Ipertensione, mai abbandonare la terapia

 Ipertensione, mai abbandonare la terapia

Leggiamo i dati dell’Oms: l’ipertensione arteriosa è la prima causa di morte e riguarda circa 1,5 miliardi di persone. Le malattie correlate fanno registrare più di 8 milioni di decessi l’anno. Che fare? Applicare le terapie prescritte dai medici: il paziente, tuttavia, non vi aderisce, dimentica di assumere i farmaci.

Dodici mesi dopo l’inizio della terapia la metà degli ipertesi modifica di sua iniziativa, o sospende, la terapia prescritta. Per reagire a questa situazione si dovrebbe agire tenendo in considerazione la situazione globale: bisognerebbe privilegiare l’informazione sui rischi dell’ipertensione e i benefici della terapia. Bisognerebbe, inoltre, curare il rapporto che si istaura tra medico e paziente. Se la terapia è troppo complessa, è buona norma somministrare combinazioni di farmaci in un’unica compressa, per aiutare il paziente ad abituarsi alla terapia. Più cresce il numero di farmaci, infatti, meno essi vengono assunti. La tecnologia, poi, può aiutare, trasmettendo con efficacia le informazioni: parliamo di telemedicina. Per fare prevenzione, poi, si deve incidere sullo stile di vita.

Si esprime in questo senso il professor Enrico Agabiti Rosei, nuovo Presidente della European society of hypertension, (che conta 20mila specialisti di 34 diversi Paesi europei, ndr) già direttore del dipartimento di Scienze Cliniche e Sperimentali dell’Università di Brescia e del dipartimento di Medicina del’Azienda Spedali Civili di Brescia. Afferma che l’obiettivo dell’a Società europea dell’ipertensione per il prossimo biennio è migliorare il controllo di questa condizione, elaborando programmi comuni di prevenzione e miglioramento della terapia.

Ipertensione: cos’è?

Ma che cos’è l’ipertensione arteriosa? Una condizione morbosa in aumento soprattutto nel continente antico, della quale ormai soffre un adulto su 3. Due su tre di coloro che ne soffrono superano i 65 anni. Tra i territori europei, ci sono differenze: nei Paesi centro-occidentali sono diffuse le procedure diagnostiche e terapeutiche, anche se quanto fatto nel tenere sotto controllo la situazione non è ancora sufficiente. Nei Paesi dell’Est europeo, invece, è aumentata negli ultimi anni l’incidenza di ictus. Questa grave patologia è una delle conseguenze dell’ipertensione più dirette e pericolose.

About Isabella Lopardi

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

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