Come ringiovanire i vasi sanguigni? Lo si può scoprire esaminando il DNA dei centenari. Bisognerebbe, infatti, chiedersi in che modo queste persone siano state in grado di arrivare in buona salute a una veneranda età. Hanno posto in essere uno studio in questo senso i ricercatori dell’Irccs Neuromed di Pozzilli (Is), dell’ Irccs MultiMedica di Milano e dell’Istituto di Tecnologie Biomediche del Cnr di Segrate. Hanno collaborato strutture scientifiche sia in Italia, sia all’estero. Pubblica i risultati la testata Circulation Research. E’ stata scoperta una proteina, chiamata BPIFB4, insieme al gene che la codifica: proteine della stessa famiglia agiscono contro i batteri in naso, bocca e polmoni e sono coinvolte nelle difese immunitarie. A che cosa serve la nuova proteina? A mantenere efficienti i vasi sanguigni. Il nodo della questione è quello che avviene alla proteina nelle persone che vivono per cent’anni. Il DNA di tremila persone longeve scelte nel Cilento, in Germania e negli Stati Uniti è stato confrontato con quello del gruppo di controllo, composto da duemila giovani. Si è visto che gli anziani dalla lunga vita avevano una variante del gene associato alla proteina che mantiene i vasi sanguigni in buona salute, la variante associata alla longevità (Lav, Longevity associated variant, ndr), come è stata chiamata da chi la ha studiata. Parliamo di polimorfismo. I modelli sperimentali sono stati studiati sia in vivo, sia in provetta. Bisogna continuare su questa strada, approfondire la ricerca: così si allunga la vita, proteggendosi dalle malattie cardiovascolari.
Terapie per la longevità?
Si è scoperto che la preziosa proteina incide sull’enzima eNOS, che produce l’ossido nitrico: parliamo di una molecola importantissima, che protegge la funzione vascolare e allontana in età avanzata infarto, ictus e ipertensione, nonché patologie metaboliche e neurologiche. Il gene associato alla proteina della longevità è stato trattato sui topi anziani, sui quali ha normalizzato la funzione vascolare e la pressione sanguigna. In casi di ischemia, poi, si è arrivati alla riparazione dei vasi colpiti e allo sviluppo di nuovi vasi sanguigni (angiogenesi). A partire da quanto detto, si possono sviluppare terapie anche per gli esseri umani.