Il fascino del bel borgo antico di Pordenone è dovuto agli scorci, alle acque dell’antico porto di attracco, ai palazzi decorati di Contrada Maggiore e ai portici, tra i più lunghi d’Europa, dove, in primavera, centinaia e centinaia di rondini nidificano allegramente portando il loro canto nell’aria.
Pordenone e la sua peculiarità artigianali e artistiche
Gusto, artigianalità ed esperienza hanno portato il territorio di Pordenone alla ribalta internazionale. Maniago, per esempio, è considerato il Distretto leader mondiale della produzione di coltelli, strumenti da taglio e cavatappi, mentre Spilimbergo, conosciuta come la città del Mosaico è la sede della Scuola Internazionale Mosaicisti del Friuli.
Pordenone e i suoi sapori
La tradizione culinaria della provincia di Pordenone si ritrova nei ristoranti e nelle trattorie presenti sia nei vari borghi sia lungo le Vie dei Saperi e dei Sapori delle Dolomiti friulane e delle Strade del Vino.
Il piacere della scoperta dei prodotti locali, del cibo della tradizione, prevalentemente agricola, e l’apporto di altre culture hanno influenzato la cucina, la quale, pur nella sua semplicità esprime il suo animo contadino e sano, capace di conquistare anche i palati più raffinati.
Uno dei prodotti primaverili più utilizzati è il “radicio”, tenerissimo radicchio che viene condito con lardo scaldato, tagliato a cubetti. Accompagnato ad uova sode fa da padrone nei picnic del 25 aprile e di Pasquetta. Bruscandui (germogli di luppolo), grisol o scjopetin (silene), radicele (tarassaco) sono erbe spontanee che forniscono materia prima per frittate, risotti, minestre e per i cjalzons, pasta ripiena simile ai ravioli.
Particolare attenzione meritano salumi: prosciutto di Aviano, il filon (lombo di maiale affumicato), la brusaula o pindula (carne di maiale o di pecora o di manzo tagliata a strisce), la bondiola (carne insaccata con aggiunta di cotenna, muscoletti di maiale e lingua, il lingual (impasto di cotechino insaccato con al centro la lingua intera di maiale), la pitina (polpetta di carne affumicata, presidio Slowfood).
Popolare in tutto il Friuli è la broada: rape rosse, acetificate sotto vinacce e tagliate a listerelle sottilissime, che fa da contorno al Muset di maiale.
Poi, asparagi, fagioli, patate, zucche, mele, funghi, tartufi, Olio extra vergine d’oliva, Figo moro di Caneva, Cipolla rossa di Cavasso Nuovo.
Fondamentali nell’economia locale sono i formaggi: il Montasio DOP, il formaggio Asino (forse il più antico formaggio friulano, il cui nome deriva da Mont d’As), il Formai tal cit (formaggio che recupera le forme non riuscite tagliandole a pezzi coprendole di panna e latte e mescolandole fino a ridurle ad una crema densa che viene messa in vasi di pietra (cit), i formaggi di capra.
La lunga lista dei prodotti non si esaurisce qui: i Bussolai o biscotti dal collo che un tempo venivano regalati dal figlioccio al padrino; il Biscotto di Pordenone, preparato con farina di grano duro e farina di mais, seguendo un’antica ricetta; poi le marmellate di fragole, di lamponi e di mirtilli, miele, aceto e succhi di mele.
Pordenone news
Le terre pordenonesi hanno dato i natali ad alcuni rinomati chef, come il Luca Manfè, vincitore di Masterchef USA 2013, mentre altri guidano vari Harry’s bar sparsi da Los Angeles a New York.
Tra le eccellenze del territorio meritano di essere ricordate le barbatelle di Rauscedo, dove 250 vivaisti coltivano circa 70 milioni di giovani viti che vengono esportate in tutto il mondo per un ammontare del 65% di tutta la produzione italiana.
L’azienda Due Ancore di Maniago, produttrice di coltelli, vede i propri prodotti esposti al Museo Moma di New York dal 2014.
A proposito di mosaici: la nuova stazione metropolitana One World di NY ha commissionato una struttura a farfalla, realizzata da Cimolai, adornata da un grande mosaico realizzato da artigiani pordenonesi. Alla Library of Congress di Washington e l’Operà di Parigi si trovano molti interventi musivi friulani.