Futuro da mamma? Attenta all'inquinamento
Salute

Futuro da mamma? Attenta all’inquinamento ambientale

04/11/2015
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L’inquinamento ambientale rappresenta, attualmente, un problema in crescita e di  interesse mondiale per le possibili ricadute sulla salute umana. I contaminanti colpiscono il nostro organismo, sviluppando malattie e malfunzionamento degli organi. Non tutti sanno che le ovaie sono, per le donne, un organo bersaglio sul quale ricadono gli effetti negativi degli inquinanti ambientali con gravi ripercussioni sulla fertilità, sul funzionamento di queste ghiandole e sulla salute in generale.

L’inquinamento ambientale può davvero rappresentare un rischio per la fertilità?

L’aria delle nostre città, soprattutto nei mesi invernali, raggiunge livelli di inquinamento ambientale  alti a causa degli scarichi industriali ed automobilistici. Le polveri sottili, il monossido di carbonio, il biossido di zolfo e il piombo che respiriamo entrano in circolo nel nostro organismo e colpiscono tutti gli organi vitali. “L’esposizione continua e massiccia delle gonadi agli agenti inquinanti può favorire l’insorgenza di malattie, anche gravi, ridurre le possibilità di gravidanze e accelerare la menopausa”, spiega il dottor Luca Gianaroli, direttore Laboratori S.I.S.Me.R. (Società Italiana Studi di Medicina della Riproduzione) “Molti studi sono in corso per determinare con esattezza l’entità di questi fenomeni, ma già oggi tutto lascia pensare che, oltre ad altri fattori, l’inquinamento interferisce con il buon funzionamento delle ovaie”.

Gli studi confermano una certa variabilità geografica ed etnica dell’incidenza delle malattie a carico del nostro sistema riproduttivo. In particolare, il rischio risulta aumentato nelle donne di razza bianca che vivono nei paesi industrializzati. “E’ bene sottolineare” spiega il dottor Gianaroli “che non sono solo i gas tossici contenuti nell’aria ad agire negativamente sul funzionamento delle ovaia e sulla fertilità. Possiamo considerare fattori inquinanti tutti quei comportamenti nocivi che interferiscono col corretto funzionamento e con la salute del nostro corpo. Sicuramente il fumo, l’abuso di alcool, l’uso smodato di medicinali, le abitudini alimentari sbagliate sono da considerarsi fattori scatenanti di malattie anche gravi, come i tumori ovarici, o di una diminuzione dell’efficienza degli organi responsabili della riproduzione”. È bene quindi conoscere più da vicino quali sono i rischi che corriamo e come agire per il meglio.

  1. Fattori ambientali. La ricerca dimostra che un’esposizione prolungata a talco e amianto aumenta il rischio di sviluppare il tumore dell’ovaio. Dannosi sono anche molti pesticidi usati in agricoltura come ad esempio il DDT (diclorodifeniltricloroetano) che è causa di disordini riproduttivi. Sembra plausibile un’associazione tra esposizione a sostanze chimiche durante l’infanzia e disordini correlati agli ormoni: difetti alla nascita, disordini nello sviluppo, deficit di sviluppo neurologico nelle famiglie di lavoratori nel campo dei pesticidi.
  2. Sostanze che mimano l’azione degli estrogeni. Sono da considerarsi tali quell’insieme di sostanze che alterano le funzioni del sistema endocrino e conseguentemente causano danni alla salute di organismi sani o sulla progenie. Ad esempio le sostanze tossiche simil-estrogeni utilizzate come antiossidanti nelle preparazioni alimentari. Le ingeriamo attraverso il cibo: gamberetti, sughi di carne, minestre confezionate, margarine. Possono causare tumore alle ovaia, alla mammella e all’utero. Altre sostanze chimiche industriali come certi erbicidi, fungicidi, insetticidi, metalli pesanti, si trovano nei contenitori di plastica, nelle lattine utilizzate per i cibi in scatola, nei detersivi e nei cosmetici. A contatto col corpo possono influire negativamente causando endometriosi e infertilità.
  3. Fumo alcool e caffeina. L’uso prolungato di queste sostanze causa danni al nostro organismo ben noti. Ma anche le ovaia e tutto l’apparato riproduttivo subiscono effetti negativi, che aumentano in proporzione all’età della donna. Oltre alla produzione di cisti e tumori, i danni certi riguardano la salute del feto, una minore fertilità e un prematuro arrivo della menopausa.
  4. Disordini alimentari. Al pari delle sostanze tossiche, che assumiamo attraverso il cibo preconfezionato o trattato, anche le nostre abitudini alimentari interagiscono con il sistema riproduttivo. L’ossessione per la dieta o al contrario un’alimentazione ricca di grassi, sregolata, eccessiva, possono considerarsi fattori inquinanti per il buon funzionamento delle nostre ovaia. L’eccessiva magrezza porta a sospensione del ciclo, rischio d’infertilità e una menopausa precoce.

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Inquinamento ambientale non è solo smog

Le ovaie sono importanti sia dal punto di vista riproduttivo, in quanto producono le cellule germinali femminili, sia dal punto di vista endocrinologico, in quanto secernono ormoni: estrogeno e progesterone e in quantità minore testosterone.

Possiamo considerarle come un orologio biologico e ricordarci che, con il trascorrere del tempo, il nostro apparato riproduttivo deve fare i conti con diverse malattie che possiamo definire funzionali: dalle cisti ovariche alle fibromatosi uterine.

Proteggersi dal mal funzionamento dell’ovaio è fondamentale per ogni donna, per poter preservare la sua capacità di concepire e per la salute dell’organo stesso. Contro i fattori inquinanti, dovuti all’ambiente esterno, non è certo facile difendersi. Istituzioni e società dovrebbero mostrare una maggiore sensibilità verso l’ambiente, ma possiamo almeno evitare comportamenti altrettanto inquinanti come: l’assunzione di alcool, il fumo, le abitudini alimentari sbagliate.

“L’età della donna è, senza dubbio, la causa primaria del malfunzionamento delle ovaia e dell’infertilità”, dice il dottor Gianaroli “sia per via di un declino fisiologico, sia per il fatto che gli inquinanti hanno avuto modo di agire per più tempo, intaccando gli organi”. Oggi si tende a rimandare sempre più avanti l’età nella quale fare figli, vuoi per motivi legati al desiderio di carriera delle donne, ma anche al fenomeno delle seconde unioni in età matura. Il nostro apparato riproduttore non si adegua facilmente a questi cambiamenti sociali: più aumenta l’età, più aumentano i rischi.

Come difendersi dall’inquinamento ambientale in 10 mosse

Il problema dell’inquinamento ambientale deve, e può, essere affrontato solamente mediante politiche dei trasporti, finalizzate non tanto a contenerne gli effetti, quanto più a prevenire il problema. Questo richiederebbe una nostra partecipazione attiva: la disponibilità a limitare gli spostamenti con l’auto privata, modificando anche un po’ il nostro stile di vita. Ecco alcuni consigli.

  1. Ridurre il più possibile le uscite nei giorni e nelle ore di maggior traffico
  2. Scegliere percorsi a minore intensità di traffico motorizzato
  3. Scegliere percorsi nei parchi e nei giardini, se ci si muove a piedi o in bicicletta
  4. Evitare attività sportive (tipo jogging) in zone con intenso traffico motorizzato
  5. Mangiare cibi sani, non trattati chimicamente, evitando il più possibile una dieta a base di prodotti ricchi di conservanti
  6. Mangiare in maniera equilibrata. Evitare diete che causano un eccesso di dimagramento e, all’opposto, controllare l’obesità
  7. Bere alcolici con molta moderazione
  8. Anche l’appartamento ha i suoi inquinanti, dalla formaldeide (sostanza che esala dai mobili in truciolato), alle vernici, alla plastica
  9. Usare meno detersivi possibili, perché le particelle di detergente ristagnano a lungo negli ambienti chiusi e sono nocive. Da preferire i detergenti con formulazioni più semplici (come il sapone di marsiglia) e gli elettrodomestici a vapore, che puliscono senza l’utilizzo di sostanze chimiche.
  10. Non fumare. Il fumo, sia attivo che passivo, è sempre nocivo alla salute ed è in grado di potenziare notevolmente l’azione dannosa degli inquinanti atmosferici

 

 

 

 

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