Il suicidio, magari accuratamente programmato, magari soltanto pensato, è di fatto un gesto subitaneo e improvviso: improvviso come la vita che ci abbandona. Ecco perché non bisognerebbe mai predisporne uno: all’ultimo momento, non si può più cambiare idea e l’istinto di sopravvivenza può non bastare a salvarci. Un’estrema richiesta di aiuto, che può non funzionare. Oggi un test del sangue potrebbe essere sufficiente a prevedere chi sono coloro che tenteranno di togliersi la vita, in modo da intervenire precocemente. A un test del genere possono essere sottoposti individui affetti da disturbo bipolare e altre malattie psichiatriche a rischio di suicidio. E’ possibile? Lo affermano gli studiosi della Indiana University school of medicine, che hanno predisposto un’analisi del sangue e questionari che sarebbero tali da individuare quale paziente sarà assalito dal pensiero di suicidio o tenterà di metterlo in atto. Pubblica la ricerca la rivista Molecular psychiatry.
Test predittivi del rischio di suicidio
Si tratta di test predittivi di rischio, la cui adozione diffusa permetterà ai medici di passare all’azione, intervenendo con cambiamenti nello stile di vita dei pazienti o con trattamenti ad hoc. Lo afferma Alexander B. Niculescu, professore di psichiatria e neuroscienze mediche presso la facoltà di Medicina.
I controlli presenti nell’esame del sangue, che permettono di prevenire il suicidio
Le analisi si attuano utilizzando biomarcatori dell’RNA da campioni di sangue. I questionari proposti hanno la forma di una app. Con questi strumenti sono stati rilevati casi a rischio di suicidio con una precisione del 92%, che sale al 98% se si analizzano pazienti con disturbo bipolare.
I ricercatori sono riusciti a fare previsioni attendibili su quali dei pazienti sarebbero stati ricoverati, nel corso dell’anno successivo allo studio, in ospedale, proprio per tentativi di suicidio.
Come si è svolto lo studio dei tentativi di suicidio
Sono stati analizzati 217 pazienti psichiatrici, con diagnosi di disturbo bipolare, disturbo depressivo maggiore, disturbo schizoaffettivo e schizofrenia seguiti dall’équipe di Niculescu per diversi anni. 37 dei partecipanti erano peggiorati nel corso degli anni, fino ad arrivare a un alto livello di volontà di togliersi la vita. Grazie a un test del sangue, si è visto che i 37 soggetti avevano in comune il marcatore dell’RNA.
Analisi del sangue per il tentativo di suicidio: uno strumento da perfezionare
La tecnica con i biomarcatori deve essere ancora perfezionata. Nuovi studi promettenti stanno interessando la popolazione femminile.
Le app che contengono i questionari, invece, sono pronte per fare verifiche cliniche: potranno essere distribuite dai medici per dare luogo a ulteriori test, in particolare nel Pronto soccorso.