La distribuzione alimentare: cambiano le abitudini di acquisto

La distribuzione alimentare: cambiano le abitudini di acquisto

Nel settore alimentare stanno radicalmente cambiando le abitudini d’acquisto dei consumatori, con mutamenti duraturi e irreversibili.

Questo ha un forte impatto sulla produzione e la distribuzione alimentare, costringendo le aziende del settore a studiare in profondità i trend di cambiamento.

La grande distribuzione regge ancora (anche se negli Usa comincia a dare chiari segni di sofferenza), ma crescono moltissimo da un lato un sistema di vendita relativamente nuovo come l’e-commerce che garantisce comodità, precisione e velocità.

Dall’altro l’antico sistema del negozio di vicinato che garantisce al consumatore di “non perdersi fra gli scaffali” e di vivere un’esperienza d’acquisto di qualità guidata dal venditore specializzato,  che conosce i gusti e le abitudini del cliente.

Lo hanno affermato gli esperti intervenuti al primo incontro dell’undicesima edizione della rassegna “Economia sotto l’ombrellone”, in corso di svolgimento a Lignano Sabbiadoro, che si sono confrontati sul temaLa distribuzione alimentare fra locale e globale”.

Discutendo anche sulle necessità per le aziende alimentari italiane di distribuire all’estero e sulla difficoltà a garantire una adeguata distribuzione alimentare nei piccoli borghi, soprattutto montani, a causa della mancanza di negozi.

Made in Italy: la distribuzione alimentare all’estero

“Per quanto riguarda la distribuzione all’estero bisogna sfruttare adeguatamente il Made in Italy che nell’alimentare ha un grande appeal e che può consentire alle aziende di produzione di trovare nuovi mercati contrastando la sofferenza che, comunque, si sta vivendo sul mercato interno”, dice Luca Tonizzo di Venfri.

“Nella distribuzione alimentare internazionale il marchio Made in Italy ha una grande forza, paragonabile a quello Made in Germany sui prodotti della meccanica, e noi dobbiamo assolutamente sfruttarlo.

Purtroppo, però, siamo carenti di protagonisti della Gdo (grande distribuzione organizzata) internazionale di proprietà italiana.

Questo ci pone in condizione di svantaggio rispetto, ad esempio, ai francesi che con catene distributive di proprietà danno priorità all’esportazione di prodotti Made in France nel mondo”, dice Marco Tam di Greenway Group / Filare Italia.

«Il food ormai si è contaminato e oltre alla richiesta di prodotti local c’è una richiesta di prodotti global.

Si pensi allo zenzero che prima non esisteva e oggi è su tutte le nostre tavole, e questo offre grandi occasioni di distribuzione dei prodotti locali a livello internazionale e sicuramente i prodotti italiani hanno un grande appeal sui mercati esteri in tutto il mondo”, dice Paolo Ciani di Villa Food.

La difficoltà di garantire una distribuzione alimentare nei piccoli borghi

“I negozi di montagna o dei piccoli borghi oggi fanno un vero e proprio “servizio sociale”, e le poche speranze di riuscire a tenerli aperti vengano da una crescita del turismo.

Perché difficilmente un negozio riesce a reggere economicamente dove il mercato potenziale è così ristretto a causa del progressivo spopolamento“, dice Tonizzo.

“È necessario un intervento legislativo che agevoli fiscalmente o in altri modi quegli “imprenditori coraggiosi” che decidono di tenere aperto un negozio nei piccoli borghi montani o isolati per fare un servizio alla comunità”, dice Tam.

“Non credo molto nella politica dei sussidi, ma ritengo necessario rendere più vivibile la montagna, creando economia e aziende di eccellenza in quei luoghi, in modo che le persone siano invogliate a stabilirsi nei piccoli borghi.

Questo lo dico anche grazie alla mia esperienza da amministratore regionale e anche perché la mia azienda ha sede in montagna.

Perché se la montagna continua a spopolarsi non ci saràcontributo, né turismo, in grado di garantire l’esistenza duratura di un’attività commerciale“, spiega Ciani.

I cambiamenti nella distribuzione e la sostenibilità dei prodotti

I grandi cambiamenti in atto nella distribuzione dipendono anche dalla sempre maggior attenzione del consumatore alla sostenibilità dei prodotti, alla loro qualità e agli aspetti salutistici della nutrizione.

“Le persone sicuramente desiderano prodotti sempre di maggior qualità, socialmente ed ecologicamente sostenibili.

Ma spesso non si rendono conto che tutto questo ha come contropartita un costo maggiore dei prodotti stessi e cercano, al contempo, prodotti sempre meno costosi.

Negli anni, comunque, la richiesta di prodotti alimentari più sani e sostenibili continuerà a crescere”, dice Tam.

“Oggi l’etichetta è molto importante e tutta la filiera è responsabile del fatto che essa sia corretta e riporti tutte le informazioni richieste dai consumatori rispetto alla sostenibilità, alla salubrità, al benessere animale, e alla tutela dei lavoratori”, dice Tonizzo.

“C’è sicuramente un’evoluzione in corso con un cambiamento di sensibilità del consumatore che è particolarmente spiccato nei più giovani.

Oggi i ragazzi di 25/30 anni sono molto più attenti rispetto ai loro genitori e nonni.

Ci sono prodotti che stanno sparendo dal loro consumo, come ad esempio le carni di cavallo o di capretto, e altri molto richiesti e difficili da trovare come il pesce bio.

Il trend principale per i prodotti del futuro è quello di avere la cosiddetta “etichetta bianca” cioè un’etichetta più pulita possibile senza conservanti, additivi e coloranti e che sia piùnaturalepossibile.

Senza dimenticare, però, che questo comporterà un aumento dei costi per i produttori e per i consumatori”, spiega Ciani.

Le nuove tecnologie in aiuto alla sostenibilità

Le nuove tecnologie possono dare un grande aiuto per rendere sempre più naturali, sostenibili e salubri i prodotti che arrivano in casa.

Ci sono, infatti, sistemi, come quelli adottati da Villa Food, di cottura a bassa temperatura e di conservazione ad alta pressione, che permettono di conservare a lungo le qualità dei prodotti senza additivi e conservanti.

Così come ci sono sistemi tecnologici di irrigazione e analisi con controllo a distanza delle coltivazioni, come quelli adottati da Filare Italia, per ridurre grandemente i consumi di acqua e fertilizzanti.

Ci sono, poi, come ricordato dal titolare di Venfri, nuove tecnologie che permettono di automatizzare e controllare i magazzini delle aziende distributrici consentendo una migliore distribuzione dei prodotti deperibili, o di realizzare confezioni più sostenibili e leggere per ridurre l’inquinamento connesso alla distribuzione.

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