Nel cibo, c’è tutto un universo: bisogna averne consapevolezza. Sono importanti sia l’origine, sia le caratteristiche degli alimenti. C’è chi afferma che in materia i bambini dovrebbero acquisire nozioni in merito a scuola: non fermandosi alla teoria, ma partecipando a laboratori ed esperimenti. E ancora: potrebbero cucinare, imparando nuove ricette e riproponendo a casa quanto imparato. E’ stato previsto anche un business game, il cui obiettivo è mettere a punto il menu della mensa scolastica. Sono tanti gli elementi da integrare: stagionalità dei prodotti, costi e gusti dei compagni.
Bambini, cibo e consapevolezza: un programma di educazione alimentare
Il nuovo programma di educazione alimentare elaborato si chiama “Sperimentare salute”: è stato definito dall’Istituto superiore di sanità attraverso l’uso della piattaforma MaestraNatura, utile nella didattica delle scienze.
Bambini, cibo e consapevolezza: un accordo
Lo scorso ottobre un accordo di convenzione è stato intessuto tra il Ministero della Salute – direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione e l’Iss.
Si tratta di una delle attività successive al successo di Expo. Parliamo di un programma sperimentale svolto in 75 classi (25 di quarta primaria, 25 di quinta primaria, 25 di secondaria di primo grado). La meta è delineare un nuovo standard per l’educazione alimentare. Non si tratta soltanto di moduli didattici, ma anche di risorse di supporto: saranno eseguiti laboratori in classe e saranno somministrati questionari ad alunni e genitori sul tema dei comportamenti alimentari.
Bambini, cibo e consapevolezza: la parola all’esperta
Roberta Masella dell’Istituto superiore di sanità si è espressa in questo modo: “Sono già alcuni anni che sperimentiamo il progetto, l’obiettivo questa volta è standardizzare il metodo, raccogliendo e valutando i risultati. L’ambiente della scuola è elettivo per questo tipo di intervento perché consente di arrivare direttamente ai bambini che sono il target principale dei programmi di educazione alimentare necessari a contrastare sovrappeso e obesità che interessano il 30-40% della popolazione pediatrica e che sono fra i principali fattori di rischio per malattie come diabete e patologie cardiovascolari. E’ fondamentale coinvolgere i genitori, che sono poi quelli che concretamente cucinano e fanno la spesa“.