I nutrizioni sono quasi tutti d’accordo: in una dieta sana e equilibrata la carne non dovrebbe mancare del tutto, perché è una importante fonte di proteine e di nutrienti preziosi. Ma perché la carne sia davvero un alimento sano e indispensabile per il nostro organismo, contano molto la quantità, la qualità e il metodo di cottura. Insomma: quanta carne posso mangiare in una settimana? E che tipo di carne devo scegliere? E ancora: e come devo cucinarla perché non si trasformi in un alimento a rischio?
Questa affermazione, palesemente in controtendenza con certe filosofie alimentari, non viene dai soliti media che amano sparare notizie ad effetto, ma da una sezione del Comitato Nazionale per la Sicurezza Alimentare, su richiesta del Ministero della Salute.
Il punto fermo è che le carni rosse, consumate in misura moderata e con cotture di tipo sano, non sono la causa principale dell’insorgenza dei tumori. Cosa importante è consumarle con piccole accortezze, in modo da trarne solo vantaggi e ridurre al minimo eventuali conseguenze dannose.
Quali accortezze bisogna rispettare per cucinare la carne in modo sano e nutriente?
Ottima domanda. Non è importante solo quanta carne mangiamo, ma anche in che modo la mangiamo. Tanto per cominciare, visto che uno dei pregi della carne rossa è il contenuto di ferro, è molto utile accompagnarne la cottura con del succo di limone; oppure bere una spremuta d’arancia a fine pasto. Infatti, la vitamina C contenuta negli agrumi (ma un po’ in quasi tutta la frutta) facilita l’assorbimento del ferro.
Proprio sulla cottura, si sentono dire cose allarmanti. Il riferimento è alla cottura alla brace.
E’ vero: la carbonizzazione, infatti, può scatenare l’insorgenza di certi tumori. Meglio, quindi, non farne una consuetudine. Il consiglio è quello di andare su altri tipi di cottura più sani e sicuri, come la cottura a vapore, o con padelle antiaderenti, che evitano di bruciare la carne producendo pericolose sostanze effettivamente cancerogene. Se possibile, e comunque con frequenze limitate, cercare di evitare anche i fritti, specie con oli ormai esausti per il troppo uso e di qualità mediocre.
Un altro luogo comune è quello che la carne, specialmente quella suina, faccia ingrassare.
Tagli di carne magri, nel caso di carne suina un bel prosciutto crudo, il petto di pollo, non solo non fanno ingrassare più di tanti altri alimenti, ma danno anche un senso di sazietà che evita di abbuffarsi troppo e di arrivare al pasto successivo affamati. Quindi, mangiare carne – con tutte le accortezze sopra indicate – è indicatissimo per chi vuole controllare il suo peso e per gli atleti.
Ovviamente è fondamentale sottolineare l’importanza di un consumo responsabile. Gli eccessi non sono mai la scelta giusta.
E allora: quanta carne può entrare in un equilibrato regime alimentare?
Dipende molto dalle caratteristiche del soggetto, dalla sua età e da altre variabili. In via generale si può dire che un etto di carne circa, due o tre volte alla settimana, non fa male, anzi. Per i salumi, la quantità è praticamente la metà.
Per la qualità, come dobbiamo regolarci?
Sicuramente, meglio andare su carni di allevamenti italiani. E non è solo un discorso protezionistico per la nostra economia agroalimentare. Le carni italiane sono fra le più controllate del mondo e la loro qualità è di altissimo livello; questo grazie a un sistema sanitario molto efficiente e anche alla passione e competenza degli allevatori italiani. Quanta carne finisce sulle nostre tavole senza che ci siamo soffermati a leggere la zona di provenienza sulla confezione?
Insomma: la carne viene assolta a pieno titolo dai nutrizionisti.
Sì, l’importante però è che nel nostro regime alimentare, oltre a carni di qualità, ci sia anche olio extravergine di olive coltivate in Italia, formaggi italiani, pesce, uova, cereali coltivati in Italia, pasta, pane e frutta di stagione. In poche parole: per stare veramente bene occorre alimentarsi senza eccessi e con grande varietà di alimenti.