Come sono cambiati i quadri di Vincent Van Gogh

Come sono cambiati i quadri di Vincent Van Gogh

Ti prendono, ti colpiscono: con un lampo, in un frammento di secondo ti fanno precipitare in un mondo nuovo. Sono i colori dei quadri di Vincent Van Gogh, artista la cui morte è avvenuta 125 anni fa. Ma i colori che vediamo oggi sulle sue tele non sono gli stessi che l’artista ha scelto sulla sua tavolozza. Il giallo si è scurito o schiarito, i rossi sono scomparsi. Nessuno percepisce, oggi, che la camera gialla aveva le pareti viola: oggi sembrano blu. Non si tratta soltanto di una problematica scientifica, relativa al deterioramento dei colori; si tratta anche di variazioni delle opere nelle sensazioni che esse generano nel pubblico.

Colori dei quadri di Vincent Van Gogh: un convegno al Politecnico

Vincent è morto il 29 luglio: l’altro ieri, al Politecnico di Milano, è stato organizzato un convegno su queste tematiche. Sono stati presentati diversi studi. Lucia Toniolo, presidente del Centro Beni Culturali del Politecnico, afferma che ”I processi chimici hanno trasformato la materia e gran parte dei cambiamenti dei colori sono dovuti alle loro interazioni con la luce”. Inoltre “Con la luce molti dei coloranti organici presenti si sono persi portando ad un effetto di scoloramento”. Hanno agito anche determinate sostanze, impiegate nei pigmenti. Si tratta di rileggere le opere dell’artista sulla base delle scoperte attuate. Esse “danno nuove indicazioni su come conservarne le tele”. Queste azioni sono state attuate in sinergia con il museo Van Gogh di Amsterdam. Molti dettagli, anche relativi alle variazioni dei colori, sono stati acquisiti studiando le lettere di Vincent.

Colori cambiati nei quadri di Vincent Van Gogh, le tecniche utilizzate

I ricercatori del Politecnico, in particolare, hanno esaminato “Les bretonnes et le pardon de pont Aven”, che si trova presso la Galleria d’arte moderna di Milano. Sono state utilizzate tecniche di luminescenza e non sono stati prelevati campioni dalla tela. Un pigmento bianco, in particolare, aveva una luminescenza più duratura. Parliamo della luce che il dipinto emette dopo che la luce uv lo ha illuminato. Daniela Comelli, del dipartimento di fisica del Politecnico, afferma che si pensa che si tratti di bianco a base di zinco. Infatti “Alla fine dell’800 si stava passando dai colori artigianali a quelli industriali. Questi nuovi pigmenti avevano molte impurità e ciò ha influito sulla luminescenza”, sostiene.

About Isabella Lopardi

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

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