Aorta toracica, interventi in diretta
Interventi in diretta dalle sale operatorie del centro cardiochirurgico dell’Ospedale S. Orsola per illustrare le varie procedure, le tecniche e i materiali protesici collegati alla chirurgia dell’aorta toracica. Saranno visibili il 9 e il 10 novembre, al Palazzo dei congressi di Bologna, dove ci saranno 600 tra i massimi esperti mondiali della materia, per l’ottava edizione del corso “Surgery of the thoracic aorta”, che si svolge ogni 2 anni. Saranno approfondite in questa sede le tecniche chirurgiche più avanzate, le nuove tecnologie della chirurgia dell’aorta toracica e transcatetere, fino all’impianto di condotto apico-aortico.
Chirurgia dell’aorta toracica, la parola all’esperto
Il doppio evento si svolgerà sotto la direzione del professor Roberto Di Bartolomeo, direttore della Cardiochirurgia del Policlinico universitario S.Orsola Malpighi di Bologna. Queste le sue parole: “Il tema diventa di sempre maggiore attualità: infatti, negli ultimi anni si è assistito a un aumento degli interventi cardiochirurgici e di quelli sull’aorta toracica, non tanto perché cresce la patologia, ma perché si affinano le metodologie diagnostiche quali l’ecocardiografia, l’angioTC e la risonanza magnetica. L’aorta è la nostra arteria più importante e può andare incontro a uno sfiancamento delle pareti sia di natura congenita sia acquisita, dando luogo alla formazione di aneurismi. Questi quando raggiungono diametri oltre i 4.5 cm possono andare incontro a rottura improvvisa o a dissezioni delle pareti della stessa aorta, rappresentando questi il 95% dei casi dell’esordio della malattia. I sintomi, infatti, possono essere presenti solo nel 5% dei casi. Nella maggioranza dei casi l’aneurisma viene scoperto per caso in corso di controlli ecocardiografici o con la TAC per altre malattie o durante un check-up.”
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Quali sono i consigli degli esperti per avere sempre capelli sani e belli? Una volta andavano…Chirurgia dell’aorta toracica, gli interventi aumentano
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Aggiunge Di Bartolomeo: “Nel nostro centro abbiamo assistito negli ultimi anni ad un aumento importante sia degli interventi sulla valvola aortica che sull’aorta toracica. Un problema a sé riguarda poi la valvola aortica che va incontro, dopo la sesta decade di vita, a una calcificazione dei suoi lembi con conseguente stenosi e difficoltà del passaggio di sangue dal ventricolo sinistro all’aorta. Questa malattia è poco conosciuta e spesso sottovalutata. In Italia, secondo le stime più recenti, il 4,6% della popolazione oltre i 75 anni, quasi 300 mila persone, soffre di stenosi aortica severa, un quinto delle quali – tra le 50.000 e le 60.000 – è colpita dalla forma definita grave e sintomatica, destinata in un caso su due a prognosi infausta nel giro di un paio di anni, se non si interviene prontamente con un intervento di sostituzione della valvola.”
Chirurgia dell’aorta toracica, un’indagine europea
Parliamo, come detto, di una problematica poco nota. Lo sottolinea un’indagine al livello europeo, attuata lo scorso anno dall’Istituto di ricerca britannico Opinion matters. E’ stato preso in considerazione un campione rappresentativo di 8.926 persone oltre i 60 anni da 10 Paesi europei, 1.000 dei quali provenienti dall’Italia. Sulla base dei risutati capiamo che sappiamo veramente poco sull’argomento. C’è di più: le malattie delle valvole cardiache sono sottostimate. Per esempio, soltanto 4 italiani su cento ritengono le malattie delle valvole aortiche un serio problema di cui preoccuparsi; molto più temibili sono considerati i tumori (28%) e la malattia di Alzheimer (20%); 1 su 5 collega l’elevatissimo rischio di morte alla stenosi aortica: un numero esiguo, posto che il 60% considera altrettanto rischioso il tumore al polmone.