Diabete di tipo 2, qualità della comunicazione

Diabete di tipo 2, qualità della comunicazione

Se si vuole che il paziente con diabete di tipo 2 aderisca alla terapia con diligenza e nella sua vita torni il benessere, bisogna curare la qualità della comunicazione del medico.

Essa influisce, infatti, sulla gestione della malattia da parte del paziente.

Risulta da Introdia, la più vasta indagine internazionale di questo genere. E’ stata posta in essere su oltre 10.000 soggetti con diabete di tipo 2 in 26 paesi.

Relazioni simili erano state riscontrate per quanto concerne la qualità della comunicazione fra medico e paziente al momento della prescrizione di terapia orale aggiuntiva per il diabete di tipo 2.

Che cosa avviene quando si viene informati di essere colpiti da diabete di tipo 2?

“In molte persone, si scatena uno stato di tensione e di preoccupazione. L’ansia provocata dalla diagnosi può dipendere dalle scarse conoscenze sulla malattia e sul come gestirla”. Lo afferma la canadese Anne Belton, infermiera specializzata nella cura e nell’informazione dei pazienti con diabete e vice presidente della International diabetes federation (Idf), nonché

membro del comitato consultivo di Introdia.

Sulla base dei risultati dell’indagine, “gli operatori sanitari possono aiutare i pazienti ad accettare la malattia e a seguire strategie efficaci di gestione del diabete, scegliendo semplicemente le parole più giuste per comunicare con loro”. Sono tre i tipi di comunicazione da parte del medico che i pazienti distinguono in termini qualitativi, come si evince dall’analisi delle loro risposte: “incoraggiante”, “collaborativa” e “scoraggiante”.

Per ovvie ragioni, se la comunicazione è incoraggiante e collaborativa, la qualità della comunicazione percepita dal paziente migliora, mentre se è scoraggiante avviene l’opposto.

Diabete di tipo 2: frasi collegate a determinati generi di comunicazione

Ecco le frasi individuate: “Il mio medico mi ha spiegato che si può fare molto per controllare il diabete” (comunicazione incoraggiante); “Il mio medico mi ha chiesto di esprimere la mia opinione nella preparazione del piano terapeutico” (comunicazione collaborativa); “Il mio medico mi ha detto che con il passare del tempo il diabete diventa più difficile da gestire” (comunicazione scoraggiante). Il medico può, inoltre, consigliare altre risorse, ma in tal caso i pazienti non hanno collegato l’accadimento con la qualità della comunicazione percepita. Lo studio ha permesso di valutare la qualità del dialogo con il medico sulla base di tutti gli esiti di gestione della malattia riferiti.

Diabete di tipo 2, miglioramenti nella gestione della malattia

Se la comunicazione e l’interazione erano di qualità, il paziente invitato a esprimersi riscontrava un miglioramento nella gestione della malattia e un ritorno in termini di benessere. Ma non soltanto: sottolineava un minor disagio psicologico in relazione alla malattia, maggiore rispetto alla dieta e all’attività fisica, oltre ad una maggior aderenza alla terapia. “Questi risultati confermano ulteriormente quanto sia importante, per una gestione positiva del diabete a lungo termine, riuscire a portare il paziente a gestire correttamente la malattia sin dagli inizi”, come afferma lo statunitense William Polonsky, psicologo comportamentale e membro del comitato consultivo di Introdia, la più vasta indagine internazionale di questo tipo su oltre 10.000 soggetti con diabete di tipo 2 in 26 paesi..

 

About Isabella Lopardi

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

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