Tumori della testa e del collo: in Europa migliora la sopravvivenza. Coloro che sono colpiti da neoplasie cervico-facciali in tutte le sedi, anche non correlate al Papilloma Virus (Hpv), come, per esempio, l’orofaringe, possono continuare a vivere. Per quanto concerne la sopravvivenza a cinque anni, tuttavia, esistono differenze geografiche rilevanti. I valori più bassi, minori al 30%, si registrano in Europa orientale. Come appare chiaro, la tempestività della diagnosi fa variare la possibilità di sopravvivenza: se il tumore al momento della scoperta è allo stadio “localizzato”, esclude cioè la rinofaringe, si sopravvive nel 69% dei casi. Se la neoplasia è invece “localmente avanzata”, le chance di sopravvivenza scendono al 34%.
E’ stata lanciata ieri la terza settimana europea di sensibilizzazione sui tumori della testa e del collo, nel corso di una conferenza stampa.
Secondo il professor Piero Nicolai, Presidente Aiocc e Direttore della Unità di otorinolaringoiatria dell’Università degli studi di Brescia, ao Spedali Civili Brescia, “questi risultati ribadiscono, ancora una volta, l’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce nei tumori testa-collo e sottolineano la necessità di migliorare i percorsi di cura dei pazienti colpiti da queste neoplasie”. Si tratta dell’obiettivo della campagna europea Make sense campaign, giunta al terzo anno, “che intende proporre criteri qualificanti i centri di eccellenza nei tumori della testa e del collo.”
Tumori della testa e del collo, studio Rita 2
Si tratta di uno studio posto in essere dalla Fondazione Irccs, Istituto nazionale dei tumori. Hanno collaborato i Registri tumori di popolazione dell’Airtum e il supporto del Ministero della Salute italiano. Sulla base dei dati raccolti, circa un paziente su due, in sede di diagnosi, presenta una patologia allo stadio avanzato o metastatico. C’è di più: per circa il 20% dei pazienti non è possibile risalire allo stadio del tumore, a causa di mancanze relative alle procedure di stadiazione (suddivisione in stadi, ndr).
Si verifica, poi, un ritardo di più di un mese dalla diagnosi nel sottoporre a trattamento più del 40% dei pazienti. Ciò non avviene per il tumore alla mammella, che riscontra rallentamenti simili soltanto nel 17% dei casi.
Il Royal college of pathology ha identificato determinati standard per il reporting, che compaiono tuttavia soltanto nel 35% dei referti patologici. Per quanto concerne il melanoma, per esempio, il 77,8% dei referti patologici è completo di tutti gli indicatori.
In sintesi, il progetto italiano Rita 2 sottolinea una necessità: migliorare la presa in carico dei pazienti con tumori della testa e del collo in tutte le regioni considerate.
Secondo il dottor Giovanni Apolone, direttore scientifico della Fondazione Irccs Istituto nazionale dei tumori afferma che i dati “supportano fortemente la necessità di riorganizzazione dei percorsi sanitari secondo logiche di rete e di competenza anche per i tumori rari, inclusi i tumori testa e collo.”
Tumori della testa e del collo: spesso ignoriamo sintomi e fattori di rischio
Si tratta del quinto tumore più diffuso tra gli uomini. Una diagnosi tempestiva è vitale perché si guarisca da tale neoplasia. I fattori di rischio principali dei tumori della testa e del collo sono l’abuso di alcolici, il fumo, identificate esposizioni professionali e i comportamenti sessuali a rischio.