Stop alle emissioni inquinanti entro il 2050? L’agricoltura italiana potrebbe riuscirci
Parlare di agricoltura e inquinamento, ormai, può far drizzare i capelli a molti.
Emissioni prodotte dagli allevamenti intensivi, dai bovini, dalle macchine agricole, dagli aerei che portano su e giù per il mondo prodotti esotici di cui siamo sempre più ghiotti.
Tuttavia, non tutto è perduto.
E, anzi, proprio dall’agricoltura potrebbero arrivare soluzioni per invertire questo triste processo.
Neutralità carbonica entro il 2050: l’agricoltura italiana è sulla giusta strada
Dalle agroenergie, dal fotovoltaico e dall’agrivoltaico arriverà un aiuto decisivo al futuro energetico e dell’agricoltura nazionale.
In Italia, infatti, ci sono tutti i presupposti per raggiungere la neutralità carbonica prevista dalle norme europee entro il 2050, aumentando la produzione di energia da fotovoltaico (e dal nascente agrivoltaico) e da biomasse.
Le emissioni zero (o neutralità carbonica) consistono nel raggiungimento di un equilibrio tra le emissioni e l’assorbimento di carbonio.
A tal fine basterebbe destinare a fini energetici circa il 5% dei terreni attualmente coltivati e ciò non avrebbe alcun significativo impatto sulla produzione alimentare nazionale.
L’utilizzo delle agroenergie e del fotovoltaico potrebbe anche rendere conveniente agli agricoltori recuperare una parte degli oltre 3,5 milioni di ettari (su circa 16milioni totali) teoricamente coltivabili, ma che oggi sono incolti e abbandonati.
“Le tecnologie e le capacità finanziarie ci sono, ma serve una maggiore chiarezza e stabilità normativa e meno burocrazia. Oggi, infatti, gli incrementi produttivi delle energie verdi (compreso anche l’eolico) sono rallentati da norme poco chiare, incentivi altalenanti e scadenze dei bandi impossibili da rispettare a causa di una burocrazia e un percorso autorizzativo elefantiaci”: lo hanno sostenuto Philip Turn Valsassina, presidente Fvg di Confagricoltura, Marco Tam, presidente del Gruppo Greenway, ed Eros Miani, fondatore e presidente di Fototherm, relatori del terzo incontro “Economia sotto l’ombrellone” 2023, svoltosi a Lignano Pineta (Udine).
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Il tarassaco è una pianta della famiglia delle Asteracee universalmente conosciuta; è infatti il cosiddetto “dente…In cosa consiste l’agrivoltaico?
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«La tecnologia più promettente, ma ancora in fase di sviluppo – ha affermato Eros Miani, presidente di
Fototherm, azienda di moduli fotovoltaici – è l’agrivoltaico, che consente di installare sui campi agricoli pannelli fotovoltaici verticali. Si tratta di una tecnologia innovativa che permette di rendere compatibili su uno stesso terreno le coltivazioni agricole e la produzione di energia, avendo, comunque, una resa paragonabile a quella dei panelli messi a terra o installati sui tetti. Anche i pannelli fotovoltaici tradizionali, così come gli impianti a biomasse per la produzione di biogas e biometano e l’eolico possono, comunque, costituire un’ottima opportunità per uno sfruttamento a fini energetici dei terrenti agricoli. In Friuli Venezia Giulia in particolare – ha aggiunto –
basterebbe destinare circa 5mila ettari a fini energetici (circa il 2/3 % del totale dei terreni coltivabili) per raggiungere l’obiettivo della totale decarbonizzazione al 2050 come previsto dagli obiettivi europei. Il problema oggi – ha concluso – non sono le tecnologie che sono ampiamente disponibili, con rese in continuo miglioramento e a prezzi calanti, ma l’incertezza normativa, le scadenze dei bandi troppo ravvicinate rispetto ai tempi di realizzazione medi degli impianti e una burocrazia ancora molto lenta e pesante, soprattutto nel nostro Paese».
Energie rinnovabili e attività agricole
Positiva la visione futura del mix fra energie rinnovabili e attività agricole da parte di Philip Thurn Valsassina, presidente di Confagricoltura Fvg e grande imprenditore agricolo in prima persona: “Le tecnologie a disposizione per la produzione di energia ‘verde‘ – ha spiegato – sono in continua evoluzione e il mix energetico fra fotovoltaico, biomasse, eolico e idroelettrico, potrà sicuramente permettere di raggiungere gli obiettivi al 2050.
La vera sfida, oggi, per poterci liberare completamente dalla produzione di energia da combustibili fossili – ha continuato – sta nel rendere stabili, o accumulabili, le produzioni delle energie rinnovabili che, a differenza di una centrale elettrica a gas, petrolio, carbone o nucleare, sono soggette ad andamenti della produzione altalenanti essendo legati a fonti instabili come il sole, il vento, la produzione agricola, l’acqua. Per gli agricoltori, comunque – ha concluso–, le energie rinnovabili rappresentano grandi alleati, soprattutto se concepite in un mix vario. Un esempio nella nostra regione è venuto quest’anno dagli impianti a biomasse che hanno potuto utilizzare (e pagare agli agricoltori) la grande massa di coltivazioni danneggiate irreparabilmente dalle violente grandinate di qualche settimana fa e che erano diventate invendibili sui normali mercati agricoli. Un altro esempio, soprattutto per certi tipi di produzioni, può arrivare dal promettente sviluppo, anche se ancora in fase iniziale, dell’agrivoltaico, che
potrebbe permettere di coniugare produzione agricola e produzione energetica“.
Il futuro dell’agricoltura italiana
Il futuro dell’agricoltura italiana nei prossimi venti-trent’anni, oltre ai cambiamenti indotti dall’utilizzo dei campi a fini energetici, vedrà grandi trasformazioni conseguenti all’avanzamento tecnologico e informatico con l’utilizzo di satelliti e droni per il controllo e la gestione dei campi, di robot per svolgere attività che oggi sono ancora prevalentemente manuali, di sistemi di micro-irrigazione e di mezzi meccanici sempre più efficienti, che porteranno a una diminuzione nelle aziende agricole del personale non specializzato e a una contestuale assunzione di un numero crescente di tecnici specializzati e laureati.
Al contempo, probabilmente, si assisterà a una crescita della dimensione media delle aziende agricole, soprattutto se dedicate alla produzione di seminativi e a una specializzazione delle piccole aziende su prodotti ad alta resa e che non necessitano di grandi estensioni (per esempio i piccoli frutti e le produzioni orticole) o su colture di nicchia, ma redditizie, come le coltivazioni biologiche.
Foto di Vlad Chețan: https://www.pexels.com/it-it/foto/foto-di-rotoli-di-fieno-sul-campo-in-erba-2600222/
Foto di JESHOOTS.com: https://www.pexels.com/it-it/foto/drone-quadricottero-nero-sul-campo-di-erba-verde-442589/