Agrituristica “Ca’ Marina F.lli Valentini” a Lido di Savio; ottima sia la cucina, tipicamente romagnola, che l’accoglienza.

Il terzo giorno ci riserva un percorso ad anello; da Ca’ Marini si risale il fiume Savio dove, lungo l’argine destro, si potrà notare un’ansa abbandonata del fiume che comprende una cava di sabbia e ghiaia oggetto di un progetto unitario di riqualificazione ambientale del Comune di Ravenna.

Si passa quindi accanto a Villa Ragazzena, antica villa nobiliare ora trasformata in ristorante; poco oltre si abbandona il fiume per dirigersi verso le Saline di Cervia, lungo uno degli onnipresenti canali di scolo, canali che per la zona della bassa Romagna rappresentano, assieme ai fiumi, gli assi portanti dei percorsi ippoturistici.

Purtroppo per una serie di divieti, leggi vecchie e abusi consolidati nel tempo la percorrenza degli argini non risulta sempre agevole, soprattutto per la pratica dell’Ippoturismo.

Ippoturismo: nelle saline di Cervia

Le Saline di Cervia, note fin dall’antichità, sono situate alle spalle dell’abitato, nella zona dove si suppone fosse situata l’antica Cervia: Ficocle.

Ippoturismo, a cavallo dalle Valli di Comacchio alle saline di Cervia Da sempre la produzione di sale è stata di importanza vitale e pur rendendo fiorente Cervia l’ha sottoposta alle vessazioni ed alle pretese dei più potenti vicini, fossero ravennati, bolognesi o veneziani; ora sono anche un’importante oasi faunistica e punto di sosta per numerose specie migratorie, tanto da essere state inserite all’interno della grande area del Parco del Delta del Po, il suo punto più meridionale. Si percorre il perimetro delle Saline ammirando il geometrico paesaggio creato dall’uomo; lungo gli argini si possono notare le garitte dalle quali le guardie controllavano la zona, cercando di impedire i furti di sale, un tempo molto frequenti nonostante la sorveglianza. Attraversata quindi la SS 16 Adriatica si entra in Cervia, all’altezza delle famose Terme che utilizzano i fanghi delle saline a scopi curativi.

Un fatto curioso è come fu scoperto, alla fine del secolo scorso, il potere in questi fanghi; un medico notò che i salinari, nonostante le misere condizioni di vita e il duro lavoro sempre con i piedi nell’acqua, soffrissero molto meno di altre categorie di affezioni artritiche e reumatoidi; dopo alcuni esperimenti si iniziarono rudimentali cure a base di fanghi perfezionate poi nel tempo fino a portare al moderno stabilimento.

Si passa accanto al Parco Naturale, si attraversa quindi la bella Pineta alle spalle degli abitati di Cervia e Milano Marittima, tornando al Fiume Savio e alla Az. Valentini dove termina il nostro percorso turistico a cavallo.

 

About Massimo Tommasini

Massimo Tommasini, esperto in editoria aziendale e ambiente

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