Ragionare sullo spreco idrico nella giornata mondiale dell’acqua è, oggi più che mai, necessario.
Tuttavia, non basta che questo argomento ci sfiori un singolo giorno all’anno.
Secondo i dati della Fondazione Barilla dello scorso anno, ogni giorno, solamente per alimentarsi, ogni persona consuma in media 6000 litri d’acqua. Una quantità maggiore rispetto all’acqua consumata da 80 lavatrici a pieno carico.
Di certo, questo dato di consumo tiene conto dell’acqua utilizzata negli allevamenti e in agricoltura per produrre il cibo che consumiamo, ma è comunque uno spunto di riflessione.
L’Italia, per quanto riguarda l’uso giornaliero di acqua domestica ha uno dei primati peggiori, con un consumo pro capite di 220 litri, contro i 165 litri della media delle nazioni europee.
Ed è proprio partendo da dati simili che possiamo capire, nel profondo, quanto sia importante fare la nostra parte.
Inoltre, non basterebbero 365 giorni all’anno per parlare esaustivamente di tutto ciò che ruota attorno al mondo dell’acqua.
Ma, oltre allo spreco idrico, ci possiamo informare su altri aspetti che riguardano questo preziosissimo elemento: l’alimentazione e la salute.
Giornata mondiale dell’acqua: perchè si festeggia
Oggi, 22 marzo, è la giornata mondiale dell’acqua. Questa ricorrenza è stata istituita dalle Nazioni Unite nel 1992, più precisamente nella Conferenza tenutasi a Rio in Brasile.
Il significato di questa “festa” è semplice da intuire: l‘acqua è un bene preziosissimo per l’intero Pianeta, ed è nostro dovere contrastare la crisi idrica, anche con semplici azioni quotidiane.
Secondo il rapporto annuale del World Economic Forum sul rischio globale del 2022, la crisi idrica rappresenta il terzo rischio globale in termini di impatto sul mondo.
Lo spreco idrico si può ripercuotere sulla sicurezza alimentare, la salute di umani e animali, sull’ambiente, sull’economia e la pace sociale.
Per tutti questi motivi è di primaria importanza proteggere questa risorsa.
A oggi, secondo l’Onu, sono ancora 2 miliardi le persone che vivono in condizioni critiche di crisi idrica e non hanno accesso all’acqua potabile nel loro quotidiano.
Derma Wand. Lo abbiamo provato per voi
Derma Wand è un apparecchio di tipo domestico per la cura della pelle. Se ne parla…3 semplici accorgimenti per contrastare lo spreco idrico
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A molti di noi questi punti potrebbero risultare familiari, ad altri, magari, no.
Di certo, non c’è momento migliore rispetto alla giornata mondiale dell’acqua per ripassare velocemente 3 semplici azioni quotidiane che possono fare la differenza.
- Preferire la doccia al bagno. Se si parla di igiene personale, dal punto di vista dello spreco idrico, è sempre preferibile optare per una doccia che duri, in media, meno di 10 minuti. Infatti, preparare una vasca da bagno, comporterebbe uno spreco d’acqua 4 volte maggiore. Per i più virtuosi e attenti all’argomento, si possono installare doccette e rubinetti a basso flusso, così da poter selezionare, solo nel caso in cui fosse necessario, un apporto maggiore d’acqua.
- Non lasciare il rubinetto aperto. Questo punto può sembrare ancora più ovvio rispetto al primo, ma non lo è affatto. Lavare i denti, i capelli, il viso e il corpo, sono tutte situazioni che non richiedono necessariamente un flusso d’acqua continuo. Quindi, in definitiva, perchè tenere aperti i rubinetti inutilmente?
- Prestare attenzione in cucina. Se laviamo i piatti a mano, è preferibile utilizzare un lavabo pieno d’acqua rispetto all’utilizzo di sola acqua corrente. Invece, se scegliamo di utilizzare la lavastoviglie dovremmo evitare di farlo a meno che non sia a pieno carico, visto il notevole consumo idrico. Inoltre, è importante scongelare preventivamente gli alimenti e non all’ultimo momento sotto l’acqua calda. Infine, l’acqua utilizzata per cucinare, una volta raffreddata, può essere usata per lavare le verdure e, laddove non fosse stata salata, anche per bagnare le piante.
Giornata mondiale dell’acqua: quanta acqua bere al giorno?
Rimaniamo sul tema dell’acqua, ma parlando ora di idratazione.
“Un adulto dovrebbe bere, in media, tra 1 e 2 litri di acqua al giorno. Il discorso è applicabile anche agli adolescenti“, afferma Daniele Sciotti, Biologo nutrizionista.
È importante ricordare di bere in maniera costante durante il giorno per evitare il rischio di disidratazione. Infatti, se ci ritroviamo a bere solamente quando avvertiamo lo stimolo della sete, non stiamo facendo la cosa giusta.
Infatti, in molti casi, sono proprio gli anziani e i bambini ad essere più vulnerabili sotto questo punto di vista.
“Un consumo d’acqua eccessivo può, invece, portare ad un affaticamento dei reni“, continua Sciotti.
Quale acqua bere?
“L’acqua oligominerale è tra le più indicate”, continua Sciotti.
Questo tipo di acqua, generalmente, è povera di sodio, ha un residuo fisso inferiore a 500 mg/l (il residuo fisso, in inglese “total dissolved solids”, TDS, è l’insieme di solidi, sali minerali, disciolti in acqua dolce), e svolge un’azione diuretica.
L’acqua delle reti idriche delle nostre città è potabile e, generalmente, di buona qualità, in quanto trattata con attenzione alla fonte.
Il calcare (carbonato di calcio), in piccole quantità, in passato si pensava potesse danneggiare i reni ma, in realtà, ha un effetto protettivo sul sistema cardiovascolare.
Tuttavia, non sempre l’acqua del rubinetto è sicura al 100%. Nelle tubature in cui scorre può trovare residui di “metalli pesanti“, nocivi alla salute, quali cadmio, cromo, piombo, arsenico, mercurio, nichel.
L’unico modo per assicurarsi di bere acqua sana al 100% dal rubinetto è filtrarla con un depuratore domestico.
“Se consideriamo, invece, l’acqua confezionata, è buona regola non bere per periodi troppo prolungati la stessa acqua“, continua Sciotti. Infatti, ogni acqua ha le sue caratteristiche e le sue percentuali di oligoelementi, e per la salute del nostro organismo è bene variare.
Infine, è opportuno ricordare che le bevande alcoliche sono disidratanti, e che i succhi di frutta naturali (vale a dire privi di edulcoranti e zuccheri aggiunti), tè e tisane, possono contribuire positivamente al fabbisogno idrico giornaliero.
Acqua, inquinamento e salute
Un recente studio di un team di ricercatori statunitensi e danesi, apparso al mondo scientifico nel mese di agosto del 2019 su PLOS Biology, evidenzia che l’esposizione alle sostanze tossiche ambientali è responsabile non solo di danni neurologici, ma anche di malattie psichiatriche.
Sono stati incrociati i dati sanitari di 151 milioni di persone negli Stati Uniti e 1,4 milioni di danesi, con le esposizioni ai contaminanti ambientali. Tra i soggetti esposti a queste sostanze nocive, si sono registrati numeri più alti di patologie tra cui disturbo bipolare, depressione, schizofrenia.
I metalli pesanti, citati in precedenza, sono responsabili di questi problemi, e si possono trovare nel suolo, nell’aria e, ovviamente, anche nell’acqua. Quindi, per contatto diretto o meno, arrivano anche nel nostro organismo.
“L’acqua, in tutto questo, svolge un ruolo strategico e determinante. Quando, invece, è veramente pura, favorisce l’azione degli organi emuntori (fegato, intestino, reni, polmoni, cute e sistema linfatico) e, quindi, la disintossicazione del nostro corpo e dei nostri tessuti”, spiega Claudio Pagliara, Oncologo, nel libro “La Salute con l’Acqua”.
Acqua “nuova” prodotta dal corpo umano
Massimo Enrico Radaelli, Direttore scientifico Rivista “ND”, e Dir. gen. C.I.R.N.A. (Centro Italiano Ricerche Neurologiche Avanzate), parla di come noi stessi produciamo acqua “nuova” nel nostro corpo.
Com’è possibile che tale processo avvenga?
Il glucosio è il prodotto del metabolismo di qualsiasi alimento, ed è utilizzato dall’organismo per fornire energia all’organismo stesso.
La reazione “stechiometrica”, cioè limitata agli aspetti quantitativi e non alla sequenza biochimica (glicolisi, fosforilazione ossidativa) è molto semplice: C6H12O6 + 6O2 → 6CO2+ 6H2O + energia.
Una molecola di glucosio e sei di ossigeno, portano quindi a sei molecole di anidride carbonica, sei molecole d’acqua ed energia (energia “di legame”: sotto forma di ATP, adenosina trifosfato, il “carburante” delle reazioni biologiche).
In generale, il nostro corpo produce 150 ml di acqua “nuova“, per ogni 1000 Kcal prodotte ossidando i cibi ingeriti e assorbiti.
Se consideriamo che, in media, un uomo necessita di 2500 Kcal giornaliere, il suo organismo produce ogni giorno circa 375 ml di acqua che “non c’era“.
Lo stesso Radaelli, incuriosito dal discorso, si chiede come sia possibile che quest’acqua non stia destando interesse scientifico, specialmente alla luce delle nuove acquisizioni fisico-quantistiche sulla capacità dell’acqua di ricevere e trasmettere “informazioni”.
Foto di Lisa Fotios: https://www.pexels.com/it-it/foto/verdure-donna-mano-acqua-15859238/