La scoperta del Dna ha confermato le teorie che hanno origine nelle opere di Darwin, sull’evoluzione delle specie. Posto che le sequenze di Dna di uomo e scimpanzè sono approssimativamente identiche al 98,5 per cento, le grandi differenze biologiche che si riscontrano sono dovute dall’espressione dei geni. Ora si sa qualche cosa in più: nella Caverna della stella nascente, in Sudafrica, è stata scoperta una nuova specie di ominide. Si comprende da ciò che l’evoluzione della nostra specie “non ha seguito un percorso evolutivo lineare, per cui da una specie ne è nata una nuova”. Lo afferma Olga Rickards, antropologa dell’Università di Tor Vergata, commentando il rinvenimento di questo anello in più della nostra evoluzione, che si porrebbe fra Homo habilis e Homo erectus. Non parliamo, però, di una linea continua, posto che “l’immagine più adatta a rappresentare l’evoluzione della nostra specie è quella del cespuglio”: ogni ramo è una specie diversa. Ogni specie, a sua volta, ne ha generate altre e quel che hanno in comune tutte quante è un filo di ragnatela.
Homo Naledi, le caratteristiche del nuovo ominide
Il nuovo ominide che è stato scoperto ha caratteristiche uniche nel loro insieme: non è molto alto ed è piuttosto snello. La scatola cranica è molto piccola: per dimensioni è più affine all’antico Australopiteco che al più recente genere Homo. C’è di più: questo ominide potrebbe essere stato seppellito intenzionalmente. Fino ad ora, il rispetto per il compagno morto era stato riscontrato soltanto in ominidi più recenti, come i Neandertal o i Floresiensis: specie che, rispetto al “nuovo” Naledi, hanno cervelli molto più grandi. Se questa ipotesi fosse accreditata si comprenderebbe che le dimensioni “del cervello sono solo relativamente importanti ai fini dello sviluppo di capacità cognitive più sofisticate, come il pensiero astratto”.
Le dita dell’ominide avevano le falangi ricurve, come se vivesse ancora sugli alberi. Il torace e i piedi sono simili a quelli dell’Homo Sapiens. Il tutto, unito a un cervello acuto. Resta un dubbio da risolvere: a quale età risalgono, con precisione, i ritrovamenti? Le caratteristiche morfologiche su questa specie potranno essere interpretate soltanto alla luce di tale dato.