Papilloma, gli uomini rischiano di più. Ecco la guida al vaccino

Papilloma, gli uomini rischiano di più. Ecco la guida al vaccino

Nel nostro paese solo il 70% delle dodicenni aderisce alla vaccinazione contro il Papilloma Virus Umano (HPV).  Significa che tre ragazze su dieci non sono coperte dal contagio da papilloma perché rifiutano un fondamentale strumento di prevenzione, in grado di proteggere da uno dei tumori più frequenti nelle donne al di sotto dei cinquant’anni: il tumore del collo dell’utero.
Solo in Italia, nel 2015, questa neoplasia ha fatto registrare circa 2.100 nuovi casi.
Ma non è tutto: l’HPV può provocare il tumore di altre parti del corpo come vulva, vagina, pene, ano, bocca e faringe. Questo ovviamente significa che anche i maschi sono a rischio, gli esperti calcolano che un uomo ha una probabilità 5 volte superiore rispetto alla donna di contrarre il virus e, spesso, non è consapevole di essere portatore del virus. Eppure, a oggi, sono soltanto otto (Liguria, Puglia, Sicilia, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Calabria, Molise e in Sardegna le Asl di Sassari e Olbia) le Regioni italiane ad aver esteso la possibilità di vaccinarsi gratuitamente anche ai ragazzi dodicenni.

Arriva la guida al vaccino contro il papilloma

E’ proprio per sensibilizzare i genitori sull’importanza della vaccinazione che l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) ha realizzato una guida al vaccino anti-HPV che viene distribuita in tutti i reparti di Oncologia del nostro Paese e nelle farmacie.
“Certamente siamo ancora molto lontani dall’obiettivo fissato di una copertura pari al 95%”, dice il professor Carmine Pinto, presidente nazionale AIOM.” La profilassi è indicata sia nei maschi che nelle femmine a partire dai 9 anni di età e la decisione di alcune Regioni di includere gli uomini è un provvedimento importante che dovrà essere esteso tutto il territorio per portare a una riduzione significativa del numero di cittadini infettati e portatori del virus”.
Il papilloma virus è estremamente aggressivo e variegato: ne esistono oltre 120 varianti, che si differenziano a seconda del tessuto che colpiscono e per la gravità degli effetti. I tipi 16 e 18 sono molto rischiosi e responsabili di circa il 70% di tutti i tumori del collo dell’utero. Possono inoltre causare  il tumore alla vulva, alla vagina e ad altre parti del corpo come ano e pene e al distretto testa-collo. Sul totale delle infezioni, un terzo si registra proprio nei maschi.
“Per le donne disponiamo di esami utili come il Pap-test, l’HPV DNA Test e la colposcopia”, dice Pinto. “Attraverso questi test diagnostici è possibile riconoscere le lesioni pre-cancerose per poterle efficacemente trattare prima che la malattia si sviluppi. Per l’uomo invece non vi sono al momento programmi di screening adeguati. Così il trattamento delle lesioni arriva sempre tardi”.
L’Italia è stato il primo Paese in Europa a stabilire la gratuità della vaccinazione anti-HPV, un’arma decisamente importante, che permette di giocare d’anticipo. “Rappresenta uno strumento di prevenzione primaria contro i tumori”, conclude Pinto. “L’unica strategia veramente efficace per non entrare in contatto con il virus”.

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