Malattie digestive: solo l'8% curato in gastroenterologia

Malattie digestive: solo l’8% curato in gastroenterologia

Le malattie digestive, in Italia, sembrano non avere un luogo di cura dedicato. Negli ospedali italiani, infatti, meno dell’8% di persone con problemi all’apparato digerente è stato visto dal gastroenterologo, cioè lo specialista specifico per questo tipo di malattie. E’ il dato allarmante che emerge da una ricerca svolta dall’Associazione italiana gastroenterologi e endoscopisti ospedalieri (AIGO) in collaborazione con il ministero della Salute. Lo studio ha analizzato oltre 4 milioni 800 mila casi di pazienti ricoverati negli ospedali italiani tra il 2010 e il 2014. Dati non certo confortanti che denunciano la mancata appropriatezza dell’approccio alle malattie digestive.

Le malattie digestive si curano in gastroenterologia

In pratica i gastroenterologi denunciano il fatto che la maggior parte dei pazienti ricoverati per malattie dell’apparato digerente finisce nel reparto sbagliato: quasi il 50% è curato in unita’ di chirurgia, il 23,9% in medicina, il 5% in pediatria e il 13,6% in altre unità operative. In pratica 9 pazienti su 10 non vengono curati in gastroenterologia.
Tutto ciò invitabilmente comporta gravi conseguenze: ricoveri più lunghi del necessario con conseguente spreco di denaro pubblico, e soprattutto rischi per la salute dei pazienti. E i numeri parlano chiaro: fuori dei reparti di gastroenterologia la mortalità (all’interno dell’ospedale) per malattie dell’apparato digerente raddoppia, salendo dal 2,2% ad una media del 4,1%.

Ecco perché, per  assicurare a tutti i pazienti le migliori cure, Aigo propone la creazione di reti regionali per le emergenze, ma anche il potenziamento e la distribuzione omogenea  sul territorio nazionale dei posti letto di gastroenterologia. L’ipotesi potrebbe essere anche quella di utilizzare i posti di chirurgia attualmente impiegati, in modo improprio, per erogare cure gastroenterologiche. Cos’ facendo, dicono i gastroenterologi, si potrebbero risparmiare 360 mila giornate di ricovero l’anno, con un risparmio notevole per le casse pubbliche e anche in termini di sicurezza.

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