All’interno del Parco Nazionale di Campigna, Monte Falterona e Foreste Casentinesi, sull’appennino tosco-romagnolo, la natura e l’ambiente hanno mantenuto pressoché inalterate molte delle loro peculiarità millenarie; alcune delle zone all’interno del Parco, soprattutto l’Oasi Integrale di Sasso Fratino, sono ancora come l’avranno vista San Francesco, San Benedetto, l’Alighieri, Cosimo de’ Medici e gli altri personaggi noti e meno noti transitati per questi boschi nei secoli scorsi.

Il versante romagnolo comprende i comuni di Bagno di Romagna, S.Sofia, Premilcuore, Portico-San Benedetto e Tredozio nella Provincia di Forlì-Cesena. I confini del Parco inglobano per intero il complesso demaniale delle Foreste Casentinesi nonché i territori del Demanio regionale e di privati e, nel versante romagnolo, coincidono in gran parte con quelli del Parco Regionale del Crinale Romagnolo, la cui istituzione è del 1988.
Parco Nazionale di Campigna, Monte Falterona e delle Foreste Casentinesi: tanti piccoli centri rurali

Il Parco, area con un habitat bio-naturalistico di tutto rispetto, conserva intatta la magia dei piccoli centri rurali antichi. è il luogo di silenzi inusuali, di verdi vallate, di corsi d’acqua freschi e trasparenti, abitato da numerose specie di animali e ricco di una flora rigogliosa e particolare. Per questo offre agli escursionisti una varietà notevolissima di opportunità, con vette e crinali che consentono sia al camminatore saltuario che al più esperto appassionato di trekking di trovare itinerari sempre nuovi.
Il Crinale Romagnolo offre una nicchia ideale per il clima; il Monte Falco crea un “effetto quota” che contribuisce ad aumentare la piovosità e a diminuire la temperatura, differenziando la zona dal torrido della pianura. E’ un clima che favorisce abbondanti nevicate, per la gioia di appassionati e sciatori che trovano in Campigna e nel Monte Fumaiolo stazioni sciistiche piccole ma ben attrezzate.
Il Parco offre panorami diversi, come diverse sono le caratteristiche delle vallate limitrofe, le valli del Savio, del Bidente, del Rabbi e del Montone. Di notevole importanza anche le varie strutture religiose, come l’eremo di Camaldoli, quello della Verna, quello di San Romedio, solo per citarne alcuni.
Parco Nazionale di Campigna, Monte Falterona e delle Foreste Casentinesi: fauna e flora
Gli ampi declivi, torrenti e i fiumi ricchi di trote e vita animale, i boschi e le foreste popolate dalla fauna più suggestiva sono un nido protetto per fiori e insetti rari. Qui regna, imponente e maestoso, il cervo, protagonista di spettacolari duelli amorosi.

Insieme alla natura, la presenza dell’uomo e le tracce della sua storia. Piccoli centri ricchi di tradizioni culturali, con architetture segnate dalla necessità di proteggersi dove spiccano tante rocche fortificate e costruzioni rurali per la sobria vita di montagna.
La foresta presenta fustaie in cui domina generalmente il faggio. La faggeta è un bosco denso, cupo, molto chiuso, dove difficilmente altre specie riescono ad insediarsi, ove comunque possiamo ritrovare correlati con l’altitudine, dapprima l’olmo, il tiglio e il frassino maggiore e poi abete bianco ed acero montano.
Tra le specie presenti in questa fascia, e specialmente nella Foresta della Lama, merita particolare menzione l’abete bianco che, per distribuzione e presenza, ha trovato in questa zona la sua più importante stazione nell’Appennino settentrionale. La consociazione più caratteristica della foresta è comunque quella costituita dal bosco misto di abete e faggio, che esprime inoltre un alto grado di naturalità.
Parco Nazionale di Campigna, Monte Falterona e delle Foreste Casentinesi: Sasso Fratino

Discorso a parte merita la Riserva naturale integrale di Sasso Frattino, dove la scarsa azione dell’uomo, favorita anche dall’inaccessibilità dei luoghi, ha permesso la conservazione di un luogo pressoché integro e secolare, tanto che ne è vietato l’accesso se non autorizzati dalle autorità forestali del parco.
Il patrimonio faunistico del Parco Nazionale di Campigna, Monte Falterona e delle Foreste Casentinesi è decisamente molto ricco ed è notevolmente aumentato negli ultimi decenni, grazie anche allo spopolamento delle zone montane ed all’acquisizione di vaste aree da parte dello Stato e della Regione.

Emblematica di questa realtà è la presenza numerosa e costante di vari ungulati come cervo, daino, capriolo, muflone e cinghiale.
Le specie che più di ogni altra rappresentano l’elevato grado di naturalità di questi territori sono l’aquila reale ed il lupo, che, trovandosi all’apice della catena alimentare, sono un sicuro indizio dei miglioramenti ambientali avvenuti negli ultimi anni. Il lupo è presente con una decina di esemplari, divisi in due nuclei familiari principali, uniformemente distribuiti su tutto il territorio del Parco, sancendo cosi il ritorno di una specie che nei decenni passati era presente solo sporadicamente con individui isolati. L’aquila si è insediata stabilmente in questi territori, dopo un lungo periodo di assenza a partire dagli anni ’80, ed ora vi sono diverse coppie nidificanti proprio nel cuore del Parco.
L’elenco dei mammiferi minori è molto lungo: la volpe, il tasso, la faina, la puzzola, e la donnola, la martora. Rara l’istrice, frequente la lepre, numerosi gli scoiattoli, il ghiro, il moscardino, il topo quercino, l’arvicola e il topo ragno.

All’interno dell’area del Parco Nazionale di Campigna, Monte Falterona e delle Foreste Casentinesi gli uccelli sono rappresentati da numerose specie e, a partire dai rapaci, si segnalano: la poiana, il gheppio, lo sparviero, il lodolaio ed il pecchiaiolo. Fra i rapaci notturni: la civetta, l’assiolo, l’allocco, il barbagianni ed il rarissimo gufo reale. Tra i rettili ricordiamo l’orbettino, il biacco, la biscia d’acqua, il Colubro d’Esculapio e la vipera, unico rettile velenoso presente anche a quote più elevate.
Meritano attenzione particolare tra gli anfibi la rarissima salamandrina dagli occhiali, il geotritone italiano e la rana rossa, tipica della fauna alpina, sul Monte Falterona. La trota fario ed il barbo popolano tutti i torrenti di montagna e, come indicatori di purezza delle acque, ricordiamo il granchio d’acqua dolce e il gambero di fiume. Inoltre, sono stati classificati in queste valli circa diecimila specie di invertebrati.
Il Parco nazionale, quindi, come un grande polmone verde nel cuore dell’Appennino tosco-romagnolo, meta obbligata per appassionati della natura, sportivi e per tutti coloro che vogliano tuffarsi in questa oasi di verde, a pochi chilometri dalle spiagge assolate e multicolori della Riviera.